f o u r t e e n

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- mi mancherai. - dissi ad Emily abbracciandola.

- anche tu.

- anche tu mi mancherai, Dyl. - dissi abbracciando anche lui.

Mi sorrise.

Eravamo fuori casa mia, ci stavamo salutando perché sarei partita per l'Italia.

- ma Finn non viene a salutarti? - chiese la mia amica.

Feci spallucce.

Era una settimana che non ci parlavamo. Ogni volta che ci vedevamo eravamo con gli altri, e la voglia di baciarlo si faceva sentire.

Non lo vedevo mai affacciato alla finestra.

Il mio cuore era tentato di andare in casa sua e di saltargli addosso, ma la testa mi diceva di rimanere lì.

Sospirai.

- ci vediamo tra due settimane. - dissi salendo in auto.

Loro annuirono e mi sorrisero.

Quando chiusi la portiera, vidi il ragazzo riccio svoltare l'angolo.

Corse vicino all'auto e si avvicinò al finestrino.

- Chiara, ti prego. Aspetta. Ti prego. - disse poggiando una mano sul vetro.

Sbuffai.

- aspetta papà. - dissi e scesi dal veicolo.

- cosa vuoi? - chiesi incrociando le braccia.

- volevo scusarmi. So che questa settimana non ci siamo parlati, ma io...io cercavo di mantenere le distanze.

- e per cosa? Per non essere perseguitato da Addison? O per i tuoi "amici"? - dissi mimando le virgolette con le dita.

- non è per questo. È...

- per cosa, Finn. Per cosa? - chiesi al limite della pazienza.

- perché mi saresti mancata troppo! Cercavo di mantenere le distanze ed essere il più distante possibile perché so che in queste due dannatissime settimane mi MANCHERAI. Perché per me sei IMPORTANTE. - disse rimanendo con le braccia in aria.

Si portò le mani dietro la testa e sospirò.

- io...io sono importante?

- sì, Chiara. Tanto.

Sorrisi.

Gli avvolsi il collo con le braccia e lo strinsi forte.

Lui mi poggiò le mani sulla schiena e rimanemmo abbracciati.

Quando mio padre tossì, ci staccammo.

Lui indicò l'orario sull'orologio e rientrò in auto.

Annuii e mi voltai un'ultima volta verso Finn. Aveva le lacrime agli occhi, così come me.

- anche tu mi mancherai, Finn. - dissi e gli stampai un bacio a fior di labbra.

Ci sorridemmo e rientrai nel veicolo.

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- cara dolce Napoli! - esclamò mia mamma scendendo dal taxi.

Per quanto mi sforzassi di non sembrare triste, non ci riuscii.

Mia sorella rideva e correva in cerchio attorno a me. Quando vide che non sorridevo, si bloccò.

- Chiara, perché sei triste? - mi chiese avvicinandosi.

- niente...niente... - dissi avvolgendo la sua testa con le mie braccia, in modo che non mi vedesse.

Lei mi avvolse le braccia attorno alla vita e mi abbracciò.

those damn eyes.Where stories live. Discover now