L'incontro

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Jace si accorse di me e la sua unica espressione che riuscì a notare fu menefreghismo.
Se me lo immaginavo bruttino avevo proprio sbagliato a immaginare, perché era qualcosa di incredibile.

Aveva i lineamenti perfetti, la mascella squadrata con un mento un po' arrotondato e le labbra grosse ma non troppo.
Chissà come sarebbe stato morderle. Ma cosa vado a pensare. Infine gli occhi di un marrone scuro come i capelli.

"Mi aspettavo un uomo come tutor non una ragazzina." "Innanzitutto non sono una ragazzina ma una donna, e seconda cosa si da il caso che sono la miglior studentessa dell'Università. Per questo il preside ha scelto me." "Sarai anche una donna ma di certo non resisterai neanche due giorni qui dentro."
Non era la prima volta che venivo criticata da qualcuno, ma non mi sono mai lasciata intimidire da nessuno.
"Senti Jace Miller, sono qui soltanto per darti una mano, visto che ho la possibilità di aiutare qualcuno. Di certo non scapperò via con qualche tuo inutile insulto, non lascio mai le cose in sospeso. Soprattutto quando le iniziò." "Bene."
"Allora possiamo anche iniziare la lezione."

Aprii il primo cassetto e trovai il computer che tirai fuori anche se pensavo di non doverlo utilizzare, ma non si sa mai.
Nel secondo trovai i libri e così decisi di iniziare da italiano.
Gli pongo una domanda, al quale però non ottengo nessuna risposta.

"Mi puoi rispondere per favore?." "Ti ho detto che non lo so." "E io ti dico che non lo so non è una risposta." "Beh scusami tanto se non sono perfetto e intelligente come te. E scusami se non sono cresciuto in un castello con una famiglia modello." "Cosa ne vuoi sapere su come e dove sono cresciuta io. Non sai niente di me."

Intanto continuava con la mano libera sul tavolo a muovere le dita e far rumore, così decisi di mettere la mia mano sulla sua per fermarla. Con quel contatto ho sentito un brivido per tutta la schiena, quasi come se fosse stata una scossa.

"Che cazzo fai?." "Ti ho solo fermato. Continuavi a muovere la mano e mi davi fastidio. Ora puoi darmi la risposta?."
Dopo aver ottenuto la risposta ed essersi fatte ormai le 18.45 tornai a casa.

Ero esausta. Mi feci una doccia rilassante e rimasi dentro per più di mezz'ora. Avevo perso la cognizione del tempo. Dopo esser uscita ed essermi messa il pigiama andai a cucinare. Decisi di farmi un'insalata veloce con un petto di pollo.

Finita la cena mi lanciai sul divano, dove poco a poco stavo per iniziare a chiudere gli occhi quando ad un certo punto squilla il telefono.

Risposi con una voce un po' roca.
"Si chi è?." "Becca sono io. Sta sera ti porto in discoteca." "No no Sam. Stavo già dormendo sul divano e mi hai svegliato. Sabato andiamo, te lo prometto."

E così con queste parole promisi a Samantha di accompagnarla nel week-end in discoteca.
Dopo questa telefonata mi spostai in camera, dove sul letto crollai come un sasso, sfinita dall'intensa giornata.

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora