Ne Vale La Pena

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-Appena finito chiamami ok?Così vengo a prenderti- la raccomandò Niccoló fermando l'auto all'entrata dell'università.
-va bene-
-prima di andare però dammi un bacio- disse allungandosi con il corpo verso di lei che gli lasciò un breve bacio timidamente.
-cosa c'è?- chiese infatti il ragazzo notando il suo imbarazzo.
-nulla, solo che..mi devo ancora abituare a tutto questo- rispose con un sorriso che nascondeva tante insicurezze.
-comunque adesso vado ,sennò faccio tardi- disse poi salutandolo e uscì dalla macchina rischiando quasi di cadere con la sua goffaggine.

Restò un attimo sul posto osservando la macchina del suo ragazzo scomparire infondo alla strada, si girò per entrare nel grande cortile dell'università ma un'ombra strana dietro un muretto catturò il suo sguardo. Assottigliò gli occhi per vedere meglio ma non vide nessuno, così, avvolta nel suo cappotto iniziò ad incamminarsi nell'istituto.
Subito notò sul solito posto, quella chioma rossa, quel sorriso splendente e quella risata. Rosella stava appoggiata con le spalle sul muro a ridere e scherzare spensierata con un gruppo di ragazze e ragazzi. Come sempre circondata da tante persone, e come biasimarla, era sempre un piacere stare con lei, sapeva ascoltarti, consigliarti, sapeva leggerti e capirti, sapeva farti ridere, sapeva farti stare bene. Aveva un gran cuore ed era sempre pronta ad aiutare il prossimo o il più debole.
Come il primo giorno che l'aveva incontrata, aveva visto quella ragazza magrolina ed esile persa per i corridoi di quel enorme edificio, nuova in quel posto pieno di estranei, ed era corsa subito da lei per farla sentire a suo agio come aveva fatto con quasi tutti del primo anno quel giorno, ma con Adele ci aveva legato di più, si era ritrovata in quella ragazza, e le voleva bene come una piccola sorella.
Purtroppo però in quel momento il sorriso di Ros svanì quando incontrò lo sguardo di Adele, lasciando spazio ad un'espressione triste e delusa sul suo volto. Prese la borsa da terra, e insieme al suo gruppetto le passò affianco senza degnarla di uno sguardo.
Nonostante Adele cercasse di essere forte e menefreghista, le faceva tanto male.
La situazione non fu migliore in aula, dove Tommy la stava divorando con lo sguardo, aveva così tanta voglia di spaccargli la faccia davanti a tutti, ma per lei, lui non era più parte della sua vita, ne come amico ne come nemico, non l'avrebbe perdonato neanche per cent'anni. Poteva anche averle salvato la vita, ma le sue intenzioni non erano state buone dall'inizio ,lei era stata solo troppo cieca per rendersene conto, ora sperava solo che anche la nebbia negli occhi di Rosella svanisse, e lei si rendesse conto della persona che aveva accanto.
Quel giorno si rese conto che forse, avrebbe passato le sue giornate evitando il mondo, anche a lavoro, la povera Chiara aveva cercato di farle spicciare almeno mezza parola, fallendo, perché Adele non riusciva nemmeno a guardarla negli occhi, anzi, aveva chiesto al suo capo di andare via un'ora prima con la scusa di stare male. Era così strano per lei stare nello stesso spazio con Chiara, con la ragazza che aveva ferito, con la "ragione" della sua condanna, e che adesso si era anche rivelata sua sorella.

"Ma può svegliarsi qualcuno un bel giorno e scoprire di avere una sorella di 16 anni?" pensò tra se e se mentre aspettava sul bordo della strada fissando il suo riflesso in una pozzanghera.

La sua vita era sempre stata un caos, ma ora lo era ancora di più.
Il giorno in cui aveva messo piede in quella città, con la speranza di un nuovo inizio migliore non avrebbe mai pensato potesse succedere tutto questo in neanche un anno.
A volte ci pensava, forse aveva sottovalutato tutto ciò che aveva avuto. La tranquillità.
E come un piccolo flashback alcune scene le ritornarono in mente. Le serate a guardare un film con sua madre e la sua sorellina.
Le giornate nei bar della sua piccola città, con le sue amiche della vita Ela e Jessy, a bere un caffè e fare gossip.
I suoi compleanni, il momento quando soffiava la candela ed esprimeva il desiderio di scappare e trovare la felicità, con tutti i parenti intorno a cantare.
Il pranzo della domenica dove si riuniva con i nonni e i cugini a mangiare e giocare insieme...
Pensando a tutto questo, a tutto ciò che aveva perso, forse per sempre, le scese una lacrima.

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