Ventiquattro

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Stiles arriva a casa di Derek pochi minuti dopo. Il portiere lo fa entrare senza chiedergli nulla e Stiles pensa sia merito di Erica. Apre la porta cercando di non fare troppo rumore per non spaventarlo ma, appena entra, si rende conto che Derek non se ne sarebbe accorto comunque. La scena che gli si presenta davanti gli spezza il cuore: Derek è seduto sul divano ancora in pigiama, gli occhi lucidi fissi nel vuoto e una fotografia in mano. Stiles sa che in quella foto c’è il suo più grande rimpianto, Paige, la sua ragazza del liceo, quella che aveva morso sperando di salvarle la vita e che, invece, aveva rigettato il morso ed era morta tra le sue braccia. Stiles si avvicina piano e si inginocchia davanti a lui. “Ehi, ragazzone.”

Nessun segno da parte di Derek. Così Stiles decide di prendergli le mani e sfilargli la foto da esse. “Cosa ne dici se ci vestiamo e ti porto in un posto?” domanda.

Derek non risponde ma lascia che Stiles lo faccia sollevare dal divano e lo porti in bagno. Lo spoglia con attenzione per poi prendere un asciugamano, bagnarlo con acqua calda e lavarlo con cura. Lo pettina e lo veste con una tuta e una semplice maglia bianca: non deve essere elegante per il posto in cui andranno.

Lo tiene per mano mentre escono di casa e scendono. Derek non ha ancora parlato ma non oppone la minima resistenza a Stiles, nemmeno quando lo fa sedere in macchina. Guida per più di un’ora uscendo dalla città. Quando si ferma sono praticamente in mezzo al nulla. Derek lo guarda interrogativo e Stiles si gratta il retro del collo. “So che hai bisogno di sfogare la tua parte animale per stare meglio. Non ho trovato un bosco ma è ciò che c’è di più simile nella zona. E siamo soli” spiega.

Derek esce dalla macchina, si spoglia lentamente, si trasforma in lupo e comincia a correre. Stiles vorrebbe davvero avere la forza di seguirlo ma sa di non poterlo fare. Così si sistema in macchina sperando che Derek torni prima che si congeli del tutto. Passano ore e Stiles si è assopito quando qualcosa sbatte contro la porta. Apre gli occhi e si trova davanti un grande lupo nero. Sorride scendendo dalla macchina. “Ehi, lupone, sei tornato” sussurra allungando una mano per accarezzarlo.

Derek va incontro alla sua mano facendolo ridacchiare. “Che ne dici se torniamo a casa? Ho freddo.”

Il lupo lo fissa qualche istante prima di ritornare umano. Stiles non riesce a far a meno di osservare Derek completamente nudo davanti a lui. “Sei congelato” dice l’uomo con la voce roca di chi non parla da ore.

“Devo imparare a vestirmi più pesante.”

Derek se lo stringe contro. “Grazie” gli sussurra.

Stiles si lascia stringere e scaldare chiudendo gli occhi. Nemmeno si accorge che Derek lo ha sollevato e portato dalla parte del passeggero. “Che fai?”

“Andiamo a casa.”

“Ma la macchina è mia, devo guidare io” si lamenta.

“No, devi solo pensare a scaldarti. Al resto ci penso io.”

E Stiles non trova davvero nulla su cui ridire. Arrivano a casa di Derek che il sole sta cominciando a calare. Derek si è fermato a prendere qualcosa da mangiare e una coperta da mettere sulle spalle di Stiles. “Vai a farti una doccia calda” gli suggerisce.

“Non so se ne ho le forze” ribatte Stiles continuando a tremare.

“Sei un idiota!”

“Lo so, ma stavo pensando solo a te.”

Derek lo spoglia per poi svestirsi a sua volta. Stiles ha capito cosa vuole fare e un brivido gli percorre la schiena: era da tempo che non stavano pelle contro pelle e Stiles pensa che sia una delle cose che gli manca di più. “Sei triste” gli sussurra Derek abbracciandolo.

“Anche tu.”

Si addormentano assieme poco dopo.

Lost causeWhere stories live. Discover now