L'inizio di tutto

247 9 0
                                    

Mi sveglio un po' frastornata quella mattina, sempre col mio suono preferito. La sveglia. Mi alzo e dopo aver aperto le finestre faccio colazione con calma.

Quella mattina non avevo nessun corso ma sarei dovuta andare dal rettore per comunicargli la mia scelta. Così, dopo essermi vestita e truccata esco di casa. Prendo la metro e cammino per circa 5 minuti per giungere in università e mi reco nell'ufficio del rettore.

Dopo aver bussato, entro e saluto il signor William.
"Accomodati pure Rebecca. Allora hai pensato alla mia proposta?" "Certo rettore William. Ho deciso di accettare la sua offerta." "Benissimo, sapevo avresti accettato. Allora posso subito iniziare a parlarti del ragazzo e di quello che dovrai fare con lui." "Va bene signore". "Il ragazzo in questione si chiama Jace, ha 25 anni ed è in prigione da 3 anni. Gli rimane ancora 1 anno da scontare, ma potrebbe uscire tra 6 mesi per buona condotta. È in carcere per una rapina mano armata finita male, e lui insieme a 4 teppisti è stato colto sul fatto dalla polizia del posto." "Oh signore." "Voglio solo metterti in guarda su una cosa. È un ragazzo cattivo, che non ha mai avuto niente nella vita è ora è arrabbiato col mondo. Ha perso i genitori quando aveva tre anni ed è stato mandato in orfanotrofio. Fece continuamente avanti e in dietro da una famiglia all'altra, quando a 8 anni capitò in una famiglia di persone apparentemente per bene. Ma il padre iniziò a picchiare sia lui che la moglie, che morì di infarto quando Jace aveva 9 anni."

Dopo aver udito quelle parole mi scese una lacrima che scacciai subito e andai avanti a sentire quello che il rettore mi diceva.

"Dopo la morte della madre il padre fu mandato in carcere, e cosi lui tornò in orfanotrofio dove ci rimase fino ai 18 anni. Tu dovrai aiutarlo nello studio di 4 materie: inglese, matematica, filosofia e italiano. Dovrai fargli da tutor per 3 mesi. Inizierai lunedì, quindi hai tre giorni di riposo. L'orario in cui dovrai aiutarlo sarà dalle 16 fino alle 18.30, tutti i giorni tranne il week-end."
"Ma ci saranno delle guardie con noi?" "No. Saranno fuori dalla stanza e lui sarà ammanettato al tavolo, cosicché non ti farà del male. Ma in ogni caso c'è un pulsante rosso sotto al tavolo che potrai premere ogni qualvolta succeda qualcosa di grave. Ogni tanto ha degli attacchi di rabbia e rischia di fare del male a qualcuno. Lunedì poi dovrai recarti mezz'ora prima per parlare con il dirigente. Questo è quanto Rebecca." "Ok. Allora signor rettore la salutò. Avrei solo una domanda da porgerle, ma se un giorno non mi sentissi più di andare avanti, posso sempre tirarmi indietro?" "Certo Rebecca." "Allora arrivederci signor William." "Arrivederci Rebecca."

Arrivata a casa, cucinai un po' di pasta al ragù. Finito di pranzare, metto via tutto, e così decido che quel giorno l'avrei dedicato allo shopping e a me stessa. Andai al centro commerciale.

Comprai 1 maglietta nera, 1 jeans blu attillato e infine un vestito rosso un po' scollato per i miei gusti, ma che mi piacque un sacco. Decisi anche di andare dall'estetista a farmi una ceretta completa e delle nuove unghie.

Tornata a casa, chiamai la mia migliore amica Samantha.
Mi è sempre stata accanto sin da piccola, siamo praticamente cresciute insieme. Eravamo vicine di casa, ma quando poi ho perso i miei genitori andai a vivere da sola.

"Ciao Sam come stai?." "Benissimo piccola stronzetta, ti rendi conto che sono 3 giorni che non mi chiami?." "Scusami tanto ma sono stata un sacco indaffarata, e mi è completamente passato di mente. Comunque ti devo raccontare una cosa." "Oddio... sai che odio l'attesa." "Infatti. Sta sera cena da me?" "Ovvio che si. Vengo da te per le 8. Cosa mi cucini?." "Pensavo di fare la carne con il purè." "Perfetto, a dopo stronzetta." "A dopo Sam."

Dopo essermi lavata inizio a preparare la cena. Alle 8.15 arrivò Sam, come sempre in ritardo. Iniziamo a mangiare e dopo aver finito ci spostiamo sul divano dove le racconto quello che avrei dovuto fare lunedì.
Alle 11.30 Sam decise di tornare a casa e io di andare a letto.
Quella giornata era sta fin troppo lunga.

Amore proibitoWhere stories live. Discover now