2. Da Lontano

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(Ovvero...

La mia cotta si frantuma,
la nuova Hogwarts fa schifo
le bionde mi perseguitano
e sono una specie di James Boond)

~◇~

Alla fine dell'anno scolastico, mia sorella, nel vano tentativo di riportarmi nelle fila dei Purosangue, mi aveva gentilmente introdotta negli austeri vagoni dell'Hogwarts Express dove le lodi del Signore Oscuro venivano decantate. Quel primo incontro, durato appena un viaggio in treno, aveva distrutto in un solo istante un amore durato anni, eppure era stato anche il punto cardine della mia vita, la base sulla quale scelsi di edificare la nuova Astoria. Per questo, e non per altro, alla fine fui grata di avervi preso parte. Ciò che non ci aiuta, ci fa comunque del bene, poiché ci fortifica.

Flashback

Astoria siede silenziosamente dietro Daphne, quando il treno fa una brusca curva facendole scivolare il libro di mano. È sempre quello, non lo ha mai lasciato, non lo farà finchè non potrà pagare il suo debito con Luna Lovegood. Si china a raccoglierlo e sulle sue labbra alberga un breve sorriso.

Astoria è cambiata. Lo sa sua sorella Daphne, lo sa il suo gruppo di amiche, lo intuiscono i suoi genitori, colpiti dalle lettere che manda loro. Lo hanno blandamente compreso i professori- Minerva McGrannit ora le riserva un silenzioso sorriso d'incoraggiamento nei corridoi, Piton sospira e la guarda torvo, Vitious le consiglia meticolosamente nuovi titoli ogni mese. Soprattutto, Astoria stessa lo ha compreso. È consapevole di essere entrata nella guerra, schierata nell'ombra dalla parte dei cosiddetti disperati, sostenitrice di un ragazzo, appena un uomo, con il quale non ha mai parlato.

Ma tutto questo Astoria non può pronunciarlo ad alta voce, o almeno non si arrischia a farlo, poiché è si dei buoni, ma pur sempre una Serpeverde di notevole intelletto e astuzia, naturalmente portata alla comprensione delle delicate dinamiche di due frazioni di guerra. E come ogni brava Traditrice, come ogni spia, continua a fingere eppure ha scelto, e anche se mette sempre in chiaro il suo pensiero, il discorso è sempre gestito alla perfezione, casuale, controllato in modo da poter essere facilmente deviato altrove, buttato sullo scherzo, gettato in un baratro di dimenticanza. Astoria ha scoperto di essere un'ottima mediatrice, un'intuitiva diplomatica, un'eccellente stratega. E non può che andarne fiera.

<Sorellina, vorrei presentarti qualcuno. Theodore Nott, che l'anno prossimo sarà ufficialmente un... tu-sai-cosa> è sempre discreta Daphne, almeno tra le mura di Hogwarts. E anche sul treno, a quanto pare. I muri hanno orecchie e occhi, è solita dire. E Astoria l'accontenta con la stessa discrezione, senza opporsi troppo, lasciando che gli eventi scorrano. Aspetta il suo momento e il momento è "non ancora".

Le due sorelle, così diverse in aspetto e carattere da apparire due estranee, sono lentamente dirette verso la carrozza dove Pansy Parkiston, Theodore Nott, Blaise Zabini, Tiger e Goyle discutono di Draco Malfoy. Draco Malfoy, che forse adesso è un'assassino, Draco Malfoy dei Serpeverde che una volta era un ragazzo Purosangue come tanti, Draco Malfoy che adesso è un Mangiamorte e sono tutti così fieri di lui e Astoria vorrebbe solo dimenticare la sua esistenza, perché ha portato ad Hogwarts la morte e soprattutto ha portato Voldemort e la guerra da lei. Astoria odia: odia non poter più affidarsi a Silente, odia Severus Piton, che una volta era stato quasi gentile con lei e ora è solo un mostro, e odia più di chiunque altro Draco Malfoy, che è l'ombra della morte e ha reciso come una forbice il fragile pezzo di carta che era la sua vita. Ha spezzato l'equilibrio. Astoria non è mai stata meno pronta per ricominciare.

Le Sette Ingiustizie di Astoria GreengrassWhere stories live. Discover now