32. Pensieri nella notte

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Mi stavo accingo ad apparecchiare per la cena insieme ad Armin: è stata una giornata particolarmente uggiosa e tutti noi stiamo cercando di fare del nostro meglio per rendere agli altri la permanenza più comoda. Dispongo i coltelli mentre lui mi illustra le meraviglie che potrebbero nascondersi fuori dalle mura, con una luce negli occhi che mai gli ho visto prima d'ora... in particolare sembra interessato all'oceano, una specie di distesa di acqua salata. Sinceramente non ci trovo nulla di incredibile o forse non ci ho mai pensato. In fondo, cos'è che voglio veramente io una volta fuori? Che stiano tutti bene, è un dato di fatto. Ma per me stessa? Probabilmente il Corpo di Ricerca cesserà di esistere e mi ritroverò senza nulla, pensare questo mi riempie di un misto di tristezza e sollievo; però decido di non pensarci ora, anche perché Levi è entrato in sala da pranzo con un'ombra scura nello sguardo e una lettera già aperta in mano.

"Ragazzi, posta".

Tutti noi ci fermiamo davanti alla durezza nel suo tono di voce e mi accorgo che l'atmosfera, che prima sembrava quella di una tranquilla riunione di famiglia, ora si è fatta pesante e grigia ed è come se ci schiacciasse dall'alto. Getta la lettera sul tavolo ed io mi avvicino per prima cercando di mantenere la calma, cerco di non far trasparire la mia preoccupazione e spero che non siano cattive notizie. Timidamente, si avvicinano tutti e leggiamo in silenzio la lettera, con il solo crepitio della fiamma nel caminetto acceso. Quando finiamo, Levi ci dice: "Gli ordini di Erwin. Voi credete in lui? Gli stupidi che ci credono... mi seguano".

Gli altri corrono al piano superiore per preparare le nostre cose il più in fretta possibile ma io mi fermo da Levi. "Levi? Che cosa vuol dire che stanno arrivando? Abbiamo fatto più attenzione possibile!"

Lui mi guarda mentre si avvolge nel mantello verde militare. "Per quanto ne sappiamo qualcuno potrebbe aver seguito Hanje e i suoi mentre venivano qui. Oppure... "

"Oppure?" lo incalzo io.

"Potrebbe... esserci un traditore tra loro".

La sola idea mi fa venire i sudori freddi. Non credo sia possibile che tra quella gente che conosco sin da quando ero bambina ci possa essere qualcuno che farebbe una cosa del genere: Nifa è da sempre una ragazza molto dolce e servizievole e Shojiro... è semplicemente Shojiro. Lo conosco a sufficienza da capire quando mente e so per certo che lui non può essere stato. Moblit invece è molto devoto ad Hanje e vedo piuttosto difficile che sia lui stesso a tradirla o a tradire me. Queste sono accuse parecchio gravi e quindi replico con un tono serio alle parole di Levi: "Levi, ti rendi conto di quello che dici? Stai accusando persone che tu stesso conosci da una vita."

"Per quanto io tenga alle persone che conosco, sarebbe irresponsabile da parte mia non dubitare di chi mi sta affianco. Per quanto ne so anche tu potresti essere una spia, Sumire. Se c'è una cosa che nella vita ho imparato è proprio questa. E ora vatti a preparare o verremo uccisi tutti per colpa tua".

Stiamo correndo ormai da dieci minuti nel buio bosco alle spalle della casa con i cappucci tirati fin sopra gli occhi e i pesantissimi zaini in spalla

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Stiamo correndo ormai da dieci minuti nel buio bosco alle spalle della casa con i cappucci tirati fin sopra gli occhi e i pesantissimi zaini in spalla. I rami ci sbatacchiano addosso, i passi sembrano rimbombare nel silenzio della notte come se stessimo correndo in una profonda vallata, i cuori che martellano nel petto paiono comporre un ritmo che ci incita a correre sempre più forte. Nei giorni scorsi avremmo dato qualsiasi cosa per lasciare quella casa, per correre ed esercitarci e smetterla di vivere nella paura; non ci eravamo accorti che ormai era diventata un'ancora di salvezza, unico punto fermo nella nostra vita frenetica. E proprio ora che stiamo correndo, ad ogni passo ne sono sempre più consapevole. Stringo la spilla che ho sulla camicia e per un attimo ho una fitta di dolore al petto, che mi riporta alla realtà. Ad oggi quella spilla è ammaccatissima e ha la piccola gemma scheggiata in alcuni punti, il mio nome risulta illeggibile... avrei dovuto darle una sistemata questa sera, ma a quanto pare è un po' impossibile.

Ad un certo punto sbatto contro Sasha che si è fermata di botto, le mormoro delle scuse. Levi si guarda indietro e seguiamo il suo sguardo. Appena qualche metro sotto di noi una vampata di fiamme si leva al cielo, diventando sempre più intensa. Rimaniamo a fissarla per qualche minuto, gli sguardi di tutti si riempiono di sgomento.

"C'è mancato poco..." sussurra Connie per spezzare il silenzio.

"Quei bastardi della Gendarmeria!" impreca Jean tra i denti.

"No, non credo che sarebbero venuti personalmente. Avranno mandato qualcuno al posto loro," pensa Heichou. Poi ci intima di proseguire.

La notte la passiamo camminando e discutendo sul da farsi, cercando di respingere il freddo e la stanchezza. "Caporale Rivaille, dove andremo ora?" mugola Sasha, mentre mastica una razione da combattimento di quelle che ci portiamo sempre dietro.

"Ci muoveremo verso Trost."

"Eh, che cosa? Per far catturare Eren?" chiede con ferocia Mikasa.

"No. Ho un piano. Entrando a Trost, è probabile che i mercenari della Guarnigione ci tendano un'imboscata per cercare di prendere Eren e Historia, quindi la prima cosa che dobbiamo fare è metterli al sicuro. Per il resto dovremo cercare di trattare con i cani della Guarnigione, in modo da ricavarne qualche informazione in più".

Tutti sembrano abbastanza confusi da questa ricostruzione dei fatti ed io stessa vedo molte falle nel piano. "Ehm, Caporale? Non vorrei disobbedire, però trovo che sarebbe difficile trattare con la Guarnigione..." ribatte Connie, balbettante.

"Non essere sciocco Connie, il caporale avrà altro da dirci! Giusto?" chiede Eren speranzoso.

"Dovremo incastrarli. Daremo loro Eren e Historia, o almeno faremo credere che siano loro. Due di voi dovranno fare da esca... qualsiasi cosa accada, queste due persone dovranno mantenere il sangue freddo e lasciare che tutto si evolva come deve essere. Ho bisogno di gente forte, perché li faremo catturare e il resto di noi li seguirà, in modo da riuscire a procedere con il piano. Chi si offre?"

Scommetto che mai come in questo momento gli altri vorrebbero mandare Levi a quel paese. Tutti tacciono e guardano gli altri, sperando che si offrano prima che qualcuno possa proporlo a loro. Seriamente, come è potuta venirgli un'idea così ridicola?

L'ultima persona che mi sarei aspettata si offre volontaria. "E va bene, se voi non avete abbastanza fegato ci vado io," dichiara Jean con tono frustrato. Levi gli fa un cenno di approvazione: "Ottimo, Kirschtein. Arlert, ti offri tu per Historia?"

"E-eh? Io?" In effetti, a guardarli meglio, c'è una somiglianza incredibile tra i due: stesso caschetto di capelli biondi e lucidi, grandi occhi azzurri, simile fisico gracile e minuto... è quasi comico! Armin ci fissa impaurito, sembra in procinto di rispondere a tono, ci pensa ancora un po' e poi annuisce. "Fantastico. Per il resto dovrete semplicemente fidarvi di me ed eseguire i miei ordini, non fatevi prendere dal panico e vedrete che ce la faremo".

Il resto della notte scorre così, con noi che ogni tanto facciamo delle pause per riprenderci e sgranocchiare qualcosa in religioso silenzio, ognuno chiuso nei suoi pensieri contorti. Tra lo scricchiolio dei rami sotto ai nostri piedi e i sinistri versi di misteriosi animali, arriviamo al limitare di Trost quando il sole comincia ad innalzarsi nel cielo e tinge le case di un tenue bagliore aranciato. Sarà una lunga giornata.

Sasageyo,
Arienty

Attack on Titan: Lost in the WallsWhere stories live. Discover now