Due.

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Riprendo a camminare, ancora confusa da quell'incontro. Decido di avviarmi verso l'albergo.


Una volta entrata in quella stanza semi vuota, l'angoscia si impossessa di nuovo di me. Sono stata lasciata lì, sola ed indifesa, col cuore scoperto che urla di dolore al minimo contatto con quelle lenzuola congelate.

Conclusione: non posso dormire su questo letto, non dove avremmo dovuto dormire insieme.

Conclusione ancora più ovvia: ho appena perso il sonno ed è quasi l'una di notte.

Ho capito, mi faccio una camomilla.


Mentre sorseggio il liquido caldo ripenso all'assurdità di quel giorno. Ero stata lasciata nel bel mezzo di una città a me sconosciuta ed ho incontrato un'apparente star di Hollywood.

A proposito, come ha detto che si chiama?

Mi alzo dalla sedia e mi avvio verso la camera da letto, dove giace la mia valigia, ancora intoccata da quella mattina, e prendo il computer.

Lo apro e lo schermo illumina subito il buio che mi circonda. 

"Tom Holland", le mie dita digitano frenetiche senza che il mio cervello dia loro l'impulso.

Vediamo un po'.

"Spiderman Homecoming: conosci meglio il protagonista della nuova saga dell'mcu, Tom Holland!"

Cazzo. 

Quello era veramente l'interprete dell'uomo ragno. Ed io non avevo la minima idea di chi fosse. Non che non mi piacciano i film Marvel, solo, non  sono molto aggiornata.

Cosa può spingere un ragazzo così avvenente ed al picco della sua carriera a chiedere un appuntamento ad una ragazza completamente sola, della quale il  mondo intero ignorava l'esistenza, nel bel mezzo delle strade di Venezia.

Non lo so, però la cosa mi sta facendo un certo effetto.

Chiudo il computer, reputando sufficienti le mie ricerche. Prendo un cuscino dal letto, lo sistemo sul divano, dove mi distendo.

Naturalmente, nell'esatto istante nel quale provo a chiudere gli occhi, il mio cervello inizia a prendermi per il culo.

Ripenso a tutti i momenti passati con lui, a come la mia vita fosse al massimo, a quanto mi sentissi appagata da quella relazione. E poi le macchie di rossetto sulla maglietta, lividi non ben definiti su parti del corpo dove, solitamente, i lividi non finiscono. Ed ancora, la mia decisione di ignorare la cosa e fingere, per paura di restare sola forse. O forse per paura della sua reazione, vista la violenza che lo caratterizzava negli ultimi mesi. 

Inizio a sentire umido sul mio viso. vicino un dito. Sto piangendo, bene. Tanto vale che continui, non c'è nessuno a vedermi.

E così feci, fino al sonno più profondo.


L'amore è un gioco in cui si perde.



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Lo so, questo è piuttosto corto, ma è di passaggio, mi serviva principalmente per introdurvi al cuore spezzato di Martha. 

Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima!


Wicked Game/ Tom HollandWhere stories live. Discover now