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Andrea stava sull'uscio della mia porta. La prima cosa che notai fu la sua altezza. Dopo mi soffermati innevitabilmete sul viso: rividi quegli occhi chiari e deglutii. -Ciao, sono Andrea. Mia sorella ha detto che ti serve un po di compagnia. Sei nuova qui.- mentre parlava gli osservai le carnose labbra rosee e sperai che non se ne fosse accorto. -Ciao, sì mi sono trasferita qualche giorno fa- risposi evitando il suo sguardo. Mi sentivo in imbarazzo. Chissà cosa pensava di me. La sorella lo aveva costretto a venire qui controvoglia. Però non sembrava scocciato, anzi era tranquillo e aveva uno sguardo giocoso. -Non era una domanda. Io conosco tutti qui. - mi rispose ghinando e io lo invitai ad entrare. Si mise sul divano bianco del salotto e si fermò a guardarmi. -Ah va bene- non sapevo che dire, come comportarmi e cosa provare. -Ti porto a fare un giro stasera. Vedrai che pian piano ti piacerá qui. Anche io all'inizio facevo come te.- giocò con le sue mani grandi mentre parlava con tono deciso ma non severo. Il tono di uno che la sapeva alla lunga. Lo guardi confusa. -E cosa starei facendo?- feci una smorfia e strinsi le braccia sotto il petto. Lui rise e si passò una mano sul volto. -Stai nella fottuta Milano e non sei uscita una volta di casa. Sei una testa dura- un ghigno copriva le sue labbra e i suoi occhi brillavano. Io rimasi zitta e avevo un'espressione arrabbiata. Non mi conosce neanche, come si permette, pensai. -Ma che ne vuoi sapere tu.- mi limitai a dire solo questo. -Lo vedo. Ora preparati che andiamo.- si appropriò del telecomando e mise su un canale di musica mentre io ero ancora a bocca aperta.
Pensieri come "questo ragazzo si crede troppo" e "che carino però"  passeggiavano nella testa mentre effettivamente mi preparavo. Togliendo quel suo atteggiamento da so tutto io, non era male. Cercai di fare tutto il più velocemente possibile.
Finì per mettermi un jeans e un maglione bianco con delle scarpe sportive. Mi truccai giusto il minimo e presi al volo una borsetta.

Lui aveva una gamba sopra all'altra ed era concentrato sul telefono. Quando si accorse di me mi diede un'occhiata da capo a piedi e mise via il cellulare. -Hai fatto veloce.- si alzò -Non mi sono proprio impegnata- e indicai il mio outfit. Lui rise e scosse la testa.

Camminavamo uno di fianco all'altro. Lui con un'andatura decisa, passi grandi e il cappuccio in testa e io che a stento tenevo il passo, con le braccia che mi avvolgevano e ciuffi di capelli sul volto. Era buio ma le luci ci permettevano di vedere. Dal modo in cui Andrea camminava capì che molto probabilmente lui era ingrado di percorrere queste strade anche ad occhi chiusi. Ad un tratto accese una sigaretta e me ne porse una. - E come mai eri sola stasera?- aspirò, guardandomi -Mia madre è a lavoro.- lo imitai -Solo voi due siete?- il suo sguardo era difficile da sostenere ma così piacevole -Sì.  E tu invece non dovresti essere in tour o roba da cantanti?- stavo iniziando a sentirmi a mio agio. Lui rise e quel suono mi riscaldò, non che avessi freddo ma lo fece e basta. -Oggi sei stata fortunata.- e continuando a guardarlo mi dissi che forse sì, fui fortunata.

Mi faceva male lo stomaco dalle risate che innevitabilmete rilasciavo. Avevo già asciugato delle lacrime ma Andrea continuava a raccontare storie su storie di lui e dei suoi amici. Anche lui si stava divertendo, più  che altro rideva di me. Quella sera in quel locale del quale non so il nome e nemmeno come ci arrivai, fui spensierata e mi scordai della mia infelicità mentre Andrea mi passò un braccio sulle spalle.

Il rumore dei cucchiaini, seguiti dal rubinetto e dal caffè che esce mi svegliarono prima del mio risveglio naturale. Erano le sei del mattino e di nuovo...a quell'ora non sono in me. Provai a mettere la testa sotto le coperte nel tentativo di trovare silenzio ma la porta della mia camera venne aperta di scatto. -Amore io sto andando a lavoro. Ti chiamo più tardi va bene?- parlava a voce bassa come se servivsse a qualcosa dopo il baccano che aveva fatto. Mormorai un sì ad occhi chiusi. -Dopo mi racconti di ieri sera che sono curiosa!- aggiunse emozionata. Io non risposi e mi girai dall'altra parte.
Cosa c'era da sapere su ieri sera? Ero uscita. Con chi non doveva per forza saperlo e il fatto che mi batteva il cuore al suo solo pensiero neanche.

Cuci i miei tagli -ShivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora