Sincerity is scary

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Tornare fu quasi una benedizione, non ne potevo più di stare a letto senza far nulla. Avevo pulito casa più di una volta per far passare il tempo ma ormai era così tanto in ordine da risultare noioso e inutile.

Quando arrivai alla piscina trovai Eren che sistemava le sdraio accuratamente. Quasi non potevo crederci, solitamente dovevo costringerlo per farlo lavorare.
Poggiai la mia bici e lo raggiunsi, cercando di capire cosa avrei dovuto aspettarmi da lui ma sembrava non avere nulla di strano addosso.
Si voltò dopo aver sentito i miei passi e il suo sguardo smeraldino incrociò il mio.

"Hey, sei tornato", disse con un piccolo sorriso imbarazzato. A quanto pare aveva preso sul serio il discorso del giorno prima poiché era vestito normalmente, senza nulla che catturasse particolarmente la mia attenzione.
Oh, forse le sue braccia ma non volevo ancora ammetterlo a me stesso.

"Sfortunatamente", lo presi in giro, sollevando leggermente un sopracciglio quando le sue guance si tinsero di un tenue e adorabile rosa. Non sapevo neanche perché il mio cervello formulasse certi pensieri.

"Ho già sistemato le sdraio", disse dopo qualche secondo di silenzio. Mi limitai ad annuire e presi posto sotto a quello che era diventato il nostro ombrellone. Tirai fuori una sigaretta dal mio pacchetto e la misi fra le labbra, lasciandola in bilico fra di esse. Lo sguardo di Eren era puntato su di me così mi voltai, cercando di capire se dovesse parlarmi o meno.

"Ne vuoi una?" domandai, sapendo già la sua risposta. Era praticamente ovvia e infatti scosse prontamente la testa. Mi resi conto che non sapevo quasi nulla sulle sue abitudini eppure non era uno sconosciuto ai miei occhi. Era come se avessi scoperto dei lati del suo carattere che non era riuscito completamente a nascondere.

Feci uscire il fumo in uno sbuffo, indirizzandolo verso di lui, trovando divertente quando iniziò a tossicchiare.

Carino.

"È così strano, non mi sento a disagio con te", disse a un certo punto. Quel commento fu piacevole, ero quasi tentato di sorridere ma mi trattenni. Le reazioni del mio corpo iniziavano a preoccuparmi.

"Questo è perché non mi hai ancora detto che musica ti piace. A seconda della risposta potrei insultarti pesantemente", gli dissi, assottigliando il mio sguardo. Era divertente vedere come reagiva, il suo viso era parecchio espressivo.
Feci qualche altro tiro prima di finire la sigaretta che lasciai nel posacenere.

"Quella musica pop coreana", disse e quasi sgranai gli occhi ma poi si mise a ridere. Quindi era anche in credo di fare delle battute.
Petra adorava quel genere, bastava lei con questa fissa, due persone non le avrei sopportate.

"Ho sempre ascoltato i cd dei miei genitori. Beatles, Eagles, Clash, Bob Dylan, vari generi", mi rispose seriamente stavolta.

"Sofisticato. Comunque ti stavo sfottendo, non sono un grande esperto. Tutto ciò che faccio è evitare il pop e il raeggeton", dissi, socchiudendo gli occhi davanti alla luce del sole che riusciva a raggiungermi anche da sotto l'ombrellone.

Non disse nulla e rimanemmo un silenzio. Non fu spiacevole ne imbarazzante. Entrambi sapevamo della presenza dell'altro e ce la godevamo anche in questo modo. Era strano, non mi ero sentito mai così a mio agio con qualcuno che non fosse Petra o mia madre.

Sentimmo i primi bambini arrivare dopo qualche minuto e fu Eren a raccogliere le banconote. Rimasi a guardarlo dal mio posto, studiandolo meglio ora che non poteva accorgersene. Indossava dei pantaloncini beige e una maglietta verde acqua, così simile al colore dei suoi occhi. Dio, lo preferivo dieci volte in questo modo e non capivo perché. Cosa c'era di così interessante in lui? Era solo il suo aspetto fisico ad attirarmi?

A swimming pool, you and I (Ereri-Riren)Onde histórias criam vida. Descubra agora