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La luce del mattino trapelava attraverso le tende color panna e delicatamente accarezzava la mia pelle.
Le coperte in flanella catturavano il calore emanato dal mio corpo facendomi così rimanere in uno stato di pace e goduria.
Il canto degli ucellini- ma cosa diavolo mi sono fumata?!

Ok, ricominciamo.

y/n y/s, italiana di origine.
I miei genitori mi mollarono qui a Seul una volta che ebbi raggiunto la maggiore età per tornarsene in Italia...hanno sempre odiato l'atmosfera di questa città e la cosa è assurda dato che entrambi lavoravano qui e mi hanno concepita qui, insomma, hanno vissuto a Seul per almeno venticinque anni!

Cambiando discorso...studio lingue all'università e sono al secondo anno, lo so, sono vecchia...a volte sogno che Peter Pan si presenti alla mia finestra e con un 'seguimi, ti porterò sull'isola che non c'è' mi faccia volare fuori dalla finestra. Ovviamente volare verso l'isola che non c'è, non sul cassonetto che si trova proprio sotto la mia finestra. Una volta feci cadere accidentalmente un vaso contenente un cactus giù e non andò a finire bene, né per il cactus né per me, quel vaso me lo aveva regalato Jennie e non mi rivolse la parola per almeno una settimana...

Mi alzai dal letto e con tutta la forza che avevo in corpo camminai fino in cucina, ovviamente c'era già qualcuno in casa mia ed erano solo le otto del mattino, di domenica!

«Che cosa ci fai qui?»

Urlai una volta che mi ritrovai Jinyoung davanti, presi un colpo.

«Sto facendo colazione» disse ovvio e io alzai gli occhi al cielo.

«Perché indossi ancora gli occhiali?» gli chiesi una volta sedutami di
fronte a lui sul bancone della mia cucina.

«Non trovo più le lenti a contatto, devo comprarne delle nuove» mi informò ingurgitando un quintale di cereali tutti in una volta.

Comunque, lui è Jinyoung. Esperto in niente, un bradipo in pratica. Riesce a ucciderti con un solo sguardo, è davvero scorbutico quando vuole.
Studia anche lui, quarto anno, all'università, ma sezione di informatica, è un piccolo genio coi computer...allora, no. È esperto in qualcosa...
Lo chiamiamo...be' lo chiamiamo come ci pare in realtà. È il più grande, ma ciò non gli fa minimamente pensare al doversi occupare dei suoi amici più piccoli.
È uno dei miei più cari amici e vive affianco al mio appartamento, quello sulla destra, in pratica è sempre a casa mia...

«Che schifo questi cereali! Sono senza fibre? Ma chi crea questa robaccia?!»

«Si da il caso che tu ti sia intrufolato in casa altrui, quindi non lamentarti di ciò trovi nella mia dispensa!» lo sgridai adirata, quei cereali erano la fine del mondo a parer mio.

Il moro sbuffò e poggiò tutto il peso su una mano appoggiato sul banco della cucina.

Il moro sbuffò e poggiò tutto il peso su una mano appoggiato sul banco della cucina

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𝑺𝑰𝑫𝑬 𝑬𝑭𝑭𝑬𝑪𝑻𝑺 | lee felix • readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora