Quattro.

97 8 3
                                    

Martha.

Apro gli occhi e sento uno scrosciare d'acqua andare avanti indisturbato. 

Poi delle parole iniziano a farsi vive, accompagnate da una chitarra abbastanza familiare. Tom sta cantando... i Nirvana?

"One baby to another says, "I'm lucky to have met you"
I don't care what you think unless it is about me
It is now my duty to completely drain you
I travel through a tube and end up in your infection"

Mi avvicino alla porta del bagno senza farmi sentire troppo, ma vengo tradita da me stessa e, senza accorgermene, vado avanti con la canzone. 

"Chew my meat for you
Pass it back and forth in a passionate kiss
From my mouth to yours
I like you"

"Non ti facevo una tipa da Nirvana"

"Cos'è, una notte passata insieme ti fa credere di saper tutto di me? E comunque sono la mia band preferita, se proprio ti interessa saperlo"

"Beh, mi fa piacere sapere che abbiamo una cosa in comune. Dormito bene stanotte?"

"Se intendi le tre ore di sonno che ci siamo concessi, si, le ho passate tranquillamente. Tu?"

"Ho dormito come non facevo da mesi"

"Spero sia in parte grazie a me"

"Solo grazie a te. E poi volevo parlarti di una cosa"

"Ti ascolto"

"Te l'ho già detto ieri sera, esco da una relazione abbastanza complicata che si è chiusa malissimo. Per questo, non capita mai che io vada a letto con una ragazza così velocemente come è successo con te. Ma tu hai qualcosa di diverso, sei riuscita a prendermi come nessuna faceva da tanto"

"Beh, se è quello che stai tentando di dirmi, mi piaci molto anche tu Holland. però ricordati quello che ci siamo detti ieri... senza impegno"

"Si, penso sia meglio per entrambi in questo momento"

"Ed ora vatti a vestire e giriamo un po' questa città, mi sembra di capire che tu abbia la giornata libera, visto che è quasi mezzogiorno"

"Pensi di scamparla così?"

Sento una mano prendermi per il polso, mi giro e mi ritrovo a mezzo centimetro di distanza da quei tratti che devo ancora imparare a conoscere per bene. Mi tira ancora di più verso di sé. Sto per cedere, ha un potere strano su di me, ma riesco a fermarmi. 

"Appena torniamo qui, pazienta un po'" gli dico ad un sussurro dalle sue labbra.

Lo vedo cambiare espressione:  "sei tremenda"


***

Ci fermiamo a pranzare in un bel ristorantino poco lontano dal luogo del nostro primo incontro. 

"Ho una famiglia abbastanza numerosa alla quale sono molto legato. Sento continuamente la mancanza dei miei fratelli, ma anche quella dei miei genitori. Alla fine della giornata, sono stati loro a spronarmi a fare le audizioni per che si è rivelato il ruolo che mi ha cambiato la vita. Mi hanno permesso di girare il mondo per inseguire quel sogno, ed io gliene sarò eternamente grato."

Tom parlava, ed io stavo ad ascoltarlo, attenta a non perdermi nessuna delle sue parole. Non capita tutti i giorni di trovarsi seduti a tavola con una star del cinema che ha ancora un futuro  brillante davanti. 

"Tu invece? Parlami un po' di te" era particolare questo ragazzo, perché si allontanava dallo stereotipo dell'attore pieno di sé e megalomane. Mi fece quella domanda con tutta l'innocenza e tutto l'interesse che avrebbero potuto caratterizzare un comune ragazzo della sua età.

"Sono nata ad Aberdeen, e non credo sia un caso che mi piacciano così tanto i Nirvana, visto che anche loro sono nati lì. Casa mia è sempre stata piccola ed un po' sgangherata. Purtroppo non ho alcun fratello, e, sebbene non soffrissi la solitudine da bambina, nel corso dell'adolescenza mi sono trovata più volte a desiderare una compagnia, qualcuno che potesse capirmi con un solo sguardo. Mi sono trovata a desiderarlo anche quando mi sono ritrovata qui, sola in maniera del tutto forzata. Nonostante questo, voglio un bene dell'anima ai miei genitori. Quando ho scelto di trasferirmi per il college, non hanno battuto ciglio. Hanno gioito con me quando ho saputo di essere stata presa. E poi c'è stato Mick. Era una parte tanto importante della mia vita, c'è stato quando tutti mi avevano voltato le spalle. Ma poi ho capito che mi tradiva, ma è stata una cosa graduale, e perciò più dolorosa. Ne ho avuto la certezza quando mi ha piantata in asso qui, ieri."

Mi rabbuio un po', me ne accorgo perché sto fissando un punto indefinito del luogo in cui ci troviamo.

"E poi hai incontrato me" un sorriso dolce si immette nella mia traiettoria visiva.

"Fortuna del caso" sorrido io in risposta. 


***

La gondola che ci trasporta ci culla con i suoi movimenti oscillanti. In realtà sarebbe meglio dire che culla solo me, visto che Tom sta soffrendo proprio per via di quei movimenti. Dopo qualche minuto, però, torna in sé e comincia a godersi quell'esperienza. Forse questo viaggio in Italia non si sta rivelando così tremendo come prometteva. 

Mi appoggio sulla sua spalla, un po' incerta ed anche imbarazzata dal contatto che sto ricercando in questo semi sconosciuto. Lo sento reagire quando mi cinge le spalle con un braccio e con la mano prende ad accarezzarmi i capelli. Mi lascio sorprendere dalla meraviglia di quella città, mentre sento una voce che mi sussurra qualcosa: "questo mi sa che non me lo dimenticherò mai"

Dopo un po' scendiamo, e decidiamo di fare un'altra lunga passeggiata fino a sera, quando ci sediamo in un piccolo locale, con l'intento di provare, per la prima volta, la pizza italiana.

"Qui la pizza con l'ananas è bandita, ma io in America l'ho mangiata qualche volta e mi è piaciuta"

"Martha! Non sarò italiano, ma questa è una bestemmia anche per le mie orecchie" dice lui per poi buttare la testa all'indietro e liberarsi in una risata di cuore.

Rido anche io, contagiata da quel bambino intrappolato nel corpo di un ventitreenne.

Potrei quasi abituarmici.

***

"Credo di non aver mai mangiato qualcosa di così buono in tutta la mia vita"

"Non potrei essere più d'accordo, dobbiamo rifarlo" gli rispondo io mentre rovisto nella borsa per cercare la chiave della camera. Dopo qualche tentativo, finalmente la percepisco sotto il mio tocco. Apro la porta e mi lancio sul letto, abbastanza stanca dopo la lunga giornata trascorsa a camminare a piedi. 

"Nel cassetto dovrebbe esserci una maglietta molto grande, almeno di tre taglie in più. Puoi dormire con quella."

Tom si leva la maglietta. Deglutisco.

Si ma non così rumorosamente Martha, che cazzo!

Sfortunatamente lui se me accorge, che imbarazzo. 

Lo vedo avvicinarsi a me, con fare un po' fiero. 

"Qualche problema di idratazione, tesoro?"

"Sto benissimo, grazie per il pensiero!" lo liquido.

"Ah si?" si piazza sopra di me, io ancora distesa. 

"Non c'era una cosa che avremmo dovuto fare una volta tornati?"
"Non mi viene in mente nulla"

"Vediamo se riesco a rinfrescarti la memoria" sento una mano scendere sotto il mio vestito.

"Cazzo, Thomas"

"Come sai il mio nome completo?"
"Credi davvero che io non abbia fatto almeno una ricerca su di te dopo averti incontrato?"

"Colpito!"

"Ed ora stai zitto e vieni qui", dico accogliendo fra le mie braccia e in me quel meraviglioso ragazzo, comparso dal nulla nella mia vita.


Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2020 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Wicked Game/ Tom HollandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora