𝟏.𝟑 ━ 𝐂𝐇𝐀𝐏𝐓𝐄𝐑 𝐓𝐇𝐑𝐄𝐄

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«Sono Steve Rogers» affermò Steve per placare un silenzio imbarazzante che si era creato.

Un uomo in sedia a rotelle che cercava lui e sua moglie... bizzarro vero? Perché proprio loro? Ok, Steve era Captain America, uno dei più grandi eroi mai esistiti, ma perché anche includere sua moglie? Che cosa c'entrava Victoria in questa storia?

«Charles, Charles Xavier.» Disse l'uomo sulla sedia a rotelle, in seguito le porse la mano e sorrise. Guardava Victoria, che lo osservava con diffidenza, se lo mangiava con lo sguardo, i suoi occhi azzurri ispiravano fiducia. Non a Victoria che, sotto gli occhi imbarazzati di suo marito, non si decideva a stringere la mano che Charles le aveva posto prima.

La bionda lo guardò dall'alto in basso e sorrise, falsamente.

«E io sono Bond, James Bond» la sua stupida risposta fece alzare gli occhi al cielo ad un terzo dei presenti, lei era l'unica che aveva sorriso. Anche Charles le sorrideva. Lui posò due dita sulle tempie e continuò ad osservarla. C'erano tante cose che non avevano ancora rivelato a Steve e Victoria. Charles continuava a guardare la donna, questa aveva ricevuto una gomitata da suo marito e le aveva pure chiesto di essere seria. A quella richiesta Victoria gli era letteralmente scoppiata a ridere in faccia e aveva smesso solo dopo aver visto la faccia stanca di Steve.

Neppure in vacanza si erano potuti riposare come si deve, tra il piccolo Arthur che impediva a Steve di dormire, tra gli stranieri che dicevano loro di aver bisogno di aiuto, i Rogers non si stavano godendo appieno le loro vacanze.

«Affascinante.» Fece Charles, tutti i presenti si voltarono verso di lui, non capivano per quale ragione avesse detto proprio quello.

«...e sposata» aveva aggiunto Steve prendendo Victoria per mano. Gelosia: modalità attivata. Lei sorrise a quel gesto e ricordò, nonostante non fossero tanti, i momenti in cui Steve si era dimostrato geloso. Victoria adorava quando si comportava così, e lei faceva altrettanto.

«Beh Steve, non puoi mica dargli torto» disse la bionda scuotendo i capelli. La sua umiltà l'aveva completamente abbandonata, ma da molto tempo. Chissà per quale motivo la trovava affascinante. Victoria era sudata – come biasimarla, quel giorno c'erano più di quaranta gradi - , coperta da un vestito molto trasparente che faceva intravedere il suo costume da bagno ed era perfino struccata. "Affascinante" non era la parola adatta per descriverla, almeno non in quelle condizioni.

«Intendo dire: la sua mutazione è affascinante» disse penserioso Charles. Anche i suoi amici sembravano essere sorpresi a quella sua frase, mentre Steve e Victoria erano ancora più confusi. Nick Fury, posizionato dietro la sedia a rotelle di Charles era piuttosto indifferente. Lui decisamente sapeva già tutto, come sempre.

Steve stava per dire qualcosa ma Victoria lo precedette, la donna fece un passo avanti, piegò la testa e alzò le sopracciglia.

«Amico, i miei cromosomi stanno alla grande» affermò con decisione la scrittrice.

«Quello che Victoria voleva dire.. – incominciò Steve avanzando, tanto da superare sua moglie che spinse delicatamente più indietro, Victoria non osò battere ciglio, stranamente – è che cosa vuol dire che la sua mutazione è affascinante?»

Charles spostò la testa, sorrise e aprì la bocca per parlare. «Pensavo che Raven ed Erik – indicò con una mano i suoi "compagni di viaggio" – vi avessero spiegato chi siamo. Avevo chiesto loro di non dire niente, e stranamente hanno seguito i miei ordini – era davvero impressionato dal fatto che Erik e Raven avessero tenuto la bocca chiusa, proprio come gli aveva chiesto. Voleva essere lui a spiegare tutto, arricchendo con dettagli che solo lui e Nick Fury conoscevano – inizio a sentire caldo, non possiamo spostarci dentro casa?» Chiese gentilmente Charles. Quel caldo e quello che stava per raccontare loro non erano affatto piacevoli.

Steve si offrì di portare dentro Charles con la sedia a rotelle, anche se non era lo stesso Steve Rogers di un tempo, restava sempre il solito ragazzino di Brooklyn.

«Charles, smetti di fare il misterioso, di' a Steve e Victoria chi siamo e cosa siamo» intimò Erik. Nick Fury, che non aveva spiccato nemmeno una parola si sedette comodamente sul divano, accavallò le gambe e si sfregò le mani. Sapeva che il divertimento stava per incominciare.

«Steve, Victoria, noi siamo gli X-Men, o almeno, una piccola parte. Siamo dei mutanti» lo disse in modo calmo e con molto tatto, poteva sembrare una cavolata, che questi fossero solo dei bravi attori e che li stessero prendendo per il culo. Oppure erano solo degli Skrull, come quel giochetto che aveva fatto proprio il direttore dello S.H.I.E.L.D anni prima, scambiò se stesso e Maria Hill con uno Skrull. Chissà se era davvero lui ad occupare quel posto sul divano dei Rogers, oppure era la sua copia Skrull.

Steve e Victoria non sapevano cosa rispondergli, speravano solo che lui continuasse il discorso.

Vedendo che nè Steve nè Victoria battevano ciglio, Charles decise di proseguire. «Avete una moneta da prestarmi?»
fece il mutante.

«Wow, adesso ci chiedi pure dei soldi» disse Victoria sarcastica forse troppo sarcastica. Si beccò un'occhiataccia da Steve, tanto per cambiare. Steve andò a controllare nel piattino in cui di solito poggiavano le chiavi, e lì vi trovò qualche dollaro accartocciato, alcuni penny e un quarto di dollaro. Lo afferrò e lo porse a Charles. Lui lo rifiutò e gli disse di passarlo ad Erik. Steve fece ciò che Charles gli aveva chiesto e consegnò la moneta a Erik.

«La nostra mutazione ci permette di fare cose fuori dal comune. Noi abbiamo una scuola, in questa scuola accogliamo ragazzi dai poteri straordinari, mutanti anche loro. Erik, fa' vedere loro cosa sai fare.» Disse Charles rassicurando Erik. Lui prese la moneta in mano e la fece fluttuare in aria, come se la sua dimostrazione non bastasse, fece muovere il lampadario sopra le loro teste, spaventando a morte i presenti.

«Erik è capace di controllare qualsiasi tipo di metallo» affermò Charles. «Mentre Raven... la sua mutazione le consente di mutare forma.» Finita la frase, Raven immediatamente assunse la sua forma blu e in seguito quella di Steve, il primo che aveva davanti.

«E' incredibile» affermarono i due Rogers allo stesso tempo. Subito dopo, Raven tornò nella forma "bionda da paura". Victoria, come anche Steve e Fury, pensò che Raven fosse una lontana parente degli Skrull.

«Charles, invece qual è il tuo potere?» chiese Steve incuriosito.

Lui rise. Nick, anche, guardò la coppia ridendo. «Preparate la mente, quando entra lì dentro è davvero fastidioso.» Raccomandò Nicholas.

«Va bene» disse Charles tra sé e sé. Posò due dita sulla tempia sinistra e guardò Steve.

«Ti ricordi di me?» sentì Steve, peccato però che quel suono non era uscito dalla bocca di nessuno dei presenti. Si guardò attorno, per vedere se qualcuno avesse parlato alle sue spalle: non c'era nessuno.

«Davvero non ri ricordi?» domandò quella voce nella testa di Steve. Non sapeva che era proprio Charles che gli parlava. Il biondo si guardava intorno confuso.

«Certo, non puoi ricordare, ti ho rimosso i ricordi di quel pomeriggio passato con Jean... questioni di sicurezza. Ma adesso devi ricordare, adesso puoi Steve» sussurrò di nuovo quella voce nella sua testa. Steve ricordò quando aveva conosciuto Jean, e non solo! E anche di quando aveva parlato di sfuggita con Raven, Erik e con Charles. «Annuisci ed uscirò dalla tua testa» continuò Charles.

Steve annuì. Raven, Erik e Fury avevano capito che Charles era nella testa dell'ex capitano. Per Victoria – che non era mai stata così confusa in vita sua – Steve stava annuendo totalmente a caso.

«Victoria, — iniziò Charles – io sono entrato nella mente di tuo marito. E' questa la mia mutazione. Io sono un telepate... proprio come te»

𝐍𝐎𝐍 𝐄' 𝐔𝐍 𝐀𝐃𝐃𝐈𝐎 ─ steve rogers ²Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora