Capitolo 3

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RUMOURS


Si avvisa dei sintomi ogni tanto li aggiornano. La tosse, dolori muscolari, stanchezza. Chiunque abbia tosse o raffreddore ha paura e corre in ospedale o chiama i numeri di emergenza comuni che ora sono intasati.
Ci sono numeri dedicati e non si deve andare in ospedale, ma molti lo fanno.
Non ci sono notizie lineari, e molte sembrano così banali da essere inutili. Alla fine è ancora l'influenza degli anziani. I giovani vogliono vivere. I bambini a casa vogliono uscire.

E' inizio marzo.
Si cerca di tornare a vivere e siamo a una svolta. Si parla dell'Antartide, del surriscaldamento globale, della guerra in Siria...poi di nuovo la psicosi. Un braccio di ferro fra vita ed epidemia.

Citiamo la mucca pazza, l'influenza suina, l'aviaria, la Sars, l'Ebola. Non può essere differente.
Intanto si ammalano altri paesi di Covid-19.

Ci sono notizie di solidarietà dalla Cina e l'odio razziale scompare nell'immigrazione interna.
Una rabbia mai vista contro i pazzi (o assassini?) che scappano dalle zone rosse e si affollano sui mezzi pubblici per andare nelle zone libere dal Virus. Si cerca la colpa. La colpa stavolta è dal Nord al Sud. O da chi era andato dal Sud al Nord? Come è potuta succedere questa emigrazione impazzita come una mandria di gnu dalle zone rosse? Il pericolo è disceso lungo lo stivale.
Già all'indomani la diffusione è aumentata tantissimo. Ora alcuni ancora sostengono sia una sciocchezza ma i numeri parlano da sé.
Passa chiaro il messaggio, per la prima volta lampante, di come sia più grave di quel che si pensava. Gli ospedali ora hanno le terapie intensive piene, più del gestibile. Di colpo si capisce che non ci saranno posti per tutti, se continua.
Bisogna fare qualcosa perché i numeri sono oltre ogni previsione.

Un anno iniziato in modo sventurato e ora catastrofico.
Nonostante abbiamo adottato precauzioni, come pochi altri paesi, siamo stati colpiti? Perché proprio noi?
Una domanda che ci tormenta, perché siamo le vittime di una sciagura, una sorta di castigo divino dove siamo impotenti.

Appello alle persone e agli anziani che affollano i centri commerciali di restare a casa.
No, non è influenza. Le terapie intensive sono in tilt. Se aumentano ancora collasseranno. Si sta facendo l'assurdo e l'impossibile per aumentare i posti. Le degenze sono lunghe.
Questo è quello che circola.
Molti vorrebbero una via di mezzo. Tutti quelli che possono ora stanno a casa. Ma quelli che non possono continuano a pensare che siano altri a doversi difendere. D'altro canto bisogna pensare a lavorare, a vivere, andare avanti.
Ma la via di mezzo non è qualcosa che il sistema sanitario del Paese ora possa reggere. Ci abbiamo provato e già così i numeri andranno a ingolfare gli ospedali e le terapie intensive!
Il personale ospedaliero ha turni lunghissimi e una mole immane di lavoro che sta per aumentare.
Sicuro che aumenteranno. Innanzitutto chiunque abbia parenti anziani li vedrà a rischio, perché noi stessi potremmo veicolare l'infezione. E' probabile che già adesso migliaia di noi siano incubatori del virus.

Quando è successo?
Che possiamo fare?

Che si fa l'8 marzo? La festa della donna?
Si sta a casa.
Ma è festa ancora? Nessuno festeggerà, non con il rischio di uccidere qualcun altro restando contagiato, con così poco personale, mezzi, posti letto.
Sarebbe disinteresse.

Leo decide che è meglio non uscire per entrambi. La sua mimosa mi arriva a casa insieme a delle campanule agresti.
Gli mando dei messaggi.

Io: Ho letto che le campanule significano sia speranza che...morte! Non ti sembra macabro?
Leo: Significano speranza in un momento triste.
Io: Sono fiori tristi.
Leo: Sono magici. Ci serve qualcosa di magico, Lindi.

Ma è ancora tutto buonsenso. Non l'ha scritto nessuno se non qualcuno che hai sentito sui social o dal vivo. E' lampante che qualcosa sta cambiando nella testa della gente.

Adesso al supermercato ho un pò voglia anche io di fare le scorte. Ho un pò di timore in giro.
Alle poste hanno tutte le mascherine. Al supermercato si fa la fila per entrare ed è un sacco strano.

Molti vanno ancora in vacanza. Molti al lavoro. Tantissimi sono a casa, in attesa.

9 MARZO

TUTTA l'Italia è zona rossa.
Hanno chiuso molti voli.
Adesso per spostarsi serve un'autocertificazione e una motivazione molto valida.
Uscire di casa è una passeggiata con il cane, e di nuovo dentro.
Da oggi il clima è bellico.
Si cerca di essere uniti ma ci si sente solo con i cellulari e online.

E' tutto "allo stretto necessario", ma si può sempre ordinare online di tutto.
Si può andare in ospedale?
Alanna mi risponde al telefono con una voce seria «No. No, non ci andate. E' pieno di pazienti con il coronavirus, è un rischio. L'ospedale a parte se vi serve un intervento salvavita non è fruibile per nessuno, nessun intervento ordinario.»
Questo fa pensare. A quanto ci siamo sbagliati.
Fanno triage? Dovranno scegliere chi salvare?
«Se continua così, temo di sì. Chiudetevi in casa, vi prego, non costringeteci»
Con le sue parole inizio a preoccuparmi davvero.

Rosso, rosso. Zona rossa. Emergenza. Polmonite interstiziale bilaterale.

Abbiamo un nuovo linguaggio che è entrato nel comune. Corona. Il Corona. Lo chiamano così. I positivi (i malati). Gli Asintomatici (gli Untori potenziali?)
Terapia Intensiva. Intubare.
Tamponi.

C'è chi prima queste parole non le conosceva. Non esistevano quasi. Non si usavano tutti i giorni, di sicuro, quando parlavi con un amico.

Scherzo con qualche sms, per alleggerire.
Io:
Alanna mascherina e amuchina sono come l'oro.

Prima che questo succeda alla farina e al lievito di birra.

È uno tsunami inatteso. Non c'è fuga. Ci si rintana. C'è chi sbuffa e protesta perché vuole vivere normalmente. Ma se guardi là fuori non c'è nulla di normale. Strade deserte, paura, blocco di ogni attività normale.
Finalmente chiudono anche bar e ristoranti perché anche lì le persone si possono incontrare e qui non va bene, è troppo, troppo pericoloso è grave.
Diventerà una Pandemia.
Un'altra parola prima detta per esagerare e ora l'iperbole è la catastrofe virale, che sfocia virale anche sui social.

Infine lo stigma sociale per chi ignora le norme di sicurezza, è arrivato. Abbiamo capito cosa ci serve e con grande diligenza, grande sacrificio, fra i pianti, i timori, l'economia che collassa: siamo qui. Stiamo facendo il nostro dovere, come soldati di vedetta. Fermi, in attesa.

L'Italia intera ha il fiato sospeso, è tutta speranze e aspettativa.

Coronavirus, una vita sospesa[Conclusa]Where stories live. Discover now