Per te

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Per te,
Tu mi dicevi “Dico tante cose” e nella mia testa suonava come “Dico tante cazzate”. Tu dicevi “Dico tante cose” e nella mia mente ti rispondevo “allora non posso fidarmi di te”. Anche io nella mia vita, ho “detto tante cose”, ma mi sono sempre pentita, tu lo dicevi come se fosse in vanto e questo non potevo perdonartelo. Ti avevo chiesto di dirle di me. Non di noi, perché un noi non esisteva. Perché con lei, noi, non esiste se non tra voi. Tu mi hai detto che sarebbe stato difficile ma che lo avresti fatto. Hai detto tante cose in quel caso. Perché adesso lo so. Adesso che non vi parlate più, io lo so, che tu non le hai mai parlato di me e nemmeno di voi, con lei parlavi di te. E nemmeno questo è concreto perché di te odi parlare. Più che altro, con lei ti mascheravi e a lei, descrivevi le tue maschere e non quel che c’era sotto di esse. Mi dicesti che ti sentivi una merda. E io pensavo che fosse giusto, perché quel comportamento era da merda. E non esitai a dirtelo. A te, dopo un’ora passò, a me, quei sensi di colpa rimasero per una mese intero e tu non te ne accorgesti. Nemmeno ora, ti accorgi che riparlando di ciò che abbiamo fatto, un po’ ci sto male. Ma non perché non fosse bello per me. Ma perché non siamo stati giusti con lei. No, tu non sei stato giusto con lei. Non che lei fosse intelligente o “buona”, ma perché non è stato giusto. E ai miei occhi, non lo sarà mai. Inutile parlarne. Il fine non giustifica i mezzi se poi a starci male è anche il tuo fine. Che sia lieto o meno.








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