𝕍𝕀𝕀𝕀. 𝕋𝕆𝕄𝕆ℝℝ𝕆𝕎 ℕ𝔼𝕍𝔼ℝ 𝕂ℕ𝕆𝕎𝕊

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Turn off your mind
relax and float down stream
It is not dying, it is not dying

Lay down all thoughts,
surrender to the void
It is shining, it is shining

Yet you may see
the meaning of within
It is being, it is being

Love is all
and love is everyone
It is knowing, it is knowing

And ignorance and hate
mourn the dead
It is believing, it is believing

But listen to the colour
of your dreams
It is not leaving, it is not leaving

So play the game
"Existence" to the end
Of the beginning, of the beginning






Sono quasi le undici di sera dell'8 dicembre 1980.
Paul Mccartney sta guardando le stelle, piccoli puntini luminosi che governano quel cielo immenso.

Per la prima volta dopo tanto tempo non ci sono tristezza, né dolore, nei suoi pensieri.

Forse, quella storia d'amore, se così poteva essere definita, avrebbe avuto una specie di lieto fine.

Non il lieto fine dove i due amanti vissero per sempre insieme, felici e contenti, ma il lieto fine in cui Paul assapora la felicità.

E se non può svegliare John ogni giorno con un bacio,
se non può uscire per strada tenendolo per mano,
se non può tenerlo fra le braccia ogni giorno,
va bene.

Perché Paul sa che John sta bene, che John lo ama, e non ha dubbi.

Sa che John penserà a lui, sa che John scriverà per lui.

Sa che John vivrà per lui, esattamente come Paul sta vivendo e vivrà per John.

Sa che amerà John per sempre,
e che si sentirà amato per sempre,

e la felicità per Paul è fatta esattamente così.

Paul guarda le stelle, e tra le tante, infinite luci, piccoli bagliori che danno forma al buio,
egli ama,
ama per ogni stella,
ogni cielo,
ogni nuvola.

Paul ama,
e sarà amato per sempre.

Forse non è la classica storia d'amore, forse il lieto fine che Paul immagina sarà destinato a spezzarsi tra pochi minuti.

Ma finché c'è stato amore,
finché ci sarà un cielo sotto cui amare,
finché quell'amore non muore,
e l'amore non morirà mai,

sarà abbastanza per sfiorare la felicità.


"Signor Lennon!"

Il tempo di girarsi, un attimo,
forse nemmeno un secondo.

Un colpo.

A John fischiano le orecchie, ma il colpo è andato oltre la sua testa, il fragore dei vetri infranti gli esplode nelle orecchie.

Due colpi.

Dolore, tanto dolore,
alla schiena, ovunque.

John vuole correre, ci prova, ma fa troppo male.

3 colpi.

John sente il suo corpo essere raggiunto da un altro proiettile, sente il sangue ovunque, ha paura.

4 colpi.

Le gambe cedono, John sente la schiena come se fosse esplosa.

Non ragiona, non pensa.

5 colpi.

John cade, si trascina verso le scale.

Ora vede sangue ovunque, sente male ovunque, non riesce a parlare.

Percepisce il sapore ferroso del sangue tra i denti.

John ha paura.
Guarda in alto, vede il cielo pieno di stelle come non gli è sembrato mai.

E le stelle gli sembrano gli occhi di Paul ora, lo stanno guardando, lo stanno amando.

"Paul, mi hanno sparato!
Mi hanno sparato, ti prego, Paul!"

Un proiettile ha perforato l'aorta.
Esce tanto, troppo sangue.

John lo vede ovunque, ma ora non gli fa più paura.
Ora non sente più dolore.

Ora lo vede, con i capelli un po' spettinati dal vento, gli occhi grandi, le ciglia lunghe.

John sorride con la bocca piena di sangue.

Intorno a lui grida, sirene, macchine.

Ma John tiene gli occhi incollati al cielo,
quel cielo che è l'unico testimone del suo amore,

quel cielo a cui John può parlare e sa che parlerà anche a Paul.

Si ricorda quella promessa,
quella che aveva fatto a Paul qualche anno prima.

Quella che in qualche modo avevano mantenuto entrambi.

"Paul"
E quel nome, pronunciato con rabbia, con amore, con passione,

quel nome è l'unico che John conosce,
l'unico a cui sta giurando amore eterno.

Le stelle lo stanno ascoltando, le stelle che assistono a tutte le tragedie del mondo.

E anche lui lo sta ascoltando,
John lo sa,
Paul è sempre lì,
ovunque lui vada,

incastonato in cuore che ha perso troppo sangue.

"quando guarderai il cielo-"

La testa di John colpisce l'asfalto,
non fa in tempo a finire quella frase,
ma non ce n'è bisogno.

Il suo cuore ha smesso di battere,

ma non ha smesso di amare.








FINE

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𝐖𝐇𝐄𝐍 𝐘𝐎𝐔'𝐋𝐋 𝐋𝐎𝐎𝐊 𝐀𝐓 𝐓𝐇𝐄 𝐒𝐊𝐘 - 𝚖𝚌𝚕𝚎𝚗𝚗𝚘𝚗Where stories live. Discover now