🌜Non aver paura di sognare🌛
“Don’t you follow me, let me go
I will let you down, let me go
Even if your heart can’t take it
Light me up in flames”
-ZaynQuando Aaron mi ha detto di presentarmi in palestra alle tre del pomeriggio, in un primo momento ho pensato che stesse scherzando. Ma poi mi sono ricordata che non è il genere di persona a cui piace scherzare su cose del genere. O almeno, non quando è nella stessa stanza con Jamie e me.
E quindi sono qui, pronta ad entrare. Sicuramente un'ondata di imbarazzo mi investirà in pieno non appena vedrò gli altri ragazzi. Spero di aver capito bene e che intendesse davvero questa palestra; quella dove lui si allena.
Faccio un bel respiro ed entro, chiudendo velocemente la porta alle mie spalle.
«Sei venuta», la sua voce rimbomba in tutta la palestra e mi giro di scatto per capire da quale direzione provenga.
Mi si blocca il respiro quando trovo la palestra vuota; a parte me e lui, non c'è nessuno.
«Uhm...», dico, avanzando lentamente verso di lui. Perché mai dovrebbe darmi appuntamento in una palestra vuota e addirittura vicino a casa sua? Penso alle parole di Jamie e deglutisco.
No, non posso essere davvero così idiota da lasciare che questi dubbi si insinuino nella mia mente. Aaron non ha la faccia da cattivo ragazzo... Ma sappiamo tutti che a volte anche un angelo porrebbe diventare il diavolo.
«Tutto bene? Sembri smarrita», fa un passo avanti, sorridente.
«Sì, ecco, io...», mi schiarisco la gola. «Cosa ci facciamo qui, io e te?»
«Non so, ci alleniamo forse?», ride e poi smette piano, fino ad assumere un'espressione indagatrice.
«Solo noi due?», chiedo ancora.
«Va bene, Ariel. Cosa c'è?», questa volta cammina a passo sicuro verso di me.
«Mi sembra strano, tutto qui», deglutisco ancora, giocherellando poi nervosamente con le mie dita.
Lui alza gli occhi al cielo. «Strano? Perché voglio passare del tempo da solo con te? E parlare? E magari continuare ad insegnarti come difenderti?», alza un sopracciglio.
Lo guardo con un cipiglio e incrocio le braccia al petto. «Da chi dovrei difendermi?»
«Non lo so. Da un possibile aggressore? È un bene saper difendersi», fa spallucce. La parola aggressore fa accapponare la mia pelle. Se da una parte sto cercando di non pensare a quello che mi ha detto Jamie, dall'altra Aaron non rende le cose migliori.
«Quindi tu lo sapevi già», gli dico, iniziando ad indietreggiare.
«Eh? Cosa sapevo già?», domanda chiaramente confuso.
«Che ieri sono stata aggredita e tu oggi mi parli di aggressori. Andiamo, Aaron, mi prendi in giro? Sei stato tu?», sento che lo sto accusando ingiustamente, ma devo togliermi il dubbio in qualche modo. Anche se eravamo seduti allo stesso tavolo, il suo comportamento nei miei confronti non è stato di certo uno da premiare. Di questi tempi non posso fidarmi quasi di nessuno. Ho già commesso quest'errore una volta.
Lui solleva lentamente lo sguardo su di me e tira su le maniche della felpa grigia che sta indossando, l'angolo sinistro della bocca si solleva piano, come se fosse marcato dalla perfidia.
«Scusa, sirenetta», ride nervosamente. «Puoi ripetere?»
«Rispondi, sì o no? Sei stato tu?»
Lui stringe i pugni in modo talmente forte che le nocche gli diventano bianche. «E io ti ho detto di ripetere quello che diavolo hai detto».

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Non avere paura di sognare
Romance"C'è chi dorme per rifugiarsi nei sogni e c'è chi fa di tutto per sfuggire ad essi." La vita di Ariel McAvoy è tutt'altro che facile. Vittima di una relazione tossica e prigioniera dei suoi fantasmi del passato, Ariel cerca ogni singolo giorno di sf...