Vorrei che tu fossi qui

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Sono uscito da casa di Nelson ancora in lacrime, le quali, per tutto il tragitto fino alla mia abitazione, mi hanno accompagnato. Non riuscivo a fermarle e, una volta rientrato, hanno continuato a fuoriuscire ininterrottamente. L'ultima cosa che non volevo assolutamente fare era quella di ferire Nelson in alcun modo, ma so di averlo fatto. Per distrarmi un pò decido di accendere la playstation, ma è tutto inutile. In testa ho solo la sua immagine che mi guarda con quegli occhi pieni di delusione e sconforto. Ricomincio a piangere, un pianto lento e inesorabile, di quelli che ti corrodono anche l'anima. Provo a dormire, ma non ci riesco. Penso e ripenso alla nostra conversazione, a quanto Nelson abbia messo tutto se stesso nel dirmi che mi ama. Perché gli ho risposto così? Non volevo che andasse in questo modo. Eppure so perfettamente che lui mi ispira più di quanto penso. Ma ho bisogno di tempo, devo elaborare bene questa situazione perché per me è tutto nuovo.

...

La mattina seguente sul gruppo di Space Valley arriva un messaggio di Nelson dove ci informa che non verrà in quanto si è beccato l'influenza. Io so che è una scusa, ma lo capisco bene. Lui non mi vuole vedere, non dopo la batosta che gli ho dato ieri sera. Non rispondo al suo messaggio in quanto non trovo le parole giuste per farlo. Gli altri ragazzi hanno rimandato le registrazione a domani, così, dato che per oggi non ho nulla da fare, decido di prendere Chewbe e andare a fare una bella passeggiata sui colli bolognesi perché se resto un'altro pò dentro casa finirò per impazzire. Fortunatamente per me, una volta arrivato a destinazione, noto che non c'è quasi nessuno, solo qualche ragazzo che sta facendo un pò di jogging. Non avevo alcuna voglia di interloquire con nessuno, volevo restare da solo con le mie idee da schiarire. Lascio Chewbe correre libero mentre io ne approfitto nel prendere il mio Ipod e stendermi sotto l'ombra di un albero. Il mio sguardo vaga sul cielo così limpido e soleggiato che mi mette una tale tranquillità che non ho avuto per tutta la notte scorsa, dominata soltanto da irrequietezza e ansia. Chiudo gli occhi per assaporare quel momento di totale pace, ma che bruscamente viene interrotto dalla canzone dei Pink Floyd "Wish you were here" che avevo dimenticato di aver inserito nel mio Ipod. Questo stupendo brano musicale mi riporta alla realtà in maniera così violenta che le sue parole mi penetrano dentro facendomi ritornare in mente tutta la vicenda di ieri sera.

<How I wish, how I wish you were here>

continua a ripetere la canzone incessantemente. Ed eccomi di nuovo a versare lacrime amare mentre il mio pensiero si posa su Nelson, a tutto quello che in questi anni abbiamo fatto insieme, a quanto ci siamo divertiti e sostenuti nei momenti difficili.

< We're just two lost souls
Swimming in a fish bowl
Year after year
Running over the same old ground
And how we found
The same old fears
Wish you were here>

Mi rispecchio in pieno tra questi versi che sembrano descrivere alla perfezione il nostro rapporto.

"Siamo solo due anime sperdute che nuotano in una boccia per pesci, anno dopo anno corriamo sullo stesso vecchio terreno. E cosa abbiamo trovato? Le solite vecchie paure."

Le paure di cui parla il brano non so a quali si riferiscano precisamente, ma so per certo che le nostre paure le abbiamo sempre affrontate insieme superandole nel migliore dei modi. È proprio vero quando si dice che una canzone riesca a capirti molto meglio di una persona, perché riesce a scovare tutti i tuoi pensieri più nascosti e a farli emergere. Ed effettivamente è così anche per me. Finalmente l ho capito. Non voglio nessun altro a parte Nelson al mio fianco, e voglio cancellare per sempre quello che è accaduto ieri sera. Voglio tutto di Nelson, voglio la sua risata, i suoi capelli buffi e adorabili allo stesso tempo, il suo profumo e le sue morbide labbra da riempire di baci. Voglio Nelson e basta!

So che lui per adesso non mi vorrà parlare, ma spero lo stesso che vorrà ascoltare quello che ho da dirgli. Preso dalla foga del momento gli scrivo un messaggio che modifico tante volte prima di avere il coraggio di inviare.

"Domani mattina arriverò in studio un'oretta prima. Mi piacerebbe che anche tu facessi lo stesso perché ho bisogno di parlarti. È davvero importante".

Spero che, anche se non dovesse rispondermi, si presenti lo stesso all'orario che gli ho detto. Ho una voglia matta di abbracciarlo e confessargli tutti i miei sentimenti.

Cugini, ma non troppoWhere stories live. Discover now