12. Ma di che diavolo state parlando?

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EDOARDO

«Edo, da quando, bevi così tanto?» mi chiede Riccardo, ridendo. «Non ti ho mai visto così. Hai litigato con Aurora?»

Bevo la mia birra e gli lancio un'occhiata glaciale.
Siamo al bar da un bel po' e non ho parlato quasi nulla. La verità è che sto bevendo per dimenticare quello che è successo ieri, dentro quella macchina. Soprattutto per il fatto che abbia approfittato di quel bacio sulla guancia, per girare il viso e sentire un minimo di quelle labbra.

Pensavo che una volta essermi tolto il 'peso', di sentirle, non ci avrei più pensato, invece mi sono sbagliato di grosso, perché dopo che è successo, ho stretto il pugno, per non cedere alla tentazione di stringerla tra le mie braccia e baciarla sul serio.

E io non posso, dannazione.
Non posso farlo.
Sto con Aurora e non devo dimenticarlo.

È praticamente fuggita via e ha fatto  bene, perché se fosse rimasta lì, non so se avrei avuto ancora il controllo delle mie azioni.
Devo starle lontano.

«No, sono solo nervoso per conto mio» dico con un tono di voce freddo.
Il mio amico scoppia a ridere.
«Scusa, ma da quando tu non lo sei?» mi chiede, divertito e ormai abituato al mio carattere.
Lo fulmino con lo sguardo e lui mi dà una pacca sulla spalla.

«Dai tranquillo, amico. La vita è degna di essere vissuta con felicità!»
«La felicità non esiste, Ric» dico, e lui alza gli occhi al cielo.
«Ecco il mio amico pessimista. Che dici se per questa sera fai finta di essere felice? Sta arrivando Giulia.»

Cosaaaa?
È un incubo per caso??
Ho appena detto di doverla dimenticare, cazzo.

«Io vado via» dico subito, senza pensarci troppo.
La devo evitare a tutti i costi.

«Perché?» aggrotta la fronte. «Sta già arrivando, quindi probabilmente la incontreresti all'uscita del bar e non mi sembra il caso ti veda andar via, quindi no. Resta qui!»
Che palle.
Non è possibile.
E lei sa che ci sono anche io?

Alzo gli occhi al cielo e lui si stringe nelle spalle, un po' confuso per il mio comportamento. Non mi chiede nulla ed è meglio così, non sapendo come giustificarmi.
Continuo a bere il mio bicchiere di birra fino a scolarla tutta, poi lo appoggio sopra il bancone e faccio un sospiro.

«Io vado in bagno, così puoi salutarla senza che ci sia io a fare la candela.»
Mormoro seccato, dato che vedere loro due che si baciano, non mi va proprio, in questo momento.

Riccardo annuisce e così mi alzo dal mio sgabello, diretto al bagno.
Sento la testa che un po' mi gira e forse ho solo bisogno di lavarmi la faccia per riprendermi.
Infatti una volta arrivato, è proprio quello che faccio.
Mi bagno il viso con l'acqua fredda e mi asciugo con un fazzoletto.

Stasera Aurora mi ha chiesto di uscire con lei, ma dato che il mio umore era sotto zero, ho preferito dirle di no, quindi sono uscito con Riccardo, ma adesso mi pento proprio di aver messo piede fuori casa, perché la serata non può che peggiorare.

Esco dal bagno e mi passo la mano tra i capelli, sempre più nervoso all'idea di vederla.
Di vederla con lui.
Aggiunge una vocina interiore a cui cerco di non dare retta.
Edoardo, sei fidanzato.
Cerca di ricordartelo.

Raggiungo il bancone, ma del mio amico non c'è traccia, così percorro con lo sguardo il locale e finalmente lo vedo di spalle.
Sta andando incontro a qualcuno.
E quel qualcuno è Giulia.

Ha una camicetta rossa e un paio di jeans a vita alta, che evidenziano la sua pancia piatta e i fianchi stretti.
I suoi capelli ricadono sulle spalle in morbide onde, accarezzando i suoi seni.
Mi mordo il labbro inferiore e distolgo lo sguardo non appena si avvicina a Riccardo e sorride.
È bellissima. Veramente stupenda.

Scusa se sono ottimista. Where stories live. Discover now