Il compleanno di Giulia

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Il mattino successivo mi svegliai con il sorriso stampato sul viso. Provavo un senso di beatitudine incredibile, era da tantissimo tempo che non mi sentivo così bene e Davide era stato capace di farmi provare emozioni che credevo sepolte da tempo. All'inizio la sua presenza mi dava fastidio e ogni volta che lo vedevo mi saliva il nervoso. Invece era molto dolce e premuroso e.... baciava bene. Avvampai pensando alle sue labbra sulle mie.
-Ciao caro... sei allegro stamattina.- disse Miriam vedendomi felice.
-Lo sono.- Le diedi un bacio sulla guancia.
-È per via della festa di ieri?-
-Sì. È stata una bella festa...- mi sedetti. -Era da tanto che non mi divertivo così.-
-Hai ragione.- poi il suo viso si illuminò. - Il tuo amico Davide è stato molto socievole. Perché non lo fai venire qui più spesso. È di ottima compagnia.-
-Ti do una bella notizia.... stasera verrà a prendermi per uscire.-
-Davvero? E dove andrete?- chiese versandosi una tazza di caffè.
-A cena fuori. Sempre che voi siate d'accordo.-
In quel momento arrivò Alfredo. -D'accordo per cosa?-
-Per uscire a cena con il mio amico questa sera- risposi con imbarazzo.
-Il ragazzo pieno di muscoli?- domandò perplesso.
-Sì. Lui...- ammisi.
-Alfredo lascialo andare... non è un bambino.-
Alzò le mani. -Volevo solo capire.- bevve una tazza di caffè, poi aggiunse, -ma oggi pomeriggio non devi già andare alla festa della tua compagna di classe?-
Mi ero dimenticato della festa di Giulia. -Hai ragione... non le ho nemmeno preso un regalo.-
-Possiamo andare dopo...- propose Miriam.
-Sì. Per favore....-
Appena finito di fare colazione mi vestii in un lampo e in compagnia di Miriam ci recammo in quel grosso centro commerciale. Miriam, conoscendo molto bene il gusto delle ragazze in generale, mi propose di comprarle una borsa.
-Sei sicura che sia la scelta giusta?- domandai pieno di dubbi.
-Più che sicura. Le donne hanno sempre bisogno di borse...-
Aveva ragione. Così ne scelsi una color rosso fuoco, in un certo senso si abbinava alla tinta dei suoi capelli. Lo so. Fu un'affermazione poco intelligente.

Arrivato davanti al condominio di Giulia, trovai immediatamente il piano in cui abitava grazie al caos che arrivava fino alla strada. Appena entrato venni accolto proprio da lei. La osservai per un breve istante, il suo abbigliamento ricordava molto una bambina di dieci anni, con colori sgargianti, pizzi e merletti. Per un attimo credetti che si trattasse di un'altra persona. Ero abituato a vederla con abiti stile punk. Anche se ammisi che stava bene con quel look; le si addiceva di più.
-Matt... sei arrivato.- mi abbracciò con un'energia tale da lasciarmi letteralmente senza respiro. 
-Buon compleanno...- le diedi la busta contenente il regalo.
-Ma Matt... non dovevi....- lo aprì immediatamente. E appena lo vide ne rimase impressionata. -Che bella borsa... grazie.- fu lei a darmi un bacio sulla guancia.
Tra gli invitati vi erano le immancabili amiche di Giulia e altri compagni di classe.
-Mangia qualcosa tesoro...- mi disse con voce dolce.
I suoi genitori avevano preparato un tavolo con stuzzichini salati e bibite gassate. Nulla a che vedere con il ricco buffet di Miriam, ma mi accontentai. Non ero uno snob.
-Matt...- Giulia si aggrappò al mio braccio.
-Dimmi....- non feci nemmeno in tempo a mangiare una patatina.
-Potresti venire un secondo con me?-
-Ok...- non ero molto tranquillo.
Mi condusse sulla terrazza di casa sua. -Hai visto che magnifico paesaggio che si vede da qui?- si appoggiò con la testa alla mia spalla, senza staccarsi da me.
-Bellissimo.- ebbi una strana sensazione. Mentre il mio cervello mi suggeriva di scappare.
-Sai Matt...- mi fece voltare verso di lei. -Io....- non era in grado di pronunciare una parola di più. La vidi avvicinarsi con il viso verso il mio.
-Giulia...- provai a parlare, ma lei mi fermò.
-Ti prego non dire nulla.- posò le sue labbra sulle mie. Dandomi un fugace bacio. E appena si staccò aveva le guance così rosse che sembravano infuocate.
Non sapevo cosa fare, mi sentivo disorientato e confuso.
-Mi piaci tanto Matt...- Avvampava ed era evidente.
-Ecco io... non so se...-
-Che cosa tesoro?- mi abbracciò, appoggiandosi con la testa sul mio petto.
La scostai leggermente. -Sei una ragazza straordinaria, ma....-
-Ma cosa?- mi guardava con i suoi occhi da cerbiatto impaurito. -Matt. Sono innamorata di te. Sin dal primo giorno che sei arrivato nella nostra scuola.- Le parole le uscirono a tentoni, mentre il suo respiro si era fatto irregolare.
"Oddio e adesso?" -Non pensi che sia troppo presto? Ci siamo appena conosciuti. Più avanti potresti scoprire che non sono così speciale.- Cercai di essere diplomatico.
-Ma tu sei speciale....-
-No, Giulia. Per niente.- chiusi gli occhi. -Ti chiedo scusa. Ma ora devo andare. Auguri ancora....-
Lasciai quella casa con un forte senso di colpa. Avrei potuto dirle la verità, ma non ebbi il coraggio. Di nuovo.

Al tramontoWhere stories live. Discover now