34. Da ora cambia tutto

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Sasha è appollaiata sul tetto, con uno sguardo concentrato che è raro da vedere su di lei. Sono appostata al suo fianco: insieme, teniamo d'occhio le finestre a sud dell'edificio. Dall'angolazione in cui mi trovo riesco a scorgere chiaramente l'interno del grande magazzino dove Jean e Armin sono prigionieri, legati a delle sedie in attesa dei loro rapitori. Siamo piantati qui da ormai due ore e ancora Levi non ci fa cenno di andare. L'impazienza di agire mi rende nervosa e fa riaffiorare i grattacapi che ho in questi giorni come pesci morti che galleggiano sulla superficie di un laghetto paludoso... gli occhi verdi della visione, ad esempio. Sono sicura che non appartengano a Eren, ma allora di chi possono essere? E perché sono apparsi proprio in quel momento? Odio profondamente questa stupida parte delle mie visioni che mi dice le cose a metà, non so mai se è il caso di rimetterci la pelle per qualcosa. Se quegli occhi smeraldini fossero importanti dovrei avvisare Erwin, ma in fondo cosa ne so io? A parte il fatto che non potrei contattare Erwin nemmeno se volessi: da quando siamo scappati non sappiamo nulla di quello che stanno progettando i nostri compagni, né che fine abbiano fatto. Shojiro, Moblit... cosa mai combineranno in questo periodo? Mi mancano, da morire. Non so cosa darei per ritornare a quando era tutto più semplice, a quando l'unico pensiero erano i giganti. Questa storia della famiglia reale ci sta uccidendo!

La smetto di fantasticare solo quando una voce aspra squarcia i miei pensieri: tre uomini sono davanti alla porta del grande capannone. Mentre parlano, Mikasa si infiltra da una finestra e si prepara ad attaccare. Ci disponiamo: io corro vicino alla seconda uscita, come mi è stato ordinato da Levi. Trattengo quasi il fiato mentre sono appostata qui dietro, in attesa di sentire l'eventuale urlo di sorpresa che dovrei udire se tutto va come previsto. Chiudo gli occhi e attendo, per quelle che mi sembrano ore e che invece sono solo pochi minuti.

L'urlo rompe il silenzio.

Tiro un sospiro di sollievo e mi do una spinta con il dispositivo di manovra per entrare nell'edificio. Lì, tra gli imponenti cassoni di merce, vedo i tre aguzzini spalmati contro il pavimento, con Mikasa che li blocca. Nel frattempo Jean e Armin si sono liberati e anche Connie e Sasha sono scesi a dare una mano. Levi, il solito sguardo freddo, punta un signore sulla quarantina dal vestiario elegante e dallo sguardo arcigno. "Sei tu il capo di questa corporazione?" domanda inquisitorio.

"Ti sbagli... mi usano soltanto per trasportare la merce. Sono solo un povero vecchio..." balbetta, cercando comprensione. Il suo sguardo passa da Mikasa a Levi, che sembra stia per porgli un'altra domanda. Certo che quei due, combinati, sarebbero capaci di far fuori il più temerario degli uomini...

Un ronzio metallico si fa strada nelle mie orecchie. Mi si appanna la vista, sento solo dei fucili che sparano incessantemente, seguiti dalle voci profonde di alcuni soldati.

Mi è sufficiente per capire che dobbiamo toglierci dalle scatole. Sollevata di potermi rendere utile in qualche modo, mi avvicino a Levi. "Capitano, sarebbe meglio andare a parlare da qualche altra parte."

"E perché? Abbiamo fretta, comandante Sumire," mi dice Mikasa, evidentemente nervosa.

Se solo ci fosse stato Erwin! Sarebbe stato molto più facile spiegare tutto questo, ma non posso aprire bocca, non senza il suo permesso. Abbiamo già troppi problemi: se aggiungessimo anche un soldato visionario sarebbe un po' eccessivo. Mi limito a guardare Levi negli occhi, sperando che mi capisca, che comprenda l'importanza di andarcene ora. Che si fidi di me. Mi squadra per un po', non so cosa voglia fare. Alla fine ordina agli altri di prendere anche gli altri due compagni del "capo" e ci allontaniamo da quel capannone. Tutto ciò che andava fatto noi lo abbiamo eseguito. Ora toccherà a Heichou e alle sue doti di oratore convincere questa gente a lavorare con noi.

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Attack on Titan: Lost in the WallsTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang