Lilith, la prima ribelle

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Lilith è una figura presente nelle antiche religioni mesopotamiche e nella prima religione ebraica.

Per gli antichi ebrei Lilith era la prima moglie di Adamo, quindi precedente ad Eva, fuggì da Adamo rifugiandosi nel Mar Rosso.

Pretendeva di godere degli stessi privilegi del suo consorte in quanto nata anch'essa dalla polvere del suolo.

La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell'immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.

Alla fine dell'Ottocento, in parallelo alla crescente emancipazione femminile nel mondo occidentale, la figura di Lilith diventa il simbolo del femminile che non si assoggetta al maschile e, rivalutata nelle religioni neopagane, viene posta a fianco di simboli come quello della Grande Madre.

Dio la cacciò dal paradiso terrestre perché rifiutava di sottomettersi ad Adamo, anche in ambito sessuale, rifiutando che fosse sempre e solo lui a possederla. Una volta scacciata Lilith vagò sulla terra e generò con Satana, simbolo della ribellione, le passioni umane.

Le fonti ebraiche la descrivono come una donna dalla bellezza ammaliante, ma terrificante, con la coda di un serpente e ali di uccello.

Occorre specificare che sebbene alcuni studiosi neghino la menzione di Lilith nella Bibbia, altri ne ravvisano la presenza nel libro di Isaia, raffigurata come una civetta.

Ma che ne è stato di Lilith, dopo la sua fuga? Ebbene, a dispetto dei millenni, ha continuato a "vivere". Il suo mito non si è estinto, al contrario, nel tempo si è arricchito di ogni sorta di fantasia. Arpie, Sirene, Nereidi, Lamie... sono tutti riferimenti ispirati alla sua figura, presenti nelle leggende di vari popoli, in periodi diversi.

Dai miti della Mesopotamia, attraverso un lungo cammino, Lilith è dunque approdata al mondo dell'arte, della letteratura, del cinema e perfino della rivendicazione politica, come simbolo di emancipazione - la donna sicura di sé, autonoma economicamente e libera sessualmente, espressione del movimento femminista - assumendo forse per la prima volta nella storia un connotato positivo a tutto tondo.

Tuttavia, sfugge il vero motivo per cui Lilith ha la forza di identificarsi e manifestarsi in tutto questo: il suo amore per la filosofia, per la saggezza.

Da molti è considerata un demone dell'irrazionalità, dell'istinto e degli impulsi sessuali ma, la Grande madre oscura, invece, è la voce della ragione, come si evince dalla sua identificazione con il serpente in epoca medievale.

Ella non è solo la serpe tentatrice, è anche il frutto proibito di cui tutti vorrebbero cibarsi, è la mela della conoscenza del bene e del male che apre gli occhi verso la verità, la sapienza che spesso porta ad essere infelici e soli. Proprio come il sapere, la Dea è ambita da tutti ma è destinata a pochi.

Lilith è la regina della notte e della carnalità perché è il suo intelletto, la sua mente ad accendere il fuoco della passione.

Il genere maschile la teme perchè non può resisterle e, soprattutto, gli uomini sono consapevoli che innamorarsene porterebbe alla follia.

Non si può catturare il vento, non si può catturare colei che corre nelle tempeste.

Tutti gli uomini sono alla ricerca di Eva, l'angelo della famiglia e la madre premurosa ma, in cuor loro, desiderano ardentemente e nello stesso tempo temono una Lilith, brillante e ribelle, immortale poiché spirito e intelletto e non carne che invecchia e lascia spazio alla polvere.

Le correnti new-age tendono a classificare Lilith come una divinità legata al femminismo, dato che è in essa l'equilibrio tra intelletto maschile e intelletto femminile.

Si veste di passione e bellezza ma la sua arma di seduzione è l'intelligenza.

Il corpo è niente senza uno spirto che ci soffia dentro.

A riguardo dell'unione tra essenza femminile e maschile,secondo la religione cristiana Lilith è la parte femminile del Diavolo, ma, si potrebbe affermare che sono due volti di una stessa entità.

Le due figure sono molto simili e entrambe sono legate e, spesso identificate,con il serpente che tentò Eva nell'Eden.

Oggi, Lucifero e/o Lilith, divinità legate da sempre alla lussuria ed alla colpa, sono peccatori.

Il loro errore è stato quello di aver spinto l'uomo a ribellarsi, a pensare, a decidere del proprio destino, si sono battuti per la libertà e quest'ultima è ottenibile solo tramite conoscenza.

La fede ci limita?

Dio e le religioni di stampo monoteista opprimono la vita dei fedeli o li salvano dalle tenebre della morte?

I demoni ribelli sono oscuri o portatori di luce?

Essi incarnano la dannazione o la vera libertà?

Che si voglia salvare o condannare gli angeli caduti, la loro storia rappresenta la più grande diatriba di tutti i tempi:

L'impossibilità di coesistenza tra fede e ragione.

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