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Mani delicate lo stavano curando.

Stendevano creme e bende fresche sulla pelle.

Voci che mormoravano intorno a lui.

Una mano delicata che gli sfiorava dolcemente la fronte.

-Ora sei al sicuro.- Disse una voce dolce, vicino al suo orecchio.

Era la stessa voce che aveva gridato verso l'Alpha che lo stava frustando.

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Quando lentamente riuscì ad aprire gli occhi si ritrovò in una stanza bianca. Macchinari di cui non conosceva nemmeno l'esistenza, erano attaccati al suo corpo, emettendo dei suoni strani. Era steso su un fianco. E i dolori che di solito provava, erano tenui.

Si sentiva come in un mondo ovattato. Frastornato e senza pensieri coerenti.

Lentamente rotolando sulla pancia si mise seduto, con le gambe che penzolavano fuori dal letto. Staccò i fili che erano attaccati al suo corpo posò le piante dei piedi a terra alzandosi e tenendosi sul letto.

Un senso di nausea gli salì alle labbra quando una vertigine gli fece girare la stanza davanti agli occhi.

Li chiuse e respirò a fondo varie volte. Per riaprirli e guardare verso la porta.

Un uomo.

Un bellissimo uomo lo stava guardando sorpreso.

Era alto, molto più di lui, robusto, e sotto quegli abiti doveva avere un corpo perfetto.

-Mi...avete...curato...- Balbettò mettendosi di nuovo seduto. Le gambe non ci pensavano proprio a sorreggerlo.

-Mio cugino e mio zio, non hanno mantenuto degli accordi...- Disse con voce tranquilla, senza muoversi.

Si spostò solo per un attimo, mentre due uomini entravano e si avvicinarono a lui, levando la flebo che aveva ancora attaccato al braccio. Gli presero la pressione e controllarono le ferite sulla schiena che erano quasi del tutto rimarginate.

La camicia ospedaliera che aveva addosso gli era leggermente scivolata da una spalla.

Patrick guardò quella porzione di pelle bianca, con il marchio imperiale.

Era una sorta di tattoo che compariva alla nascita, un lupo la luna e una corona.

E quel marchio lo definiva come un Figlio della Luna.

Si avvicinò lento e gli coprì la spalla. -Come ti chiami?-

L'Omega lo fissò, sorpreso che gli facesse quella domanda.

-Il vecchio Alpha, mi aveva dato un nome, ma il nuovo Alpha me lo tolse, dicendo che non lo meritavo...- Disse in un sussurro.

-Sai chi sono io?-

-Il cugino...dell'Alpha...- Balbettò.

L'uomo annui. -Gli Omega maschi devono essermi consegnati alla nascita, vengono istruiti, in tutto, anche nei combattimenti, la mia armata è fatta per piu della metà, di Omega e il resto da Beta. Gli Alpha, devono trattare gli altri come pari...-

L'Omega spalancò gli occhi sorpreso.

-Mio zio e mio cugino pagheranno ciò che ti hanno causato, ma non sarò io a decidere la loro punizione, ma tu stesso. Sai cosa significa il tuo marchio?-

L'altro scosse la testa.

-Sei un Omega Imperiale. Destinato solo al futuro Alpha Imperiale.-

-Eh?- il giovane si passò una mano sulla fronte e poi sugli occhi. -Io sono solo, uno schiavo...-Sospirò affranto.

-No! Tu sei il futuro Imperatore con l'Alpha che sceglierai come tuo consorte.- Patrick si era seduto sul letto accanto al giovane. -Che nome ti aveva dato mio zio?- Gli chiese dolcemente prendendogli la mano fra le sue.

Si sentiva così frastornato, così confuso, e la sua mente non riusciva a pensare lucidamente.

-Saphir...- Mormorò continuando a tenersi una mano sul volto.

-Zaffiro, curioso come nome. Come mai questa scelta?- Gli chiese.

E poi l'Omega alzò lo sguardo su di lui, e comprese il perché di quel nome.

Gli occhi dell'altro erano dello stesso blu degli zaffiri. Aveva due gemme al posto degli occhi. Rimase senza fiato per un lungo istante. Sentendo il suo cuore accelerare e pulsare in un modo quasi doloroso nel suo petto.

Anche il giovane parve turbato da quel momento particolare.

Patrick si alzò e si allontanò dall'Omega, fece un lungo e profondo respiro.

Posando la schiena sul muro e continuando a fissarlo.

-Scusa, ho dovuto allontanarmi, o...- Si passò una mano fra i capelli. -O rischiavo di fare qualcosa di sbagliato.-

Imperium Omega *Serie Imperium 2*Where stories live. Discover now