2. Il giorno dei giorni

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HARRY'S P.O.V

Los Angeles è senza dubbio la mia meta preferita; un giorno mi trasferirò definitivamente qui, nella città che più di tutte, può soddisfare le mie esigenze.

Domani devo tornare a Londra, non vorrei farlo; qui sto bene e ci sono sufficienti distrazioni, da tenere la mente occupata.

Londra non è più solo sinonimo di casa, è anche sinonimo di occasioni perse, e soprattutto di Grace.

Ho ancora poco tempo da trascorrere qui, e non ho intenzione di sprecarlo. La mia moto mi aspetta e le vie lungo la costa, anche.

Indosso il casco e metto in moto. Il rombo del motore mi arriva dritto allo stomaco; quando sento questo rumore, tutto il resto si ferma e rimango solo io; io e la mia moto, io e il modo per non pensare, io che gestisco me stesso.

Parto senza una meta, lo faccio spesso, nonostante le continue raccomandazioni di Greg e Steve. Il fatto che io indossi un casco, mi aiuta a mimetizzarmi in un ambiente così affollato; un giusto compromesso, fra sicurezza e divertimento.

Il vento caldo del pomeriggio mi accarezza il corpo, coperto soltanto da una t-shirt, e tutto quello che devo fare è lasciarmi condurre dalla moto.

Sto cercando di dimenticare questo giorno in tutti i modi, e correre in moto, sembra l'unico funzionante. La corsa di stamattina non è servita, e nemmeno la parentesi di svago con Kendall.

Mi sento dannatamente stupido e superficiale, forse come non lo sono mai stato; aggrappato a distrazioni inutili, che non mi facciano pensare a quello che ho lasciato, esattamente un mese fa.

È stato facile all'inizio: ero troppo preso dal tour per avere anche solo il tempo per fermarmi a pensare, a quella decisione che ancora oggi, ritengo la più giusta. Avrei potuto tenerla con me per sempre, impedirle di vivere come dovrebbe, una ragazza della sua età, ma Grace è molto di più di questo; più della ragazza di Harry Styles.

Grace è una donna che sa quello che vuole, quella che non deve essere, una delle persone che riesco a far scomparire con la mia presenza. Lei merita di più, qualcosa che io, con le mie responsabilità, non posso darle.

Mi ero imposto di togliermi dai piedi in modo definitivo, ma il mio egoismo ha avuto la meglio ancora una volta; le ho fatto mandare un mazzo di rose il primo giorno di lavoro e inviato qualche messaggio di circostanza, in modo da ricordarle della mia esistenza.

Egoista, stronzo, opportunista.

Questo i giornali non lo scrivono; si limitano a riportare i fatti peggiori che mi riguardano, le ragazze con cui sto uscendo, le serate in grande stile, e la mia fantastica ripresa post Grace. Peccato che ci sia anche altro, ci sia l'Harry che si trova costretto a circondarsi di superficialità, per colmare quel vuoto lasciato dalla ragazza, che ancora oggi, è in grado di farmi sentire la sua mancanza.

L'unica certezza che ho, è che finché ci saranno tanti chilometri fra noi, le cose saranno meno complicate. Non avrò modo di vederla, di pensare che, se solo volessi, potrei raggiungerla e vedere come sta.

Il sole sta tramontando ed è meglio che ritorni all'appartamento; la partenza è vicina, e io devo essere psicologicamente pronto per tornare in Inghilterra.

Faccio retro front e spingo al massimo l'acceleratore, forse questo basterà a ricostruire la facciata di indifferenza che mi sto cucendo addosso.

Nessuno si è accorto di nulla, nessuno è a conoscenza dei miei reali sentimenti, ma per qualche strana ragione, il discorso Grace, non è mai stato affrontato.

Sorrido fra e me, nascosto dietro al casco che vorrei poter indossare sempre; mi impedirebbe di fingere che lei non significa più niente per me.

Un giorno diventerà la realtà. Più il tempo passa, più diventa facile distrarmi, e spero fortemente che presto o tardi, diventi una cosa definitiva. Non avevo, e non ho scelta; questa consapevolezza aiuta, e aiuterà sempre.

Let It be ||A kind of magic||Where stories live. Discover now