8-Ti piace disegnare?

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Ethan

Non mi sono mai fidato di nessuno dei miei dipendenti e so che il museo ha bisogno di essere sorvegliato, soprattutto quando ci sono delle mostre importanti e ospiti miliardari, ma non posso fare a meno di rimanere a casa pure oggi, sfogliando il diario di Valerie, anche se arrivo alla quarantesima pagina senza capire una mazza di quello che scrive: sembra che ad un certo punto nemmeno lei sapeva più quello che voleva dire, tanto che alcune pagine sono riempite da piccoli disegnini che non mi aiutano affatto.

Devi sentirli a mezzanotte, quando lui torna dal lavoro, sembra che lei lo abbia aspettato apposta.

Le frasi sono scollegate e non c'è un soggetto. Un cazzo di nome!
Sospiro frustrato e decido di alzarmi dal letto nell'esatto istante in cui il telefono segna l'arrivo di un messaggio, quindi alzo gli occhi al cielo, affrettandomi a rispondere per informare il segretario del museo che anche oggi sarò assente.
Posso immaginare la sua espressione sorpresa e preoccupata allo stesso tempo, ma cerco di non pensarci e mi incammino verso la porta per uscire dalla mia stanza.

Se cerco di nuovo, forse questa volta troverò qualcosa di più interessante nella sua camera, approfittando di nuovo del fatto di essere solo a casa.
Sono quasi le undici e cerco di calmare il mio stomaco che brontola per la fame, mentre abbasso la maniglia della porta della camera di Valerie, ma spalanco gli occhi quando mi accorgo che non si apre.
L'ha chiusa a chiave?
Forse si è accorta del fatto che ho fatto irruzione nella sua stanza, ma mi avrebbe castrato se così fosse.
L'idea che stia nascondendo qualcosa da ieri sera si fa spazio nella mia testa e mi incuriosisce al punto che non riesco a trattenermi e faccio un passo indietro.
Mi giro di lato per usare la spalla e aprire forzatamente la porta, quindi non ci penso due volte prima di spingere contro il legno scuro, aprendolo al primo tentativo e facendo un tonfo che mi fa sobbalzare, ma allo stesso tempo assumere un sorriso soddisfatto quando mi accorgo di essere riuscito ad aprire la porta senza fare danni.

Il sorriso mi muore sulle labbra quando alzo la testa e i miei occhi incrociano quelli di Valerie, spalancati per il mio gesto, mentre è seduta sul suo letto, con le gambe incrociate e i ricci raccolti in una crocchia disordinata.

Cazzo!

Chiudo gli occhi all'improvviso, rendendomi conto di essere ormai fottuto, anche se mentalmente penso a una possibile soluzione e come giustificarmi.

«Che cosa stai facendo?»-il suo tono è apparentemente calmo, mentre il foglio bianco e gigantesco cade dalla sua mano per la sorpresa e lo spavento allo stesso tempo.
Corrugo la fronte quando sbircio sul foglio di fronte a lei, rendendomi conto che stava disegnando, rinchiusa nella sua camera per non farsi notare da nessuno:

«Oggi tocca cucinare a te.»-sparo la prima cazzata che mi viene in mente, anche se ho davvero fame e l'ora di pranzo è quasi arrivata, ma il mi tentativo fallisce quando indurisce lo sguardo e stringe i denti, ritornando la stronza di sempre:

«E per questo dovevi sfondare la mia porta!»-urla con una voce così stridula che sono costretta ad assumere una smorfia infastidita.

«Ho fame!»-ribatto, anche se so che ha ragione, per apparire più sicuro di me: «Alza il culo dal letto e vai a cucinare.»-allungo il braccio verso la cucina, indicandola con l'indice, mentre lei sbuffa in modo teatrale:
«Ordina qualcosa! Pago io.»-riprende in mano il foglio bianco e stringe la matita tra le dita dell'altra mano, lanciandomi un'ultima occhiataccia per poi abbassare gli occhi sul suo disegno.
Approfitto della sua distrazione per avvicinarmi lentamente al suo letto, cercando si sbirciare meglio, e quando mi trovo abbastanza vicino a lei mi affretto a sottrarle il foglio di mano all'improvviso, per poi voltarle le spalle e allontanarmi dal suo letto prima che mi salti addosso per ammazzarmi.

La Vendetta Di Ethan|| ©Tutti i diritti riservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora