Capitolo 1 - Scuola

1K 44 82
                                    

(T/N)'s pov

Le vacanze estive erano ormai giunte al termine, e una nuova giornata scolastica era alle porte. Detestavo la scuola. L' unico motivo che mi dava la forza di svegliarmi è la mia amica: ogni mattina non vedevo l'ora di rivederla.
Quando finì di prepararmi, salutai i miei genitori, e mi incamminai verso la fermata dell'autobus.

Appena arrivai a scuola, la campanella suonò. Entrai in classe, e mi sedetti vicino la mia amica, che mi stava tenendo un posto. «Buongiorno (N/a)!» dissi abbracciandola, e lei ricambiò. «Buongiorno! Pronta a iniziare un nuovo anno scolastico insieme?» disse con il suo solito sorriso splendente e contagioso. «Certo, non vedo l'ora di finire questo terzo anno! Insomma, prima arriveremo al quinto, prima ce ne andremo da qui.» risposi ridacchiando «Comunque, all'entrata di scuola, alcune nostre compagne, stavano discutendo sul fatto che in classe avremo un nuovo compagno. Sai chi è?» «Si, dovrebbe chiamarsi Randy Evans. Dicono sia stato bocciato nella sua precedente scuola, e che abbia deciso di trasferirsi qui.» mi disse (N/a). «Speriamo che non sia un tipo fastidio come gli altri, che disturbano la lezione» sospirai.

Io e (N/a) parlammo per un pò, finché non entrò in classe la professoressa di matematica, nonché materia che odiavo di più, a presentarci Randy: era alto, aveva i capelli neri spettinati, e dagli sguardi che assumeva non sembrava una persona studiosa e garbata. Ma l'apparenza spesso inganna, no? Quindi evitai di saltare a conclusioni affrettate.

Le prime lezioni, essendo il primo giorno, passarono velocemente, e arrivò l'intervallo. Io e (N/a) non amavamo andare in giro per i corridoi della scuola: li c'era solo caos. Caos creato dai bulli e alimentato dagli studenti che volevano assistere alle risse e litigate. Preferivo di gran lunga rimanere in classe a disegnare, insieme a (N/a) che invece amava leggere e scrivere.

Mentre stavo ripassando col pennarello un mio disegno che feci la sera prima, qualcuno me lo strisciò via, facendomi sbagliare e rovinare la mia opera. «Ehi!» dissi arrabbiata mentre alzai lo sguardo verso la persona che mi rubò il disegno, ovvero Randy «Ridammi immediatamente il mio disegno.» dissi con tono autoritario. «Certo, ma prima voglio vedere cosa stavi disegnando» Randy osservò il foglio, e scoppiò a ridere, attirando l'attenzione degli altri presenti in classe, che a loro volta ridacchiarono tra loro. «Spiegami cos'hai da ridere» mi arrabbiai, alzandomi e stringendo i pugni sui fianchi: odiavo quando qualcuno prendeva le mie cose senza permesso, figuriamoci quando deridevano qualche mia creazione. «Non dirmi che vai ancora dietro a queste bambinate» Randy riprese a ridere, facendomi infuriare ancora più di quanto non lo fossi già. (N/a) lo notò, e mi fece cenno di non perdere la calma, ma fu inutile. Presi dalle mani di Randy il mio disegno, strappando involontariamente un bordo, ma non me ne preoccupai: ormai l'aveva rovinato sottraendomelo. «Randy, senti. Io non sono una persona che ama litigare. Quindi farò finta che ciò non sia mai successo. E ora levati dalla mia vista.» dissi voltando il viso da un'altra parte, con la voce più calma che riuscì a mantenere. «Come vuoi. Voi ragazze... siete così deboli, hai liquidato subito la conversazione nonostante fossi furiosa con me. Non sapete difendervi come si deve, noi maschi siamo più forti di natura.» Randy stava per andarsene, ma ero troppo incazzata dopo le sue parole. Lestamente mi alzai, e gli diedi uno schiaffo potente in guancia, lasciando l'impronta rossastra della mia mano. Potevo passare sulle offese riguardo i miei disegni, ma non potevo tollerare che venissero offese le donne da chi si sentiva e credeva superiore al nostro genere. La campanella suonò e l'intervallo finì.
«Per oggi la passi liscia, ma presto mi vendicherò» Randy se ne tornò al suo posto guardandomi con la coda nell'occhio. Non ero intimorita dalle sue parole, dopotutto, oltre un'altra litigata, non sarebbe accaduto nulla di grave. E in caso contrario, avrei saputo difendermi in qualche modo. «(T/N) stai attenta a lui, non metterti contro...» disse
(N/a) preoccupata per me, ma la tranquillizzai.

Tutti possono cambiare - TicciTobyxReader [Dark Story]Where stories live. Discover now