«Stavi scherzando?»
Alzai gli occhi al cielo, stanca delle continue lamentele da parte del ragazzo dai capelli neri che non aveva intenzione di zittirsi.
«William, ero completamente seria, adesso smettila» sbottai guardando allo specchio davanti a me le mie occhiaie.
Dopo l'uscita di Adam dalla palestra, tutti senza parole, avevamo deciso di ritirarci ognuno nelle proprie camere per elaborare un po' il tutto, ma a quanto pare William non aveva ben compreso il concetto di camera personale.
«Io non posso crederci, Alyx, sul serio?» si passò le mani sul viso.
Quando mi chiamava con il mio nome per intero e non con il soprannome che mi aveva affibbiato tempo fa, non si prometteva nulla di buono.
Era infastidito.
«È mio fratello!» alzai le mani in aria, «Cosa avrei dovuto fare, ucciderlo?»
Annuì convinto delle sue parole.
«Santo cielo, ma sei scemo?» ero sul punto di una crisi isterica.
«Non è tuo fratello, non avete lo stesso sangue, e neppure hai vissuto con lui, dato che il ragazzo che avevi in casa era una sua marionetta» ringhiò.
Mi avvicinai talmente tanto a lui da riuscire a vedere ogni singola sfumatura verde che partiva dalla pupilla e che si allargava in tutto l'iride.
Utilizzai tutta la mia concentrazione per evitare di perdermi per la millesima volta in quello sguardo.
«L'ho comunque avuto vicino, tu non sai cosa vuol dire scoprire tutto ciò che io ho scoperto in questi ultimi periodi, non sai cosa significa credere che la tua unica certezza da una vita, ovvero tuo fratello, è morto, per poi rivederlo sano e vegeto davanti a te che ti racconta tutte le bugie che ti ha propinato per una vita intera, non lo sai cosa ho provato e cosa sto ancora provando» presi fiato, «Quindi smettetela tutti di giudicarmi, al mio posto non sareste neanche voi riusciti a farlo fuori.»
Fece due passi indietro e assunse un'espressione mista tra l'angoscia e il fastidio.
«D'accordo, probabilmente non capisco cosa provi, perché come dici tu non so niente» sussurrò, «in fondo in tutto questo tempo che ti sono stato accanto facevo solo da spettatore, giusto?»
Passò una mano tra i suoi capelli, un suo tipico gesto di nervosismo, e picchiettò le dita sulla sua coscia.
«Non fraintendere le mie parole» dissi semplicemente.
«No, tranquilla» sorrise sarcastico, «Ho capito cosa intendevi, semplicemente non sono in grado di stare accanto a te e capire a fondo le tue emozioni.»
Sbuffai, a volte quel ragazzo era proprio duro a comprendere.
«William, io sono felice di averti avuto accanto per tutto questo tempo, non ho mai affermato il contrario» feci un passo verso di lui, che arretrò.
Finsi di non rimanere colpita e offesa dai suoi passi arretrati, fatti per mettere più distanza tra noi.
«Va bene, io so quello che hai passato e stai ancora passando, non so però che ruolo assumere nella tua vita per alleviare tutte le tue dannate sofferenze, accanto a te mi sento completamente inutile mentre vedo il dolore che prende il sopravvento, e inoltre dici che non ti capisco davvero» si sfogò.
Sorrisi malinconica, «Allevi le mie sofferenze soltanto con la tua presenza, lo vuoi capire?» mi avvicinai sperando di non vederlo tornare indietro, e lui rimase piantato nello stesso posto.
Gli misi le mani sulle spalle e continuai a sorridere dolcemente.
La sua espressione era triste e dubbiosa, come se non capisse più cosa fare.

YOU ARE READING
Post Fata Resurgo - L'ultima Fenice
Fantasy[COMPLETA] Alyx Allen non sa cosa si cela dietro al suo essere, non è consapevole di vivere costantemente nella menzogna. Crede di essere una monotona adolescente, finché diversi cambiamenti strani la sovrastano giorno dopo giorno, facendola immerge...