𝙰𝚃𝚃𝙾 𝙸𝙸﹣Pʀᴏɪᴇᴛᴛɪʟɪ ᴅ·ᴀᴍᴏʀᴇ

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𝐈𝐕
A piccoli passi, incatenati con le mani e imbarazzati, raggiunsero l'abitazione del più grande.
"Entra, lascia che almeno ti presti dei vestiti asciutti o qualcosa da mangiare"
Lo stava implorando, velando il tutto con una semplice forma di cortesia.
E Jeongguk, che ci aveva visto lungo, annuì "Sì, grazie"
Salirono le scale del palazzo, e tra di esse l'azzurro fece una richiesta.
"Vivo solo con mia nonna e i miei fratelli. Per favore, non prendermi in giro per questo"
"Perché dovrei? Siamo adulti"
Alzò solo le spalle, aprendo la porta di casa sua. Oltrepassò di mezzo centimetro la porta che venne assalito da due bambini di circa sette anni. Un maschio e una femmina. Tae riprese a sorridere, nei suoi occhi c'erano scintille.
"Ehi fatemi almeno entrare" rise cercando di togliersi le scarpe. Rise anche Jeongguk, poi pensò al fatto che si sarebbe inevitabile suicidato quella notte. Pensò ai fratelli che sarebbero rimasti soli e pensò che avrebbe dovuto far qualcosa.
"Ti sei incantato?" chiese l'altro.
"Ah no scusa, pensavo a mio fratello, niente di che"
Anche lui quindi lasciò le scarpe all'ingresso.
"Vieni, ti accompagno in camera mia così posso portarti da mangiare"
Il fatto che stesse vivendo le ultime 24 ore di un condannato a morte lo faceva tremare adesso.
Rimasto solo in quella stanza si sedette su una delle due sedie, quella con le ruote, accanto all'armadio.
Prima che potesse rendersene conto,il protettore del tempo fu seduto sul bordo della finestra
"Oh merda ma sei ovunque"
"Beh diciamo che dipende dai punti di vista. Però sì" sorrise mostrando le fossette. Poi riprese a parlare "È carino il tuo nuovo amico"
"Talmente tanto che mi dispiace sapere che morirà"
"Mi spiace, ragazzino. Sicuro che non vuoi che questa giornata finisca prima?"
"No, voglio riuscire ad amarlo fino alla fine"
Fece ghignare l'altro "Non lo conosci e già ti sei innamorato?"
"Scientificamente ci vuole talmente poco tempo ad innamorarsi che ancor prima che tu possa tornare indietro sei già fottuto. E' come un proiettile in testa, se mirato bene. Non hai tempo di renderti conto che ti stanno sparando che sei già morto. E' un po' triste, ma inevitabile" finì a fare quel discorso quasi a vuoto: non avrebbe dovuto trovare una giustifica per qualcuno a cui probabilmente nemmeno interessava.
"Sei un protettore, tu, no? Cosa c'è dopo la morte?" chiese
"Dipende da cosa vuoi che ci sia, non esiste la morte, ragazzino. La morte assume la forma che vogliamo darle"
Si rese conto che era solo il vuoto a parlare, il protettore era sparito e sulla soglia della porta la figura magra di Taehyung aveva un vassoio in mano e si avvicinava all'altro. Dietro c'era la sua sorellina con una piccola coppetta contenente dello zucchero fra le mani
"Aveva insistito per portare qualcosa anche lei" spiegò
"Ti aiuto, ecco" sorrise dolcemente prendendole il contenitore
"Grazie!"
Poi Jeongguk le carezzò i capelli, chinandosi verso di lei
"Sei bellissima lo sai? Molto di più di tuo fratello, ma non diciamoglielo" sussurrò portando un dito in mezzo alle labbra. Lei rise imbarazzata per poi parlare a sua volta.
"anche taetae dice che sei molto bello ma ha chiesto di non dirtelo" e anche lei, complice, mimò il silenzio. Poi uscì tirandosi dietro la porta
"Che carina" Si girò con il volto verso l'azzurro, scorgendolo di rosso acceso sulla guance che versava una bevanda calda nella tazzina. Intuì che avesse sentito le parole della sorellina
"TaeTae si?" canzonò
"Quanto zucchero vuoi?"
"Due cucchiaini grazie"
"Di niente" porse lui l'oggetto in ceramica preparando anche per sé
"Dietro di te c'è l'armadio, cerca qualcosa che possa andarti, hai molti più muscoli di me" borbottò sedendosi e tirando fuori il cellulare
"Ah li hai notati?"
"Evidentemente" continuò distrattamente
Quindi il moro si mise alla ricerca di qualche felpa
"Che fai dopo la laurea?" domandò fuori contesto il proprietario di casa
"Vuoi sapere quello che farò per certo o che vorrei fare?"
"Beh entrambe"
"Avrei voluto finire degli studi umanistici e diventare un critico d'arte o una guida. O magari un professore di storia dell'arte e queste cose qui"
"Però? Perché non lo farai?"
"I costi saranno troppo alti e quindi diventerò un tatuatore per arrotondare e pagarmi gli studi dopo. Poi però avrò abbastanza successo e rimarrò un codardo che non ha trovato le palle di buttarsi su qualcos'altro. Vivrò in maniera mediocre e basta"
"E tu come fai ad essere così dettagliato?"
"Magari te lo spiego dopo, non voglio entrare nella tua vita ma una spiegazione a queste?" uscì un paio di mutante in pizzo e striminzite
"Ah, lascia stare" sogghignò nonostante fosse timido davanti a ciò
"La tua ragazza ne ha una scorta qui"
"Non ho una ragazza, è tutto mio"
"Beh, sono carine penso" confabulò un po' scosso "Cosa te ne fai?"
"Come hai detto tu prima, arrotondo" espose
"Arrotondi?"
"Sì, sai foto..." ufficialmente si sarebbe pentito di quelle parole
"Ah, scusa, non volevo essere molesto"
"Fa niente, qualcuno avrebbe dovuto saperlo che sono una puttana"
"No. No Tae non lo sei. Hai solo bisogno di soldi, è ok, siamo nel 2019"
D'istinto gli prese la mano
"Non ti considero così, a me piaci. E non per il tuo corpo. Sei intelligente, sveglio. E poi sei maldestro ed è così adorabile"
Il maggiore spostò il blu dietro l'orecchio
"Lo dici solo perché vuoi rimediare a quello che hai detto"
"Non lo faccio. Dio, ho detto tante stronzate in vita mia ma questa non lo è, ti prego, credimi" cercò di guardarlo nella profonda anima.
"Tu invece? Che farai dopo?" cercò di scacciare l'idea della sua morte
"Vorrei aprire una galleria d'arte. È una stronzata, lo so, ma mi piacerebbe organizzare feste d'arte. Magari potrei diventare il manager di un imprenditore d'arte. È una cosa stupida lo so"
"No non lo è, è una cosa affascinante. Ti rispecchia"
"E tu che ne sai?"
"Hai portato a casa tua uno sconosciuto, sei una persona socievole che si fida molto e che scava a fondo. Quante probabilità avrei di essere un killer?"
"E quante ce ne sono che lo fossi io?" rise carezzando il palmo della sua mano.

𝙍𝙚𝙡𝙞𝙫𝙚 𝙖 𝘿𝙖𝙮Where stories live. Discover now