8-Il Grande Fratello Vi Guarda.

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Giovanna's Pov.

«Buongiorno.»
A distrarmi è Steve, che entra in soggiorno sbadigliando.
«Sei già sveglia?» Domanda con voce ancora assonnata.

«Sì.» In realtà non ho dormito per niente. Inizialmente sono stata a pensare e ripensare a ciò che mi aveva detto Steve su Yorick, e credo di esser arrivata alla conclusione che ha ragione. Sarei potuta morire e lui con me. Non avrei salvato nessuno.

«Ma hai dormito? » Chiede poi, alzando un sopracciglio e guardando confuso il libro che ho tra le mani.

«Avrei dovuto chiedere il permesso per frugare tra i vostri libri, ma dormivate e non volevo svegliarvi.» Mi giustifico, posando il libro sul tavolino al fianco del divano su cui sono sdraiata.
Dopo aver ammesso, sforzandomi molto, che Steve aveva ragione, non sono riuscita più ad addormentarmi, anche perché non volevo farlo. Avrei avuto di nuovo gli incubi e non volevo dar un'altra scusa al vecchio per potersi vantare di avermi salvata, ancora. Questa volta da un altro attacco di panico.

Ho deciso quindi di mettermi a girovagare per la casa e alla fine sono arrivata ad una libreria. Ho visto un po' tutto e alla fine ho scelto 1984 di George Orwell, uno dei miei libri preferiti. Credevo che avrei trovato dei romanzi rosa oppure libri sulla guerra, invece mi sbagliavo. Non ho trovato romanzi rosa ma alcuni libri di guerra.
Ho visto un po' i libri che avevano e alcuni di questi li avevo già letti, quindi ho optato per qualcosa che non leggevo da tempo.

È strano pensare di aver gli stessi gusti di Captain America, ma spero che molti di quei libri siano di Sam, dopotutto anche lui abita qui.

«Non fa niente. Vuoi del caffè? » Domanda, dirigendosi verso la cucina.

«Certo! Vivo di caffeina.» Scatto in piedi seguendolo, per poi sedermi su uno dei sgabelli del bancone mentre l'osservo accendere la macchinetta.

«Quindi hai dormito?» Afferma, voltandosi verso di me ed incrociando le braccia al petto, facendo ciò, mette in risalto i muscoli delle braccia già evidenti dalla canotta bianca.

«Sì.» Non è proprio una bugia. Prima che mi venisse l'attacco di panico stavo dormendo, quindi dire che non ho dormito sarebbe dire una bugia.
«Metti anche dello zucchero? Due cucchiaini.»

«Certo.»

«Non credevo che leggessi libri come 1984...» Ammetto un po' stupita.

«Cosa credevi che avresti trovato nella mia libreria?»

«Non lo so. Il Diario di Anna Franck o Cent'anni di solitudine?» Chiedo ma la mia domanda sembra quasi retorica.

«Hai mai letto Cent'anni di solitudine?» Domanda con tono serio.
Sembra che non possa permettersi di lasciarsi andare e debba restare per sempre serio o cadrà il cielo. Lo preferivo sta mattina, quando sorrideva.

Ma la mattina appena sveglio si infila un palo su per il sedere?
Perché non si rilassa un po'?

«No, ma credo parli di un uomo che ha vissuto per cento anni ma vivendoli sempre da solo. Tipo te.»

Mi guarda negli occhi, perplesso.
«No, non parla di questo il libro. Ed io non ho vissuto per cent'anni. Sono rimasto congelato per settant'anni. »

Salvata Dall'America. "Steve Rogers"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora