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Quel giorno mi stavo convincendo che essere una stronza, avvolte, fa bene. Insomma dipendeva tutto dall'interpretazione degli altri. Io sarei dovuta stare con la coscienza apposto. Ma perché avevo i sensi di colpa allora? Mi sentivo afflitta e ancora non avevo fatto nulla. Ci stavo mettendo decisamente troppo nel postare quella foto. Era abbastanza ambigua, nulla di esagerato. Ma sapevo già che le reazioni sarebbero state catastrofiche. Da un lato una mandria di fan pronti ad eticchettarmi con nomi pesanti che mi colpivano dritto al cervello, dall'altro Andrea. Non sapevo se gli andava bene come cosa, non ne avevamo parlato, ma pensai che lui non si facesse problemi a mettere storie con me. E poi cazzo, siamo stati paparazzati assieme. Riguardo quel evento in molti affermarono che ero solo un'avventura di una notte. Ci rimasi male, ma non troppo perché io sapevo come stessero realmente le cose, più o meno.
La foto era una fata di recente. Nel mio ascensore. Lui di spalle con un capellino adorabile e io coperta dal telefono. Entrambi vestiti a dovere visto che quella sera era nebbiosa e acida. Quella sera era il secondo appuntamento. Mi portò al cinema. Vedemmo il Re Leone. Per tutto il tempo ci tenemmo la mano e io toccai il cielo con il dito. Dopo ci mettemmo nel portabagagli della sua Rover e fece freestyle, nominandomi numerose volte. Mi si ingrandì il cuore.
Con un sospiro e quasi ad occhi chiusi pubblicai la foto, senza taggarlo e senza descrizione. Non c'era bisogno di parole tra noi. Misi via il telefono e per distrarmi ordinai la mia camera. Misi la lavatrice, cambiai le lenzuola dei letti, stirai qualche vestito stropicciato e lavai il bagno.
Quando terminai i servizi avevo dolori alle braccia ed ero inzuppata di sudore.
Decisi di premiarmi con un bagno con tanta, tanta schiuma.

Avevo i capelli legati in cima alla testa ed ero rilassata al massimo nella vasca. Un bicchiere di champagne mi avrebbe portata in paradiso. Mi ritrovai a pensare alle persone che avevo nella mia vita. La mia dolce e cara mamma continuava ad avere, a mio parere, qualcosa di strano. Cercavo di non darci peso, dicendomi che fosse una mia paranoia. Martina era sempre energetica e piena di amore e non faceva altro che trasmettermi positività e sostegno. Le volevo bene e la consideravo la mia miglior amica. Il fatto che fosse l'unica mia amica non era molto importante. E poi c'era Andrea. Il mio Andrea. Amavo il suo sorriso perenne, la sua grinta, la sua testardaggine, la sua possessivitá e la sua dolcezza nei miei confronti. Forse era arrivato il momento di parlare dei nostri sentimenti.

Per quanto volessi evitare il più possibile i conti con la realtà, allo stesso tempo desideravo vedere le reazioni del pubblico. Con solo un asciugamano avvolto intorno al mio corpo, presi il telefono.
Il numero di like era decisamente salito da quando fui vista con Andrea, così come i commenti. "Ma state insieme?" "Bellissimi" "Lui merita molto di meglio." "Lascialo stare" "Ma quello è Shiva?" "Che carini" "@fuckshiva sei caduto in basso"
Era tutto un misto di insulti e negatività ma anche supporto. Quindi non ero né felice né triste. Il che era buono perché mi aspettavo di essere bullizzata al punto di arrivare alle lacrime. Tra tutte quelle notifiche non potevo che notare il like di Andrea e il suo commento che consisteva in un cuoricino. Ora ero felice.

-Piccola mi raccomando fatti trovare pronta. Io sto sistemando delle cose e arrivo.- si percepiva la leggera ansia di Andrea. Fra qualche ora ci sarebbe stato il suo concerto. Quindi l'ansia pre-show aggiunta al fatto che sia io che Martina dovevamo ancora prepararci non era il massimo. -Sì tranquillo A.- risi un po'. Il mio cucciolo. -A dopo chica.- e chiuse. Chica...questo era nuovo.

-Marti come cazzo bisogna vestirsi?- subito dopo aver chiuso la chiamata con Andrea, chiamai Martina in cerca di aiuto. -Tieni conto che si morirà di caldo e poi devi stare comoda. Non capisco quelle che vanno con i tacchi ai concerti. Io già fatico a stare in piedi normalmente, figurati poi se in mezzo a tutta quella gente che salta e urla ci riuscirei.- Dal darmi un consiglio si allungó a lamentarsi e divagare. Mi faceva tenerezza ma eravamo fuori orario. -Amo preparati velocemente, dopo parliamo.- la salutai mentre lei mi disse che avevo ragione.
Ero emozionata perché non solo sarei andata ad un concerto, ma avrei visto Andrea esibirsi e le mie aspettative erano alte.
Scelsi un completo a due pezzi, nero con qualche trasparenza. Fatto da me. Non lo avevo mai indossato ma quella sera mi sentivo coraggiosa e volevo osare. Forse era un po' troppo ma a me piaceva il modo in cui mi avvolgeva perfettamente. Legai i capelli in una coda alta e misi delle sneakers bianche. Pensai al discorso iniziato prima da Martina, riguardo i tacchi. Mi faceva proprio ridere.

Cuci i miei tagli -ShivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora