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aveva finito la mela, lavandosi poi le mani e gettando via ciò che ne era rimasto. se non ci fosse stata traccia di consumo di cibo, il suo cervello non sarebbe andato in panico, era questa la logica di jimin.

dopo essere tornato a letto, prese una delle pillole, ingerendola con acqua, per poi semplicemente sdraiarsi, e lanciare occhiate alla porta ogni cinque minuti.

perché non torna?

-

dopo aver ritirato dei soldi dal bancomat, ripose il portafogli nella tasca posteriore dei jeans. avere un lavoro part time e sgobbare dalla mattina alla sera alla fine gli era tornato utile.

tornò in macchina, volendo tornare da jimin il prima possibile; erano passate poche ore ma a yoongi sembrarono anni, ed era sicuro che il biondo in quel momento si sentisse abbandonato.

-puoi partire.- disse.

una volta arrivati, uscì dall'auto, voltandosi verso sua madre. -grazie per avermi aiutato oggi.

la donna lo guardò con sguardo apprensivo, -non c'è di che, voglio solo che tu e jimin stiate bene. parlerò io con i suoi genitori, tu pensa ad aiutarlo, intesi?

il moro annuí, per poi salutarla e guardare la macchina allontanarsi. sospirò e, tanto impaziente quanto ansioso, rientrò nel motel.

-

la serratura della porta scattò, e così anche il cuore di jimin, che si mise seduto stringendo la coperta sopra le sue gambe tra le mani.

é lui?

non appena vide una chioma scura e un viso pallido entrare piano nella stanza, il suo cuore fece una capriola.

non si aspettava di sentirsi in quel modo, non ne capiva il motivo. per mesi, si era sentito così dannatamente vuoto che pensava non sarebbe più stato in grado di provare emozioni. ma quando era con yoongi, tutto cambiava. riusciva a piangere e sentire il suo cuore battere.

ebbe l'impulso di alzarsi e andare ad abbracciarlo ma si trattenne; non voleva infastidirlo.

-sei sveglio, come ti senti?- disse il maggiore avvicinandosi a jimin, che senza rendersene conto era rimasto a fissarlo con le labbra leggermente schiuse.

-m-...meglio.- rispose il minore, spostando lo sguardo verso le sue mani, che stavano ancora stringendo la coperta.

yoongi si sedette accanto a lui, spostando i capelli biondi dalla sua fronte per poi poggiarci le labbra. -è scesa completamente.

jimin arrossì terribilmente, tenendo il capo ancora più basso, e cominciando a tremare.
il moro corrucciò le sopracciglia, vedendo il minore comportarsi in modo strano; lo stava infastidendo? si sentiva male?

-hey, stai bene?- cercò di afferrargli il viso ma il biondo si scansò di scatto, -s-si! sono solo...un po' stanco, tutto qui.- affermò, per poi infilarsi velocemente sotto le coperte, coprendosi persino il viso.

yoongi lo guardò confuso; quando era rientrato e aveva visto la sua espressione da cane bastonato, il suo cuore si era stretto in una morsa. avrebbe solo voluto stringerlo tra le braccia per il resto della sua vita.

quanto cazzo sono diventato smielato?, aveva pensato.

-d-dov'eri andato?- jimin interruppe i suoi pensieri. -mh?- domandò il moro, sorpreso.

-sei sparito per ore...- continuava a tenere la testa sotto le coperte e a parlare con evidente titubanza. -dov'eri andato? e perché non mi hai avvertito? pensavo...pensavo—

-ti sei preoccupato?- ridacchiò yoongi interrompendolo.

-pensavo mi avessi abbandonato!- affermò d'un tratto il minore, stringendo la coperta sopra la sua testa. il maggiore non poteva vederlo, ma in quel momento era talmente rosso da far invidia ad un pomodoro.

il moro si vide preso alla sprovvista, rimanendo in silenzio. aveva immaginato che jimin si sentisse in quel modo, ma non pensava succedesse davvero, credeva di essere ancora odiato da lui; rimase senza parole.

ci furono minuti interi di silenzio in cui il biondo si pentiva di aver detto quella frase ad alta voce, mentre il moro era indeciso sul da farsi.

-jimin,- tentò di spostare la coperta da sopra il capo di quest'ultimo, al che egli la tenne ancora più stretta non volendosi fare vedere. -per favore voglio che mi guardi negli occhi.- aggiunse il maggiore.
la presa di jimin si allentò, lasciando che la coperta venisse tirata via; essendo ancora insicuro tenne le mani sopra il viso.

il maggiore afferrò anche le sue mani, con tocco delicato, spostandole dal suo viso riuscendo finalmente a guardarlo bene. il biondo voltò il capo verso yoongi, che lo guardava dall'alto, con le guance ancora rosse.

-ho incontrato mia madre, e le ho chiesto di portarci cose che ci serviranno, come quelle che ti ho lasciato stamattina. mi dispiace non averti avvertito, ma stavi dormendo e non volevo svegliarti, tutto qui. non voglio che ti senta abbandonato perché non ho assolutamente la minima intenzione di lasciarti andare questa volta, intesi?- disse, guardandolo negli occhi. voleva vedesse quanto fosse sincero, che veramente non aveva nessuna intenzione di lasciarlo andare, per nessun motivo al mondo. almeno finché non si sarebbe ripreso del tutto.

jimin non disse nulla, il suo cuore batteva troppo velocemente, se avesse parlato avrebbe fatto un casino, perciò annuí soltanto.

yoongi mollò la presa sulle sue dannatamente piccole mani, allontanando il viso, permettendo a jimin di riprendere a respirare poiché la vicinanza col maggiore, per qualche motivo, lo aveva destabilizzato.

il maggiore aveva notato che la mela sul comodino non c'era perciò, vedendo che una delle pillole mancava, suppose jimin avesse mangiato e ne fu rasserenato.

-ti va di fare una passeggiata? sarai tutto indolenzito essendo rimasto a letto fino ad ora.- propose.

il biondo si rimise seduto. -o-okay...





è così carino che voglio morire

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è così carino che voglio morire

dont break ;; yoonminWhere stories live. Discover now