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Le foglie erano coloratissime e vive, seppur prossime al morire in cascate leggere e disordinate

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Le foglie erano coloratissime e vive, seppur prossime al morire in cascate leggere e disordinate. Immobili per l'assenza di vento contornavano il parco gremito di persone macchiando il cielo di rosso fuoco, di giallo ed alcune continuavano addirittura a mostrare fiero quel verde che le aveva accompagnate fin dalla loro nascita.
L'estate era finita, ma il caldo persisteva. Nel brillare del pomeriggio i ragazzi se ne stavano sulle panchine ridendo, mangiando gelati, prendendosi in giro. I più appassionati di sport facevano partite di basket all'interno del piccolo campetto di cemento dando anche un diverso tipo di intrattenimento a chi uscisse semplicemente per una passeggiata.
"Vieni con me, Capelli di merda."
Bakugou non era particolarmente educato o incline alle buone maniere. Sembrava non interessargli di niente se non di se stesso, diceva quel che pensava, se necessario arrivava anche alle mani.
Il gruppo di ragazzi guardò lui e Kirishima incamminarsi per il viale ghiaiato. Si chiesero cosa avessero da dirsi di tanto misterioso, ma nessuno si sarebbe attentato a seguirli.
Certo, Eijiro poteva essere considerato il migliore amico di Katsuki, ma c'era sempre un alone di mistero intorno ai gesti di quest'ultimo da spingere le persone ad impensierirsi almeno un minimo che non si ficcasse in mezzo ai guai.
Bakugou si fermò quando raggiunsero il muretto posteriore della gelateria. Quando erano più piccoli erano soliti appoggiare lì le loro biciclette.
"Ti piace proprio quel soprannome, eh?" Gli chiese Kirishima in un'espressione rassegnata ma divertita.
L'altro fece spallucce.
"A ognuno il suo... a te per esempio piacciono quei cappellini da sfigato."
"Quante volte te lo devo dire che hai proprio una boccaccia?"
Katsuki ghignò, Eijiro sapeva a cosa stava pensando.
"Sai una cosa in cui invece hai proprio buon gusto, Capelli di merda?"
Kirishima sorrise roteando gli occhi, come se avesse vissuto quella scena già milioni di volte e sapesse come sarebbe andata a finire.
"Dimmi."
Bakugou gli girò la visiera del cappellino e "Uomini" rispose, alzando un sopracciglio con fare provocatorio.
L'altro ragazzo neanche si guardò intorno per sincerarsi che non ci fosse nessuno. Borbottò qualcos'altro riguardo a quella boccaccia e si sporse in avanti baciandolo ancora ed ancora.
Lasciargli l'ultima parola lo rendeva sempre un po' più arrendevole e Kirishima, mentre lo sovrastava spingendolo contro il muro scrostato della gelateria, pensò che avrebbe dovuto lasciargliela più spesso.

BakuKiri ~ raccoltaWhere stories live. Discover now