Sope🌻

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Spring day

<STAI ATTENTO!>
Un forte botto e poi più nulla...
Questo è successo un anno fa; ora sono destinato alla carrozzina, le scale sono mie nemiche, i miei amici mi vengono a trovare di rado, io sono sempre nella mia stanza. Al buio, nella speranza che riuscirà a nascondermi ciò che io non voglio accettare.
Sento il rumore famigliare dei passi di mia mamma, come al solito esita ad entrare, prende confidenza e spalanca la porta con un sorriso forzato e un finto tono allegro, non sa quanto mi dispiace vederla così per me <<Ehi che ci fai ancora lì! Yoongi! Forza sú! Facciamo un giretto, andiamo al parco!>> Brontolo un po', non si è mai arresa, né lo farà mai.
Mi faccio accompagnare, per dargli una soddisfazione.
Dopo un anno, rivedo la mia città, a parte la prospettiva dal basso alla quale non sono più abituato, non mi sembra cambiata molto. Appena arriviati con uno sforzo mi siedo sulla panchina, per non intristire i bambini.
Mamma corre via dicendo di essersi dimenticata la pentola accesa, probabilmente non si aspettava di convincermi a uscire, e troppo felice si è dimenticata del resto.
Passano minuti, vedo i bambini farsi via via sempre più stanchi, stanchezza fisica che ora che non ho più mi manca.
Ai bambini si è aggiunto un ragazzo, forse questo è più immaturo di loro, il suo sorriso sincero sembra splendere, i suoi capelli svolazzano mentre corre a far solletico ai più piccoli. Una volta ritenuto soddisfatto del lavoro svolto, si siede sulla panchina per darsi un "contegno", si volta verso di me e con fare da uomo maturo che non gli si addice mi dice: <<Bello il tempo eh?>> Trattengo malamente una risata, lui se ne accorge, arrossisce.
È davvero un bel ragazzo, poco più alto di me, ma molto meno minuto, ha un bellissimo naso, messo in ombra dal sorriso a cuore.
Noto che mi sta osservando sorridendo confuso. L'ho fissato troppo. Questa volta tocca a me a diventare color ciliegia e essendo pallido il tutto viene amplificato, come il rumore di un righello di metallo che cade sul pavimento. Lo sento ridacchiare senza avere la decenza di nasconderlo, a quel punto, spazientito, gli rivolgo un "Che c'è?" Con la mia aria da duro, (del quale sono orgoglioso) se non fosse che inizia a ridere più forte "Scusa scusa, solo che mi sembri un gattino" Un gattino?!?! Nessuno mi aveva mai detto nulla di simile, solitamente la gente mi evita.
Mi limito a barbottare qualcosa di sconosciuto pure a me stesso e prima che me ne accorgessi mi aveva avvicinato la sedia a rotelle che avevo nascosto dietro la panchina, quando se n'è accorto?
"Andiamo" Si limita a dire.

Hola💫
Se avete letto fino a qui intanto grazie! Spero vi sia piaciuta! Nel caso trovaste errori di battitura o grammaticali non mi offendo! Anzi sarei lieta di migliorare la mia storia in tutti i sensi, grazie mille ancora e se vorrete alla prossima💞

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