𝕍. 𝔽𝕆ℝ ℕ𝕆 𝕆ℕ𝔼

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and in her eyes you see nothing,
no sign of love behind the tears,
cried for no one,
a love that should have lasted years 

Il cielo era ancora pallido, mentre tirava un venticello fresco in quella giornata d'aprile.

Paul entrò nello studio di registrazione con passo svelto e deciso.
John lo aveva chiamato di punto in bianco, fissando un appuntamento per quella mattina, e Paul non aveva la minima idea del perché.

I suoi capelli erano più lunghi e spettinati del solito, sul suo viso c'era un velo di malinconia e di stress che rendeva i suoi occhi un po' meno luminosi.
Gli ultimi tempi erano stati difficili, se non terribili, e il bassista avrebbe soltanto voluto tornare ai tempi in cui bastava una  chitarra e un amico per sentirsi al sicuro.

John aveva conosciuto Yoko, e avevano iniziato a frequentarsi subito.
E se c'era una cosa che Paul non riusciva davvero a nascondere, era quanto sperasse che le cose tra i due non durassero.

Probabilmente è un pensiero egoista, ma da quando c'era lei Paul aveva l'impressione che stesse andando tutto per il verso sbagliato.

I rapporti con il gruppo si erano fatti tesi, e le liti con John talvolta superavano i baci.
Ma non era questo ciò che realmente spaventava Paul.
Aveva osservato l'evolversi della loro relazione, li aveva visti interagire, e si era reso conto che John teneva a Yoko in una maniera che non riusciva realmente a comprendere.

Aveva paura che John avrebbe potuto amarla più di quanto avesse mai amato lui, e Paul non avrebbe potuto sopportarlo.

Perché nonostante tutte le litigate, le discussioni, le scuse e le lacrime, John era sempre lì per lui, sempre con una chitarra tra le mani ed uno sguardo pieno d'amore, e Paul sapeva sempre che non era destinato a nessun altro.

Perdere tutto ciò, perdere l'amore di John, per Paul rappresentava l'oblio, che lo avrebbe portato ad una solitudine che Paul non credeva di essere in grado di affrontare.

Ed era per queste ed altre infinite ed inspiegabili ragioni che Paul sentiva il petto stringersi in una morsa dolorosa ora che si avvicinava a John.

Lui era lì, in piedi, lo sguardo nervoso di chi sta per dare un addio o cose del genere.

"Che succede?"
La voce del bassista trema, non riesce a controllarla, non se John gli rivolge quello sguardo.

"Io... ho preso una decisione"
Ora John distoglie lo sguardo dagli occhi di Paul, non riesce a reggere la disperazione, il terrore e l'angoscia che ci legge dentro.
Non riesce a sopportare il peso dell'amore di Paul, sempre così puro e sincero.

"Ti prego, lasciami spiegare senza interrompere, o... io non credo di poterlo fare altrimenti.
Paul, gli ultimi mesi sono stati forse i più strani della mia vita, ho trovato cose che non credevo avrei mai potuto sperare di avere, e io non voglio rovinare sempre tutto. Io... me ne vado.
Lascio la band.
Credevo... che sarebbe stato più corretto che lo sapessi tu, per primo"

Paul lo guarda e non capisce.
Non capisce le parole di John, non capisce dove si trova, non capisce più chi è.
E la rabbia si fa spazio dentro di lui, una rabbia cieca alimentata dal dolore e da anni e anni di sentimenti buttati all'aria in quattro parole.

"Che cosa?!"
Paul si avvicina, la voce tremante di rabbia e i pugni stretti.

"Che cosa stai dicendo? Hai la minima idea di cosa significa tutto ciò?"

"Paul, ascolta-"
John sa cosa sta per accadere, lo ha previsto, ma ora che si trova immerso in tutto ciò si rende conto di non essere minimamente pronto ad affrontarlo.

"Paul ascolta un cazzo! Tu... tu"
La voce gli si spezza e ora sente un vuoto dove prima c'era la rabbia, e la consapevolezza lo pugnala come un coltello affilato.

"È per lei? È per lei, vero?
Mi avevi promesso che... io credevo che..."

John vorrebbe scappare, correre il più lontano possibile, ma non può.

"Si, si, diamine, è per lei. E sai perché? Perché la amo"

Eccola, la conferma, dolorosa più di quanto Paul avrebbe mai potuto immaginare.
La conferma che John ha scelto lei, che John ama lei.
E Paul vorrebbe urlargli in faccia tante cose, vorrebbe chiedergli se allora tutti quei "ti amo" che gli diceva erano soltanto bugie, o l'eco di una vecchia abitudine.

Ma Paul non ha la forza di farlo, non ora che il coltello che sente piantato tra le costole sembra rigirarsi in maniera inarrestabile, ora che le lacrime scendono dai suoi occhi e non cerca nemmeno più di fermarle.

John non lo guarda, non può, sente l'aria mancare e sente il bisogno di dover uscire il prima possibile da quella stanza.

"Non siamo più ragazzini, McCartney"
E l'ultima cosa che Paul vede attraverso le lacrime, è la schiena di John che esce, e lui non ce la fa più.

Cade in ginocchio, i singhiozzi esplodono nella sua gola e Paul si sente perso come non era mai successo prima.

E ora darebbe di tutto perché John tornasse indietro e gli chiedesse scusa come faceva un tempo, darebbe di tutto per svegliarsi e scoprire che era soltanto un incubo.

Ma John non tornerà, non stavolta.

E Paul riflette su quanto potere possa dare l'amore ad una persona,
se le basta qualche parola per distruggere tutto.

𝐖𝐇𝐄𝐍 𝐘𝐎𝐔'𝐋𝐋 𝐋𝐎𝐎𝐊 𝐀𝐓 𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐊𝐘 - 𝚖𝚌𝚕𝚎𝚗𝚗𝚘𝚗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora