Capitolo 6

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Arrivai sotto casa di Giovanni e, ancora col fiatone, suonai il campanello ma non ricevetti nessuna risposta. Così decisi di mandargli un messaggio, dicendogli che lo aspettavo sotto casa sua e che dovevo parlargli al più presto. Passò un'ora ma di Giovanni nemmeno l'ombra.. non aveva neanche visualizzato il mio messaggio. Cominciai a preoccuparmi seriamente.. dove poteva essere andato? Perché non leggeva i messaggi? Finalmente, dopo più di un'ora e mezza, lo vidi arrivare nel vialetto di casa, insieme ai suoi genitori. Non appena mi vide mi sorrise, anche se sul suo volto notai formarsi un'espressione leggermente preoccupata. Salutai i suoi genitori, che poi entrarono in casa con tre o quattro buste della spesa al seguito e altrettante buste di altri negozi di cui non mi preoccupai di decifrarne la provenienza. Giovanni, invece, si fermò davanti a me.

"Ti sto aspettando da un'ora e mezza, ti ho anche scritto ma non hai nemmeno visualizzato.. dove cavolo eri?" gli chiesi, con un tono di rimprovero.

"I miei mi hanno obbligato ad andare con loro al centro commerciale e poi a fare la spesa. Non ho letto i messaggi perché all'interno del centro commerciale c'era poco campo" disse, un po' scocciato.

"Ho capito.. senti devo parlarti di Erica. Sono andato da lei prima, per parlarle.." provai a dire, ma fui interrotto da Giovanni.

"Com'è andata?" mi chiese.. nella sua voce potei notare paura e nervosismo.

"Le ho spiegato come mi sentivo e.. ci siamo lasciati" dissi, sospirando. Provai un sollievo inimmaginabile dopo aver pronunciato queste parole.. in quel momento mi resi conto che non dovevo più fingere di amare Erica, che ero libero di stare con Giovanni, senza sensi di colpa. Vidi formarsi un sorriso sul viso di Giovanni che poi mi abbracciò. Naturalmente ricambiai subito l'abbraccio, appoggiando la mia testa nell'incavo del suo collo, abbandonami anche io ad un sorriso.

"Ma cosa le hai detto di preciso?" mi chiese Giovanni, dopo aver sciolto l'abbraccio.

"La verità.. anche su di noi. Che non la amo e che invece sono innamorato di te" in quel momento vidi Giovanni strabuzzare gli occhi, forse sconvolto dal fatto che Erica sapesse di noi.

"Le hai detto anche di noi Andrea?" mi chiese, alzando il tono di voce e quasi rimproverandomi, come si fa con un bambino quando fa qualcosa di sbagliato o pericoloso.

"Ehi! Di noi io non avevo intenzione di dirle niente, ma l'ha capito da sola.. mi ha detto che lo sospettava fin dall'inizio che tra di noi non ci fosse solo amicizia ma che si è sempre illusa che non fosse così" spiegai, un po' offeso dal tono di rimprovero usato poco prima da Giovanni. Quest'ultimo aveva un'espressione un po' pensierosa ma che poi si trasformò in un sorriso.

"Quindi possiamo stare insieme adesso?" mi chiese, con la stessa voce di un bambino felice a cui hai appena detto che può scartare i regali di Natale.

"Sì, Giova" risposi, con un sorriso a 32 denti.

Mi avvicinai a lui, posai le mie mani sulle sue guance e provai a baciarlo ma lui mi scansò.

"Andre, ci sono i miei genitori in casa, potrebbero vederci" disse sottovoce, guardandosi intorno. Sbuffai.

"Ma se ci siamo baciati nel parcheggio del supermercato l'altro giorno e non mi sembra tu te ne sia preoccupato più di tanto" gli dissi, sorridendo maliziosamente.

"Sì ma non c'erano i miei genitori nelle vicinanze quella volta e il parcheggio era deserto" disse, scrollando le spalle. Sbuffai di nuovo.

"Va bene, va bene" dissi, sospirando.

"Quindi quando posso avere il piacere di darti un bac.." le mie parole furono interrotte dalla porta di ingresso di casa di Giovanni che si apriva e dalla madre di quest'ultimo che mi chiedeva se volevo rimanere a pranzo da loro. Accettai volentieri. Sua madre ci fece quindi segno di entrare. Giovanni mi passò accanto e, prima di dirigersi verso la cucina, mi sussurrò: "dopo pranzo in camera mia potremmo baciarci quante volte vogliamo". Restai un attimo fermo a guardarlo camminare e mi resi conto di quanto avrei voluto levargli completamente di dosso quei suoi jeans così larghi, che gli continuavano a cadere, facendo così intravedere i suoi boxer. Sul mio viso si formò un sorriso quasi diabolico, mentre mi dirigevo verso la cucina.

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⏰ Last updated: Aug 18, 2019 ⏰

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