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Quando arrivo a casa, riesco a vedere le luci del salotto e della camera di mio fratello ancora accese. Ho paura? Sì, ho paura di mettere piede in quella casa perché sono sicura che in un qualche modo dovrò parlare con Cameron. Cosa posso dirgli? Guarda, sono uscita con il tuo migliore amico e ho passato una bellissima serata, penso sia il ragazzo perfetto per me

Mi vengono i brividi solo alla reazione che potrebbe avere nel sentire quelle parole uscire dalla mia bocca, potrebbe finire peggio di quella volta che ho quasi fatto amicizia con Carly e Susan... Mi ha detto su così tante cose brutte che ho fatto il possibile per allontanarle, ma questa è decisamente una storia che non mi va di ricordare.

Apro la porta dell'ingresso e la chiudo lentamente dietro di me. Per fortuna, il salotto è occupato da mia madre che sta leggendo un libro. Lei sapeva che sarei uscita, solo non con chi. L'ho tenuto segreto. Sa da anni della mia cotta per Nash, è stata la prima a dirmi di mettere da parte le mie paure e di lasciarmi trasportare dai miei sentimenti. Anche se questo potesse scatenare l'ira funesta di mio fratello. 

« Com'è andata?» mi chiede lei, abbassando gli occhiali da vista e sorridendomi.

Lei sa. Ha capito molto bene.

« Bene » sorrido, senza nemmeno rendermene conto. É stato spontaneo. 

« Si è comportato bene?»  

«Sì, è davvero un bravo ragazzo » mi mordo il labbro al pensiero.

« Immagino Nash » risponde qualcuno che sta scendendo le scale, quel qualcuno ovviamente è mio fratello. Avrà sentito la moto di Nash, fa parecchio casino, o ci avrà visti dalla finestra. Lo sa solo lui:« Hai visto mamma? Samantha ha talmente poca vita sociale che deve venire a disturbare la mia uscendo con il mio migliore amico »

Cameron, come suo solito, non si astiene dai soliti commenti in mio sfavore. Non sa proprio controllare le sue emozioni, in particolare modo non dà nemmeno importanza a come quelle parole possano ferire gli altri. 

« E cosa ci sarebbe di male in questo?» chiede mia madre a Cam.

« Cosa ci sarebbe di male? Con tutte le persone che ci sono in quella scuola, doveva uscire con il mio migliore amico. Sai quanto ci tengo alla mia amicizia con lui. Sai quanto non voglio che Samantha continui a far parte della mia vita. Non voglio che mi porti via le poche persone alle quali tengo per davvero » spiega.

« Non ti sto portando via nessuno. Nash non ti lascerà da solo »

« Ah no? Lo conosci così bene da poter dirlo con certezza? Sei Samantha, Cristo, solo lui sa... Ah, lasciamo stare che mi sto già rovinando la serata » alza la voce. 

« Calmati Cam, stai ingigantendo una situazione che di per sé non ha nulla di grave. É bello che il tuo migliore amico voglia bene a Samantha. Dovresti essere il primo ad accertarti che si comporti bene con lei » dice mia madre.

« Non me ne frega niente di come si comporta con lei, mi importa che lei non mi metta contro il mio migliore amico con le sue stronza della favola del fratello che la odia e che la tratta male» risponde lui.

« Ah, sarebbe una favola? E come ti stai comportando con me, Cameron? Bene? Hai passato almeno un secondo della tua vita a pensare a come ti stai comportando con me, per poter dire che sto dicendo stronzate?» chiedo.

« Sì, Samantha, e ciò che sto facendo è solo tenerti lontana dalla mia fottuttissima vita.  Non mi importa di altro. Fuori. F. U. O. R. I. » scandisce.

Più andiamo avanti con questa conversazione più sento il peso sullo stomaco che mi sto tenendo da anni appesantirsi ancora di più. Come si fa? Come si fa a non avere consapevolezza di sé stessi? Come si fa a odiare così tanto una sorella? Come faccio a non odiarmi io per ciò che sta dicendo?

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