Ultracheese

2.7K 161 49
                                    

Los Angeles- 27 novembre 2019

Eren

Quando uscii dalla mia casa vidi Kenny sul marciapiede con lo sguardo puntato sull'abitazione della sua defunta sorella. Non vedevo quell'uomo da un po' e gli feci un breve cenno con la testa quando si voltò verso di me. Dal suo viso notai che stava male, veramente male. Lo ricordavo come un uomo che parlava spesso, inserendo parolacce nei tre quarti del discorso. Aveva una voce squillante e litigava quasi sempre con il nipote perché adorava prenderlo in giro o sfidarlo a stupidi giochi. Quattro anni fa mi avrebbe salutato con una battuta sul mio ematoma mentre ora non schiuse neanche le labbra e la sua espressione rimase tesa e sofferente.

Cercai le chiavi della mia auto nella tasca esterna del mio zaino e quando le trovai vidi Levi raggiungere quella di suo zio. Lo guardai di sottecchi, notando come i suoi capelli neri si muovessero leggermente mentre camminava. La sua espressione era illeggibile e distaccata. Capivo perché più di mezza scuola lo adorasse, sembrava quasi una bambola di porcellana con quei lineamenti e la pelle candida.

Mi riscossi ed entrai in auto, sbrigandomi a mettere in moto per sfuggire da quei due il prima possibile. Ne avevo già abbastanza di Levi.

Percorsi le strade con una velocità sbagliata, fregandomene delle regole e dei divieti, e arrivai a scuola in anticipo. Vidi l'auto di Armin e mi affiancai, parcheggiandomi nel posto vicino. Scesi con il mio zaino consumato e mi avviai verso l'entrata della scuola, pensando a cosa prendere dalle macchinette per fare merenda.

Raggiunsi il primo distributore e quasi sbuffai quando notai Erwin vicino ad esso con in mano un bicchierino scadente di caffè. Tra le dita dell'altra mano teneva la bacchetta per mischiare la bevanda e mi guardava come se non aspettasse altro che me.

''Come mai non eri a lezione ieri?'', mi domandò con un finto tono curioso. Non dissi nulla e infilai le monete nel distributore, scegliendo una merendina tra le meno costose.

''Eren, sono preoccupato.''

Strinsi la mano a pugno contro la plastica trasparente, ''lo è solo perché sono mancato il giorno dopo che mi sono preso un pugno. Non è una buona motivazione per starsene a casa?''

''Temi altri eventi del genere?''

Aggrottai la fronte, sentendo un moto di rabbia rimontare dentro di me. Ora non potevo neanche saltare la scuola senza subirmi un interrogatorio.

''No, volevo solo starmene per conto mio. E' un reato?'', domandai con tono canzonatorio, facendo innervosire il professore. Per quattro anni nessuno di loro si era preoccupato di chi veniva maltratto o cose del genere, e poi lo facevano con me, che non ne avevo bisogno.

''Sono sicuro che Levi avrebbe bisogno della sua consulenza molto più di me.''

''Levi ha già chi si occupa di lui.''

Mi chiesi chi potesse essere ma poi pensai alla donna di lunedì e a suo zio. Dovevano esserci in mezzo anche i servizi sociali, dopotutto lui non aveva nessun padre e neanche altri parenti oltre a Kenny.

''Allora è tutto risolto, posso andare ora?'', presi la mia merendina e la strinsi fin troppo fra le dita quando Erwin mi bloccò una spalla per non farmi andare via.

''Sembra che ci sia del rancore fra voi due e potremmo parlarne. Vorrei evitare situazioni peggiori.''

A quel punto scoppiai, sentendo di non poterne più di parlare delle solite cose. Era morta sua madre, il trauma era suo eppure sembrava il mio. Allontanai la mano di Erwin con un gesto violento. ''Parlare un cazzo, voglio solo essere lasciato in pace'', esclamai con troppa forza e vidi degli sguardi su di me. Stavo diventando lo zimbello della scuola in meno di una settimana, che record.

Ereri- FiresideWhere stories live. Discover now