Prologo

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Era così stanco di quei soprusi, fin da bambino, era stato sempre bullizzato.

Ora che era un Omega adulto, veniva usato come schiavo del branco, unico Omega maschio, in tutto il branco.

Sfilò la maglia lacerata dall'ennesimo strattone che gli avevano dato.

Sul corpo portava molte cicatrici, che gli avevano procurato negli anni.

Odiava tutti, odiava anche se stesso, per essere ciò che era.

Chiuse gli occhi e fece un lungo sospiro, che gli procurò una fitta alle costole, guardò l'enorme ematoma che ricopriva quella parte.

Anche se era alto un un metro e ottanta non era per nulla muscoloso. Era magro, troppo. Veniva tenuto all'osso.

Una lacrima solcò le sue guance smunte.

Indossò velocemente un'altra maglia e tornò al suo posto nelle cucine come lavapiatti.

La casa branco era popolata, da molti lupi.

Alpha, Beta, Omega. Le Omega femmine venivano trattate meglio, alcuni Alpha ne avevano prese alcune in mogli.

Ma lui era un maschio. E in quel branco, dicevano che era un essere inutile.

Anche le Omega femmine lo trattavano come uno schiavo. E tutti ridevano alle sue spalle.

Chiuse gli occhi, molte volte avrebbe voluto morire, ma era così debole anche per i gesti contro se stesso.

Lottare non faceva parte della sua natura.

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Un'ennesima frustata sulla schiena gli lacerava la pelle, lo faceva morire nell'anima.

Crollò in ginocchio.

-Hai rubato!- Gridava il suo boia, il suo "padrone", quello da cui la sua vita o la sua morte, dipendeva.

-No, non ho rubato...- Mormorò esausto con le lacrime che scorrevano lungo le guance.

-Ti hanno visto mangiare!-

-Avanzi...stavo cibandomi degli avanzi, che sarebbero finiti nella pattumiera...- La testa piegata in avanti.

Il vecchio capobranco, non si sarebbe mai comportato in quel modo.

Purtroppo aveva lasciato il suo posto al figlio, che non aveva idea di come essere un capo saggio, buono e umile, oltre che un leader.

Lui era viziato, e non aveva mai lottato per difendere gli altri.

Aveva solo preteso, e il branco gli dava forza, per paura.

Un colpo alla porta lo distrasse.

Molti soldati entrarono nel salone, dove stavano.

-Chi vi ha dato il permesso di entrare?- Ringhiò rivolto ai soldati.

-Sire, il branco dei FallenMoon, chiede di vederla.- Disse il capo dei soldati.

-Che cazzo ci fanno qui?- Ringhiò alzando il braccio con la frusta e abbassandolo con forza sulla schiena dell'Omega.

Che emise un gemito, mentre sentiva lacerarsi ancora le carni.

Si piegò in avanti.

Tenendosi le braccia e raggomitolandosi, sembrando molto più piccolo di quel che era.

Il dolore lo rendeva più lucido con la mente, mentre lui voleva solo scomparire, e morire.

Pregò ancora la Dea Luna, che lo abbracciasse, e gli permettesse di andarsene, lenendo le sue sofferenze.

Ma invece continuava a respirare, e il suo cuore batteva continuamente.

-Fateli entrare!- Gridò ai soldati, mentre la frusta si abbatteva sempre piu forte e inesorabile sull'inutile Omega.

Il fatto che non urlasse, gli dava fastidio, lo odiava, quell'essere era qualcosa di contro natura.

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Qualcuno di piu forte di lui gli bloccò il polso, si voltò furente, con gli occhi rossi.

Ma altrettanto rossi erano quelli dell'uomo che lo aveva bloccato.

-Levami le mani di dosso, sei nel mio territorio, non puoi fare il cazzo che ti pare qui, Patrick!-

L'altro strinse gli occhi, levandogli la frusta dalla mano e lanciandola lontano.

-Vedo che sei il solito coglione, cugino!- Il ringhio con cui rispose l'altro fece tremare l'Omega.

Con la coda dell'occhio lo vide stringersi ancora di più fra sé, raggomitolandosi ancora di più, emettendo un lieve lamento di puro terrore.

Imperium Omega *Serie Imperium 2*Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora