Capitolo 5- La Themis Hall

233 34 100
                                    

Mulder si presentò davanti al Fluo Flamingo alle otto in punto.
Si attaccò al clacson per farsi trovare, quando vide Zelda e Xavier.

«Mulder, solo un minuto» gli disse Xavier dal finestrino, poi si avviò verso una cabina illuminata da neon rosa, visibili anche sotto quella luce solare così insistente.

Il detective si tolse gli occhiali, assottigliò lo sguardo.

Xavier entrò nella cabina, si chiuse la porta alle spalle.
Davanti a lui, un telefono bordato di nero opaco.

«Ma che cosa sta facendo?» domandò perplesso Mulder, assumendo un'espressione confusa.

Zelda aprì la portiera, si sedette in uno dei posti dietro.

«Oroscopo» affermò soltanto, sistemando le pieghe del cappotto.

«Che cazzo?»

«Sì, è una specie di oroscopo telefonico. Almeno è l'unica spiegazione che mi ha rivelato.»

Mulder guardò Zelda, poi annuì. Ancora più confuso di prima.

«Ce ne sono un sacco, di cabine così» Zelda indicò quella davanti a loro, «credo sia una catena specializzata.» Le sue labbra si stirarono in un amaro sorriso fugace, terminato prima che le screpolature dovute al freddo le facessero troppo male.

«Mh» assentì Mulder, poi prese qualcosa dalla tasca.

Xavier entrò in macchina, portando con sé un'atmosfera d'invernale gelo proveniente dall'esterno.

«Allora, che cosa prevede per noi l'oroscopo?» gli chiese tagliente Zelda.

Xavier non capì se la sorella fosse veramente interessata a ricevere una risposta oppure se il suo fosse semplice sarcasmo.
«Un periodo inaspettato» si limitò a rispondere l'altro.

«Sentite questo.» Mulder li interruppe.
Un lucente dischetto trasparente si attivò sotto al tocco della sua impronta digitale, mentre partivano, scricchiolanti, le note di Somebody stole my Gal.

«Festa di Capodanno della Polizia di Detroit.

Tutti i lavoratori presso la Polizia di Detroit sono invitati a festeggiare il Capodanno collettivamente, la sera del trentun dicembre del 2073, presso la Themis Hall.
Ore venti e trenta.» recitava un voce limpida e artificiale, ripetendosi all'infinito.

«Mi hanno invitato comunque, anche se mi sono ritirato.»

«Dev'essere stato Carter, non vede l'ora di sfidarti di persona. Di noi probabilmente si è già stancato.» Zelda osservava l'ologramma, nei suoi occhi il riflesso delle parole che si componevano nel vuoto.
«Tu ci andrai?»

Mulder guardò entrambi i fratelli, poi ammise:
«Ci andremo tutti e tre.»

Zelda sbarrò gli occhi, incredula.
«Carter mi ha già umiliata abbastanza. Non voglio porgergli su un piatto d'argento la possibilità di farlo di nuovo.»

No, la saccenza di Bennie Carter Zelda non l'avrebbe sopportata un'altra volta ancora.

Mulder scosse il capo in segno di diniego.
«Enigma. Se sapesse di questa festa? Potrebbe commettere un omicidio proprio questa sera. D'altra parte io non ho risposto alla sua provocazione. Ora farà di tutto pur di ottenere la mia vera attenzione.»

Xavier si appoggiò al finestrino.
«È possibile. Se è questa l'ipotesi che esporremo a Carter, potrebbe crederci. Sarebbe troppo spaventato dalle conseguenze.»

Zelda rimase in silenzio, contemplando un bottone allentato nel cappotto di Xavier.

Quella notte, Enigma si sarebbe rivelato a Detroit.

EnigmaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora