13• Un inquietante regalo di compleanno per Gordon

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Erano passate sette ore da quando Nico Di Angelo, con la sua guida spericolata, aveva messo in fuga lo spirito del vento più violento e strano di tutti i tempi. In quel momento, lui e Will stavano riposando nell'alloggio della Quinta Coorte. Kimberly, invece, stava ronfando nel suo letto accanto a Daniel. La battaglia non aveva causato loro danni particolari, mentre quelli che erano stati feriti si trovavano tutti in infermeria a riposare, o almeno a cercare di farlo sotto le cure di Gordon e qualche altro guaritore.

Le ferite da taglio che avevano riportato erano state tutte prontamente curate dai poteri di Gordon e da un quantitativo industriale di nettare ed unguenti naturali. Alla fine, verso le quattro del mattino, tutti erano riusciti a prendere sonno, ma l'infermeria non era immersa nel silenzio, come ci si poteva aspettare. Al contrario, essa era dominata da un basso mormorio di lamentele. Per quelle, Gordon e la sua squadra non avevano potuto fare molto. Mezz'ora dopo, il figlio di Apollo era l'unico ad essere ancora sveglio. Nella stanza insieme a lui c'erano Reyna, Frank, Lucas e Edmund. I primi tre erano crollati sulle poltrone o sul pavimento.

Edmund – l'unico quasi cosciente – era rannicchiato contro la testiera del letto sul quale era seduto Gordon e, ogni tanto, apriva le palpebre lentamente, come per controllare che Gordon fosse ancora lì, seduto vicino a lui.

Alle cinque, erano ancora nel medesimo stato: Frank si era trasformato in un carlino e dormiva sotto uno dei raggi di luce lunare, Reyna e Lucas erano sempre sulla loro poltrona, appoggiati con la testa sullo stesso, piccolo cuscino. Gordon era ancora seduto sul letto e lanciava delle occhiate ai feriti ogni tanto, per controllare che nessuno si stesse lamentando più del solito.

Quando Edmund aprì per l'ennesima volta gli occhi e vide Gordon, si sedette lentamente sul letto. «Ehi, vuoi restare lì per sempre?»
Gordon, più assonnato di quanto volesse ammettere, scosse la testa.
Edmund lo tirò verso di sé per un braccio, costringendolo ad allungarsi accanto a lui. «Allora dormi, Donny.»

«E se qualcuno si svegliasse e avesse bisogno di qualcosa?» sussurrò il figlio di Apollo.
«Ci penserò io.» ribatté Edmund dolcemente. «Guarire le persone non è il mio forte, ma ti ho visto talmente tante volte all'opera che persino io sono riuscito a capirne qualcosa.»

Gordon annuì. «Va bene, allora. Ma solo per una mezz'ora. Poi svegliami.»
«Certo.» mentì Edmund. Avrebbe fatto dormire Gordon fino a mezzogiorno. Al suo risveglio, avrebbe sicuramente usato la fronte di Edmund come bersaglio per le sue frecce. Come minimo.

“Almeno sarà fresco e riposato” pensò Edmund. “È questa la cosa importante”.
Gordon non si era ancora deciso ad addormentarsi, quindi Edmund attinse ai suoi trucchi da fidanzato premuroso: iniziò ad accarezzargli le braccia e a tirargli all'indietro i capelli, il tutto con movimenti lenti e dolci.

«Mpf.» biascicò Gordon, chiudendo lentamente le palpebre. Edmund continuò con le sue coccole finché Gordon non cadde in un sonno profondo, nel quale si lasciò trascinare anche lui, mandando all'aria la sua promessa di controllare i feriti della battaglia. Ora ne era piuttosto certo: dopo quello, Gordon lo avrebbe sicuramente usato come cavia per qualsiasi cosa, non solo per tirare le sue frecce.

• • •

I piani di Edmund fallirono presto: Gordon si svegliò dopo dieci minuti e svegliò anche lui, dicendogli che sarebbe uscito fuori per sgranchirsi un po' le gambe.
«Vengo con te, allora.»
«Va bene.» acconsentì Gordon, cercando di sistemarsi i capelli mentre usciva. Sentiva che Edmund glieli aveva tutti spettinati.

«È quasi l'alba.» osservò il suo fidanzato, puntando gli occhi sull'orizzonte, dove Apollo si faceva lentamente largo nel cielo con il suo carro del sole. Edmund strizzò gli occhi un paio di volte, ancora mezzo addormentato e li spalancò all'improvviso quando vide ciò che si trovava appena sotto il sole intento a sorgere: le macerie del tempio di Giove.

Olympus [2] • Who is gonna make it out alive Where stories live. Discover now