Parte 40 - Epilogo | BO$$, B*tch

1.4K 68 27
                                    

Sette mesi dopo

Il sole era alto e splendente nel cielo, gli uccellini cantavano allegri e un leggero venticello fresco, rendeva più sopportabile quel caldo atroce di fine luglio nella umida Seattle. Era tutto perfetto, come nella migliore favola che si rispetti. Tutto merito di quella donna, tutto merito suo e di Harry Thompson. Quel giorno era stato programmato nei minimi dettagli, anche in quelli più irrilevanti e superflui, ma era così che doveva andare. Pamela Thompson in persona si era presa cura della maggior parte delle incombenze, anche perché non avrebbe lasciato quel compito a nessun altra persona.

Era il matrimonio del suo unico figlio, per Giove! Doveva essere tutto perfetto e chi meglio di lei poteva impartire ordini a destra e manca?

Tutto era stato gestito dalle sue sapienti mani e, in effetti, ogni cosa sembrava essere fatta su misura per quel giorno e messa nel punto giusto per rendere il tutto nel complesso ancora più fantastico e favoloso. Questo almeno era quanto, da infinite settimane, si leggeva su ogni dannatissimo giornale di gossip nella sezione dedicata agli scandali, sì perché di quello si trattava per i giornalisti. Il matrimonio della famiglia Thompson era l'evento dell'anno ed era ovviamente sulla bocca di tutti a Seattle, tanto che alcune testate giornalistiche si erano addirittura imbucate alla Thompson Corporation solo per riuscire a scoprire qualche succosa informazione in più.

Venus, fortunatamente, era stata così presa dal lavoro e dalla sua vita amorosa in continua ascesa, che non si era nemmeno resa conto del tempo che era passato da quel giorno alla Thompson Corporation e del continuo assillo dei cosiddetti paparazzi. La maggior parte delle faccende logistiche e di intrattenimento Venus era stata ben più che lieta di affidarle alle premurose cure di Pamela, anche perché lei non avrebbe saputo fare di meglio, tutto il resto invece lo avevano gestito lei ed Harry. Gestito... sì più o meno. La mora e l'ex scapolo avevano deciso di tentare nuovamente la convivenza e questa era andata così bene, grazie anche alle innumerevoli nottate passate a divertirsi tra le lenzuola, che Harry Thompson, in un giorno stranamente afoso e caldo dei primi momenti di primavera, si era inginocchiato e aveva chiesto a Venus Perry la sua mano. Era solo fine marzo. La risposta positiva da parte di una Vee in lacrime di gioia, non si era fatta attendere per nulla, scatenando innumerevoli urla di gioia degli sconosciuti che avevano assistito al gesto plateale in pieno centro città. Sceneggiate a parte, la relazione tra la mora e il rampollo dei Thompson, andava a gonfie vele. Non esistevano più segreti e tutto, tra loro, veniva fatto alla luce del sole.

Ed ecco che era arrivato anche il grande e fatidico giorno: quello del matrimonio tra la sconosciuta e formosa Venus Perry e il ricco e intraprendente erede dei Thompson.
«Dove hai lasciato il foglio con il menù? Non lo trovo da nessuna parte.» Kylie, santa Kylie da Seattle aveva davvero tanta, tanta pazienza negli ultimi mesi. A farle passare la crisi post parto ci aveva pensato Venus con la sua ansia per il ritorno di fiamma e i suoi importanti preparativi per il matrimonio dell'anno.
«Non lo so! Ho svuotato tre volte la borsa stamattina e ancora non so dove sia quel maledetto foglio!» L'abito da sposa era ancora appesto all'armadio, riposto accuratamente nella sua custodia, pronto per essere indossato. Venus era un dannato fascio di nervi. Si sentiva su di giri e piena di adrenalina per il fatidico che avrebbe pronunciato entro un'ora e, allo stesso tempo, aveva un tarlo in testa che le distruggeva del tutto la poca e precaria calma apparente.
«Stai calma Vee è solo un foglio, adesso ci penso io.» Kylie non capiva il perché la sua amica fosse così nervosa. Essere agitati ed euforici era del tutto normale, ma non essere nervosi fino a quel punto.
«Io lo uccido!» Berciò la mora, alzando entrambe le braccia in aria con fare melodrammatico.
«Chi?» Kylie alzò le sopracciglia e si mise le mani sui fianchi. C'era qualcosa sotto, per forza.
«Harry! Da quando abbiamo fatto pace non facciamo altro che fare sesso. È un maledetto coniglio e non ascolta mai quello che gli dico! Come minino l'avrà preso lui quel cavolo di foglio.» Venus si lasciò sprofondare sul letto, posando la testa tra le mani.
«Tesoro, tranquilla. Ci penso io al foglio.» La bionda si andò a sedere accanto all'amica, stringendole le spalle in un abbraccio.
«Io credo che non mi lamenterei mai se mio marito mi chiedesse di divertirmi con lui tra le lenzuola, tutte le sere... Mai.» Kylie da qualche mese prestava la maggior parte delle sue attenzioni al figlio, così come faceva il marito. L'intimità di coppia alla quale erano abituati, prima dell'arrivo del loro bebè era un ricordo, ormai.
«Molto male. Che c'è che non va?» Venus alzò di scatto la testa, distraendosi dai suoi pensieri. Era così occupata a pensare a sé, da aver trascurato del tutto la sua più unica e vera amica che avesse mai avuto.
«Nulla. È tutto okay, solo un po' calmo, troppo calmo.» In una relazione la calma non va mai bene se è prolungata per così tanto tempo. Quello fu il turno della mora di stringere le spalle dell'amica in un abbraccio caloroso. Kylie aveva tutta l'aria di avere più bisogno di lei di un gesto d'affetto come quello.
«Kylie, te lo dico da amica. Devi tirare fuori le palle e riportare nella vostra coppia del sano e selvaggio sesso. Non hai neanche trentacinque anni santi numi!» La mora riteneva fondamentale in una coppia il rapporto che c'era sotto le lenzuola. Le parole e i gesti sono molto importanti in un rapporto, ma per lei lo era altrettanto l'intesa sessuale che due partner devono avere nell'intimità della camera da letto.
«Lo so! Solo ch-» Kylie si interruppe, presa in contropiede dal baccano che proveniva fuori dalla porta della stanza.

Mai nulla in piùWhere stories live. Discover now