5. Ackerman e Jaeger.

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La mattina dopo aprii gli occhi, sorprendendomi del fatto che avevo dormito per tutta la notte.
Mi alzai e feci una doccia, stranamente calda, e mi vestii, per poi scendere di sotto in cucina.
Prima di entrare, però, mi girai verso la porta per il piano di sotto, e la aprii, scendendo in seguito davanti la porta della cantina.
Avevo dimenticato la tazza lì davanti, che idiota.
Appena feci per prenderla notai qualcosa che, non so per quale motivo, mi scaldò il petto...
Era vuota.

Guardai la porta davanti a me, sorpreso.
"Vuole la cioccolata"
Le parole di Joey mi tornarono in mente e tornai in cucina, ancora sbigottito.
Avevo bisogno di sapere di più su quella casa, su quel quartiere e su quel paesino in generale.
Non mi permetterà mai di fare ciò che ho in mente di fare... Ne sono sicuro.
Presi una giacca e la indossai, presi le chiavi della macchina, della casa, e il mio portatile, il cellulare, e uscii.

Salii in macchina e misi a moto, per poi allontanarmi e parcheggiare di fronte al primo bar con accesso ad internet.
Scesi e presi posto al mio tavolo dove posai il mio computer e ordinai.
Appena ottenni la password feci una profonda ricerca su Nordlingen e, cercando la sua storia, scoprii che era sorta nel bel mezzo di un cratere chiamato "Rieskrater", creato da un meteorite che cadde sulla terra 15 milioni di anni fa.
Cercai di risalire a periodi come dire...più recenti ai miei, e uscì un articolo sulla Seconda Guerra Mondiale.

"Quella fu davvero una brutta faccenda..." una voce anziana mi fece voltare, notando che alle mie spalle avevo un vecchietto che stava guardando lo schermo del pc.
"Salve..."
Mi sorrise di rimando.
"Di che faccenda sta parlando?"
"La faccenda che interessò questo paesino nella Seconda Guerra Mondiale"
"La conosce?"
"E chi non la conosce... E' su tutte le enciclopedie storiche, mentre per quanto riguarda la mia età, ce la raccontavano i nostri padri..."

Lo guardai, incuriosito, e mi alzai, allontanando la sedia che avevo di fronte a me per indicargli di sedersi.
"Mi permetta di offrirle qualcosa, vorrei sapere di più"
"Che giovane perbene che sei" mi sorrise e si sedette.
"Cosa preferisce?"
"Un tè e latte va bene, grazie!"
Andai al bancone, ordinai e gli portai il suo tè e latte, per poi posizionarmi di fronte a lui e prendere il mio taccuino con la penna.

"Tu vivi qui, giovanotto?"
"Vivo nel quartiere An der Reimlinger Mauer, proprio sotto le cinta murarie"
"Immagino che, allora, è normale farsi delle domande..." mormorò, aggiungendo lo zucchero nella tazzina.
"Le chiedo di dirmi tutto ciò che sa su quel quartiere, per piacere"
"Ma certo! Fu il lontano 1939 quando la Germania invase la Polonia! e due giorni dopo Regno Unito e Francia dichiararono guerra alla Germania. La seconda guerra mondiale stava iniziando, ma la Polonia cadde molto rapidamente, specialmente dopo che i sovietici l'ebbero attaccata a loro volta il 17 settembre. Il Regno Unito effettuò dei bombardamenti su , , e altre zone." iniziò a parlare della Seconda Guerra Mondiale.

Per due. fottute. ore.
E della storia di quel quartiere nessuna traccia!
Ma che cazzo di problema hanno i vecchi nel raccontare?!
"Ma tu cos'è che volevi sapere?" esordì, dopo che passarono, precisamente, 1 ora e 45 minuti.
Posato sul palmo della mano, mi riscossi dal mio periodo di lunga trance, e mugugnai un "del quartiere".
"Ah, sì sì!" si schiarì la voce. "Fu una delle sedi principali per gli esperimenti nazisti. Due famiglie vicine al regime, e all'epoca molto potenti, occupavano gran parte di quella zona"

Ecco. Ci voleva tanto?! Iniziai immediatamente a prendere appunti, su ogni minima parola che pronunciava.
"Quali famiglie?"
"Ackerman e Jaeger" deglutii. "Si diceva fossero posseduti dal demonio, perché ciò che pensavano e facevano non poteva essere concepito da menti umane"
Jaeger mi suona familiare... Mio nonno Kenny deve avermi accennato qualcosa...
"Potrebbe parlarmi degli Jaeger?"
"Loro conducevano gli esperimenti, gli Ackerman gli facevano da appoggio per procurargli i... materiali, chiamiamoli così..."
Quindi le persone su cui fare gli esperimenti...ok... pensai, scrivendo.
"Gli esperimenti venivano eseguiti su persone ancora vive"

Mio nonno una volta pronunciò un nome strano...Geisa? Geisha?
"Mio nonno mi parlò di loro, credo che accennò un nome strano, Geisha, o qualcosa del genere"
"A cosa servono i libri, ragazzo? Oppure quell'aggeggio che portate sempre dietro? Grisha Jaeger"
Grisha, ecco.
"Era il capo famiglia, era lui a condurre gli esperimenti. Dopo la caduta del regime, vissero nell'ombra come una normale famiglia"
"Sa dirmi qualcosa di più dettagliato?"
"Temo di no, mi dispiace... Oramai sono reperti da museo"

Merda... Temo che non troverò altro.
"Ma parlami di te. Come ti chiami? Da quanto vivi lì?"
"Il mio nome è Levi. Vivo in quel quartiere da circa 3 giorni"
"Capisco..." mi sorrise e io finii l'ultimo sorso del mio tè. "E' stato un piacere, giovanotto"
"Il piacere è stato mio, glielo assicuro. La ringrazio" dissi, chiudendo il portatile e mettendo gli appunti nella borsa.
Mi alzai, gli rivolsi un'occhiata piena di riconoscenza e tornai nella mia macchina, diretto ad un parco, per rilassarmi.

Lì feci una ricerca tramite il telefono sui musei più vicini che trattavano del nazismo nella Seconda Guerra Mondiale.
"Munich" fu il primo nome che attirò la mia attenzione: un museo sul nazismo a Monaco di Baviera.
Monaco di Baviera dovrebbe essere a circa un paio d'ore da qui...
Controllai ed era poco più di 1 ora e mezza.
Bene. Finalmente saprò di più su quella cazzo di casa.

Il mio telefono squillò e risposi immediatamente, avendolo già in mano.
"Quattrocchi"
"Levi...?"
"Dimmi"
"Come stai...?"
"Alla grande" mi alzai e feci due passi mentre parlavo con lei, raggiungendo la macchina. "Domani vado ad un museo"
"Un museo?" sembrava ancora più preoccupata di ciò che era il giorno prima.
"Sì, sul nazismo e sugli esperimenti nazisti"

"Wow è...interessante"
"Lo è. Senti, devo andare, sto guidando. Puoi portare un messaggio a Joey da parte mia?"
"Certo, aspetta..." sentii un paio di rumori incomprensibili. "Sei in vivavoce"
"Ciao, zio Levi!" urlò, felice.
"Ciao, Joey. Avevi ragione, ieri"
"Perché?"
"Ha bevuto la cioccolata"
"YAY!!! VEDI?! AVEVO RAGIONE, AVEVO RAGIONE!" cantilenò tutto felice, strappandomi un leggero sorriso.

"Un bacio, Quattrocchi."
"....ciao, Levi...." e attaccò.
Misi in moto e tornai a casa.

Dopo quella frase, Hanji si spaventò ancora più quello che era già, e immediatamente chiamò Erwin, l'unico che avrebbe potuto davvero aiutare Levi.
"Pronto" rispose, mezzo annoiato.
"Erwin, potresti passare a casa?"
"SIII ZIO ERWIIIN!!!"
"Per quanto voglia, avendo appena sentito Joey così felice, al momento non posso. Forse fra un'oretta, o poco prima"
Hanji sbuffò, picchiettando un dito sul tavolo con impazienza.
"Te lo dico al telefono, allora" non diede tempo al biondo di parlare, che iniziò lei. "Inventati una scusa e stai per un paio di giorni a casa di Levi. Non può stare da solo, ci sono delle cose che devi vedere."
Il silenzio dall'altro capo del telefono le fece capire che aveva attirato la preoccupazione di Erwin.
"Hanji, noi...possiamo fare poco. Se non parte da lui, ogni minima reazione, è inutile"
"Non si tratta di Levi, qui. Lui sta anche troppo bene. FALLO E BASTA!" e gli attaccò il telefono in faccia, sicura che quelle parole avrebbero smosso Erwin seduta stante.

Bring me to life.Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang