chapter thirteen

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wild life
— jack and jack.

Madison's point of view

La giornata di oggi è iniziata letteralmente di merda. Mi sono svegliata in ritardo, ho dimenticato di togliere i pantaloni del pigiama di colore celeste delfino Zoo Marine, e stavo uscendo con quelli in dosso, dopo averli abbinati ad una maglia rigorosamente giallo senape, di cui non ho la minima idea di come sia finita nel mio armadio.
Quando me ne sono accorta mi sono cambiata nuovamente, abbinando indumenti totalmente neri, e togliendomi un pensiero di dosso, per quanto riguarda l'abbinamento dei colori alle sette del mattino.

O almeno credevo fosse così, fin quando non mi sono accorta di avere la maglia al contrario. Ho provato, invano, a fare colazione; i cereali sono finiti, il latte non mi piace, ed il succo di frutta disponibile è solo quello al gusto mela-banana.
Non è che mi faccia schifo o lo disgusti, ma sono dell'opinione che il succo ACE, o il multivitaminico, siano duecento volte meglio.

Sono caduta dalle scale, e credo di essermi procurata un livido sulla natica destra, poiché mi fa particolarmente da quando mi sono seduta; il polso fasciato tre giorni fa, mi fa ancora male, ma per fortuna riesco, bene o male, a muoverlo abbastanza decentemente da non sembrare un'impedita.

Sono appena entrata in macchina di Michael, prendendo posto di fianco a lui, e mi accorgo che si è colorato i capelli di verde, e non posso fare altro se non prenderlo in giro.

«Buongiorno splendore.» mi saluta, allungandosi verso di me per lasciarmi un bacio sulla guancia.

Lo fisso per qualche secondo, ispezionandolo attentamente, prima di stringermi nelle spalle.
«Buongiorno.. Zucchina? Ti piace come soprannome?»

«Non iniziare,» sospira, già annoiato, il mio migliore amico, «Chiamami Michael, e basta.»

«Va bene.» annuisco, «Buongiorno Michael e basta

«Madison!» cantilena lui fintamente arrabbiato.
«Ti avevo preso una cosa, e ora non te la do più. Sono arrabbiato.»

Sobbalzo sentendo quelle parole, sapendo già di cosa si tratta. «Dai Michael, stavo scherzando, lo sai che ti voglio bene.» sbatto le palpebre più volte, avvicinandomi a lui in maniera convincente.

«Quello sguardo da cucciolo lo odio.» borbotta lui, allungando la mano nel cruscotto, e tirando da fuori una conchiglia al cioccolato al latte. «Però, tieni.»

«Grazie!» gli occhi mi si illuminano immediatamente, e capisco che forse questa giornata non è iniziata così male.

Do un morso alla conchiglia strapiena di cioccolato che ho tra le mani, sotto lo sguardo divertito del mio amico. Ingoio un pezzo bello grande, prima di riempirmi totalmente le guance di cibo, in maniera maleducata.

«Che c'è?» domando, con la voce impastata.

Michael sorride divertito, prima di accigliarsi serio e puntare lo sguardo su qualcosa. «Hai la cioccolata sul naso, mi spieghi come cazzo fai?»

Michael parcheggia la sua auto nel solito parcheggio che antecede il cortile della scuola, ancora quasi totalmente vuoto. Metto piede fuori dall'auto, nell'esatto momento in cui in filo l'ultimo pezzo di dolce in bocca, ed il mio amico fa lo stesso, chiudendo poi la sua auto con la chiave.

Ora mi sento strana.

«Madison tutto bene? Hai una faccia..» osserva Michael, osservandomi con circospezione.

Scrollo le spalle. «Questa giornata fa letteralmente schifo, è iniziata malissimo, se non fosse per questa conchiglia al cioccolato che mi hai portato tu. E come se non bastasse, ora mi sento strana.» borbotto.

Never Be Alone ✘ 5SOS & 1DDonde viven las historias. Descúbrelo ahora