Un bacio

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Dopo una lunga notte passata a piangere, con Tonno che faceva di tutto per calmarmi, è arrivata la mattina. Non ho alcuna voglia di andare da Cesare per fare colazione insieme, preferisco stare qui con il mio amico che mi è stato vicino quando il mio ragazzo è uscito con un'altra. "Nelson secondo me dovresti andare da lui e parlargli in faccia" mi dice Tonno preoccupato per il mio aspetto da zombie che mi ritrovo dopo questa notte in bianco. "Perché dovrei? Per sentirmi dire che in realtà sono solo un passatempo?" affermo io con aria veramente malinconica. "Non lo dire neanche per scherzo! Tu non sei un passatempo! E se quell'idiota lo pensa se la vedrà con me. Un pugno in faccia non glielo toglie nessuno!" mi assicura Tonno mostrandomi le dita della mano chiuse in una morsa. Gli sorrido in risposta a ciò e, facendomi forza, decido di andare da Cesare.

Per tutto il tragitto non faccio altro che inscenare nella mia testa le possibili conversazioni che potremmo avere. Mi preparo anche un bel discorso che, però, so già non riuscirò a riferire una volta che mi ritroverò di fronte a lui. Arrivato a destinazione, con il cuore in gola, busso alla porta della sua casa che viene aperta da Cesare con un grande sorriso. "Eccoti finalmente! Sono le dieci passate. Pensavo non venissi più" mi dice invitandomi ad entrare. "Infatti non era mia intenzione venire" sussurro tra me e me mentre guardo Cesare sistemare la tavola per la colazione. "Dai Nelson, muoviti! Sto morendo di fame" urla Cesare dalla cucina facendo segno di sbrigarmi. A fatica le mie gambe si muovono verso di lui, sembra come se al posto di esse avessi degli enormi massi di cemento che devo spostare per camminare. Più mi avvicino e più la mia testa va in tilt. Ma se sono venuto qua è perché devo parlargli. Devo chiarire una volta per tutte cosa sta succedendo. Mentre stiamo mangiando una deliziosa torta, Cesare nota che oggi non sono molto loquace, così mi domanda se è tutto apposto.

"Cesare tu mi ami?" gli domando con tono di sfida.

"Sicuro che ti amo! Che domande sono?" mi risponde perplesso. Istintivamente, mi alzo di scatto in piedi facendo cadere la sedia su cui ero appoggiato. Un'espressione corrucciata appare sul mio volto e una risata forzata fuori esce dalla mia bocca "Certo come no. Mi ami eppure preferisci il sabato sera uscire con la tua ex che stare con me!". A quell'affermazione Cesare rimane interdetto, senza parole. "Non ti aspettavi minimamente che lo scoprissi vero?" continuo a dirgli sempre più arrabbiato.

"Si è vero. Sono uscito con Sofia ieri sera, ma non è andata come pensi tu" mi risponde Cesare cercando di rimanere il più calmo possibile, cosa che io non sono in grado di fare in quanto la rabbia continua a crescere logorandomi sempre di più. "Non è andata come penso io? Cioè non avete scopato? Oh quanto mi dispiace che non sei riuscito a concludere nulla!" affermo più sarcastico che mai.

"Nelson adesso basta! Io non amo Sofia, amo te! Sono uscito con lei perché –"

"Non dire stronzate Cesare!" gli urlo contro interrompendo quello che stava provando a dirmi; "l'altra sera, usciti dal pub, mi hai ignorato totalmente, e non solo. Non hai risposto alle mie chiamate o ai messaggi che ti ho mandato. E poi... e poi...". Non riuscivo a frenare le mie parole. Ero talmente furibondo da tremare come non mai mentre piangevo lacrime di rabbia.

Timidamente Cesare si avvicina a me prendendomi per mano. "Guardami" mi sussurra con voce vacillante. Scuoto la testa come risposta negativa. "Guardami" mi ripete stavolta con tono più deciso. Nuovamente scuoto la testa. "Nelson ti prego guardami" mi supplica mentre con le mani mi solleva la testa facendo in modo che il suo sguardo si incroci al mio. Solo in quel momento noto che l'espressione di Cesare è più malinconica che mai.

"Sofia mi ha detto che gli piaci ancora e che ti rivuole" gli bisbiglio piagnucolando.

Cesare, dolcemente, posa le sue mani sulle mie guance asciugandole dalle lacrime che continuano ad uscire. "Lo so. Ieri sera mi ha confessato i suoi sentimenti, ma l'ho respinta" mi dice guardandomi dritto negli occhi.

"Perché l'hai respinta?" mormoro con voce rauca dovuta al pianto.

"Perché ti amo Nelson. Se sono uscito con lei ieri sera è perché mi sembrava giusto parlargliene in faccia e non tramite messaggio. Non dopo che sono stato per tanto tempo insieme a lei. Ma le ho detto che ora sto con te e che ti amo davvero tantissimo" ribadisce Cesare la cui espressione mi fa capire quanto sia dispiaciuto nell'avermi ferito.

"Mi dispiace se ho dubitato di te Cesi" gli dico veramente affranto per aver solo pensato che mi possa tradire. Cavolo, lo conosco da una vita e ho dubitato di lui. Mi vergogno tantissimo.

"No Nels, scusami tu per non averti detto nulla, ma non volevo farti preoccupare anche se alla fine ci sono riuscito lo stesso".

"Siamo proprio due imbecilli" dichiaro sorridendo d'istinto.

"Puoi dirlo forte" mi dice Cesare baciandomi delicatamente sulle labbra.

Quel bacio rappresentava il sigillo del nostro amore e, come per magia, ogni mio dubbio sparì. In quel momento non desideravo altro; volevo solo sentire le sue labbra sulle mie perché si sa che le conversazioni migliori restano quelle senza spazio tra due bocche. Non erano le mie labbra che aveva baciato; ma la mia anima che, finalmente, dopo un interminabile periodo buio era tornata a splendere più che mai.

"Ti amo da morire Cesare" gli sussurro tra un bacio e l'altro.

"Ti amo anche io Nelson, più di ogni cosa" mi risponde con un sorriso così sincero da farmi sciogliere il cuore. 

Un bacio... un semplice gesto pieno di significato.

Ma che cos'è un bacio? un apostrofo rosa fra le parole t'amo...

Cugini, ma non troppoWhere stories live. Discover now