Parte 2 - Prendere contatto con la realtà

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Da molto tempo Claudio non si sentiva così vivo, così stranamente eccitato. Lo guardava dormire, il volto contratto nel sonno indotto dai farmaci, il corpo collegato con mille fili a monitor e flebo, e si sentiva soddisfatto perché aveva vinto una dura lotta per mantenerlo in vita.

Si era sentito responsabile... magari responsabile non era la parola giusta, però in questo preciso momento non gli andava di analizzare a fondo tutto quello che era successo... stranamente legato a quel giovane uomo che adesso, inconsapevole di quanto accadeva attorno a lui, lottava per recuperare le energie che gli sarebbero poi servite in sede di riabilitazione.

Perché non vi era alcun dubbio, uscito dalla terapia intensiva .. una volta dimesso dall'ospedale.. sarebbe dovuto andare in una struttura specializzata per disintossicarsi completamente.. in caso contrario non avrebbe avuto alcuna possibilità di farcela nella vita.

Dagli esami medici fatti sino a quel momento, era emerso un quadro clinico preoccupante... per fortuna non irreversibile ma sicuramente serio.

Di nuovo nota che Mario si agita nel letto, nonostante i medicinali... malgrado non abbia coscienza di nulla.. il suo istinto lo spinge ad una continua fuga.

Perché, per Claudio, Mario è in fuga.

E' poi importante sapere da cosa sta fuggendo? Si fugge da una situazione, da una persona... da un dolore...

Per lui, Mario, sta fuggendo da un dolore... non saprebbe dire il perché, del resto l'unico momento di contatto, tra di loro, è stato quell'unico sguardo... quando lui si è perso nel fuoco insondabile degli occhi di Mario.

Anche adesso non sa nulla della sua vita, neppure il suo cognome.

Scuote la testa cercando di ritornare alla realtà... non ci riesce e ritorna indietro.

E' diventato un rito, ormai, passare il palmo della sua mano sulla sua fronte per poi soffermarsi sulla sua guancia... ha notato che questo gesto lo calma... come se riconoscesse l'odore di chi lo sta toccando... eppure l'unico contatto fisico, tra di loro, c'è stato solo quando gli è svenuto tra le braccia... come può ricordare il suo odore?

Claudio ha smesso, da parecchio, di analizzare l'imponderabile... Mario è diventato il suo rompicapo personale... solo di questo è certo.

"Solo tu?"

La domanda, pronunciata con voce flebile, gli risuona nella mente mentre, ancora una volta, lo vede acquietarsi e ritornare a dormire sereno; un sorriso, appena accennato, sulle labbra.

Gli è costato molto farlo restare in quell'ospedale; senza un nome, senza assistenza medica, l'amministrazione pretendeva di trasferirlo in un ospedale pubblico.

Si era imposto, per la prima volta nella sua vita aveva preteso qualcosa che considerava dovuto, e con fredda determinazione aveva comunicato al Direttore Amministrativo che si sarebbe fatto carico di tutti i costi della degenza ma che il ragazzo rimaneva lì, in quella struttura, e che lui si sarebbe occupato, personalmente, di lui.

In caso contrario...

Non c'è stato bisogno di fare ulteriori minacce; Mario era stato, immediatamente, sistemato in una stanza singola nella terapia intensiva dell'ospedale.

La sua presa di posizione aveva stupito tutti... tutti erano concordi nell'affermare che il dr. Sona non aveva mai visto quel giovane in vita sua... anche se, nessuno, aveva avuto il coraggio di chiedere, apertamente, il perché delle sue decisioni.

Il che, indubbiamente, costituiva per lui una nota positiva in quanto, in caso contrario, che cosa avrebbe dovuto rispondere?

Che il perché stava in uno sguardo... in una domanda formulata con voce flebile? ... oppure nelle numerose piccole cicatrici che ricoprivano il suo corpo e che lui aveva immediatamente visto mentre azionava il defibrillatore?

Conoscersi per caso Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang