Days and nights we lost to weakness

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Mi rigirai il telefono fra le dita per l'ennesima volta, sperando di leggere il nome di Eren sullo schermo. Avrei voluto uscire di casa e correre da lui per capire cosa stesse pensando e perché non mi avesse ancora scritto qualcosa.

Lasciai il telefono sul letto e mi alzai dal divano per andare in cucina, sentendo l'odore della cena non appena misi piede nel piccolo ambiente. Mia madre si muoveva tra i fornelli, preparando chissà cosa. L'odore era buono.

"Apparecchi?" chiese, girando il viso verso di me per qualche secondo prima di tornare al compito che stava svolgendo.
Non risposi e mi avvicinai alla mensola che conteneva i nostri piatti. Ne presi due fondi e li poggiai sul tavolo prima di sistemare bicchieri e posate al loro fianco.
Sentivo un peso nello stomaco, una sensazione spiacevole che mi portava ad essere ansioso per qualcosa di cui non sapevo nulla. Avevo paura che le cose tra me ed Eren potessero andare male.

"Com'è andata ieri? Non me ne hai parlato", disse mia madre, bloccando il flusso dei miei pensieri.

"Bene", mi limitai a rispondere. Sapevo che avrei potuto dirle ogni cosa, non mi avrebbe mai giudicato e mi avrebbe anche confortato ma non mi andava di parlarne. Inoltre era una cosa delicata per Eren, mi sembrava di tradire la sua fiducia in un certo senso e avrei dovuto ragionarci meglio con lui prima di chiedere aiuto.

"Solo bene? Vi siete baciati?"

Si esaltava così tanto per queste cose. Alzai gli occhi al cielo e andai a prendere una bottiglia d'acqua dal nostro piccolo frigo.

"Si, si, ci siamo baciati", sbuffai, non essendo in grado di nasconderglielo. Sapevo bene che avrebbe insistito fino a farmelo dire.
La mia testa continuava a riportarmi indietro, quando avevamo incontrato Floch. Avrei voluto dargli più di un pugno e fargli capire, una volta per tutte, che non doveva permettersi di insultare Eren.
Pressai le labbra fra di loro, non lasciandomi sfuggire neanche un sospiro o mia madre avrebbe cominciato con la sua sfilza di domande.

Prima di addormentarmi controllai più volte il telefono, fissando lo schermo come se potessi fare qualche magia e far comparire un messaggio di Eren. Ero preoccupato, avevo capito quanto fosse fragile e avrei dato tutto ciò che avevo per dargli un po' di coraggio.
Abbandonai il telefono sul comodino e sospirai rumorosamente, portando il mio sguardo sulla finestra vicino al mio letto. La luce della luna illuminava parte delle mie lenzuola, attorcigliate alle mie gambe. Faceva fin troppo caldo per coprirsi del tutto.
Avrei voluto uscire fuori e correre da Eren per poter dormire con lui, cospargere il suo corpo abbronzato di baci e sussurrargli quanto fosse speciale. Tutto ciò mi spaventava perché non avevo mai avuto questi desideri verso qualcuno.
La paura di soffrire era tanta ma non potevo tornare indietro, non volevo.

Mi lasciai cullare dal dolce ricordo delle labbra di Eren sulle mie, dalle sensazioni che provavo quando parlavamo di tutto e niente.
Mi addormentai con quei pensieri, godendomi l'aria calda della notte che sfiorava il mio corpo.

La mattina dopo fu il caldo asfissiante a svegliarmi. Come ogni giorno mi feci una doccia ghiacciata e con la mia vecchia bici raggiunsi la piscina.
Avevo la spiacevole sensazione che Eren non sarebbe venuto e infatti davanti a me mi trovai la piscina completamente vuota e piuttosto triste senza la sua presenza.

Sbuffai infastidito e lasciai la bici contro il muretto prima di iniziare a sistemare le sdraio attorno alla pozza d'acqua. Dovevo tenermi impegnato per far passare il tempo e alla fine del turno sarei andato da lui ad ogni costo. Non poteva sfuggire dal mondo per colpa di alcuni idioti.

Il fastidio rimase per tutto il tempo e cercai di evitare il meno possibile le conversazioni con le mamme. Mi tenni occupato leggendo e fumando più di una sigaretta, sperando che potessero mandare via il mio malumore. Ovviamente fu tutto inutile.

A swimming pool, you and I (Ereri-Riren)Where stories live. Discover now