Alfredo

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Miriam aveva organizzato tutto, io e mio padre Alfredo avremmo trascorso tutta la giornata di domenica in una località sul lago di Garda. Perché, a quanto mi aveva detto Miriam, lui amava andare al lago.
-Sei sicura di non voler venire con noi?- le chiesi quella stessa mattina, prima di partire.
-Andate pure tranquilli. Non voglio nessuno che giri per casa mentre faccio le pulizie d'autunno.-
Alfredo, perplesso disse, -non credevo che esistessero le pulizie d'autunno.-
-Le ho inventate io... ora andate.-
Prima di uscire di casa, mi voltai verso Miriam e lei ammiccò, come a voler dire: "buona fortuna".

La località scelta si chiama "Desenzano del Garda". Si trattava di una città di quasi trentamila abitanti che si affacciava interamente sul lago di Garda. Alfredo parcheggiò la macchina in una zona limitrofa al centro cittadino.
Raggiungemmo i moli a piedi e rimasi impressionato da quella città che sembrava una località marittima.
-È davvero un bel posto!- dissi ad Alfredo, quando mi raggiunse ai moli.
-Lo è davvero...- si sedette su una panchina lì vicino e rimase con lo sguardo fisso sull'acqua.
Mi sedetti accanto a lui.
-Matteo...-
-Solo Matt va bene.- dissi, rimanendo anch'io con lo sguardo verso il lago.
-Matt... mi dispiace di essere stato freddo in questi giorni. Avrei dovuto starti vicino dopo quello che hai passato.-
Lo guardai, ero stupefatto dalle sue parole. -Posso capire. Anch'io non ho fatto molto per avvicinarmi a te, per conoscerti meglio.-
-Figliolo... anche se tu e la mamma eravate lontani... non ho mai smesso di pensare a voi.- prese il portafoglio e tirò fuori una piccola fotografia. E me la diede.
Era immortalata mia madre, sorridente, con i suoi lunghi capelli castani, viso da bambola. Tra le braccia stringeva un bimbo di due anni. Ero io....
Sentii le lacrime che scendevano sulle mie guance, erano lacrime di gioia. Alfredo mi circondò con un braccio e lasciò che mi sfogassi.

Dopo quella breve chiacchierata. Alfredo mi fece fare un giro per il centro città. Lo avevo visto rinascere; era più solare e allegro. Mi parlava con disinvoltura, senza freni.
All'ora di pranzo aveva scelto un ristorante situato sotto i portici davanti ai moli. Poi riprendemmo la gita.
Mi piaceva stare in sua compagnia e in alcune occasioni si lasciava sfuggire anche delle battute divertenti.

-Mi sono divertito molto.- dissi quando raggiungemmo la macchina, pronti per tornare a casa.
-Anche io. Dovremmo farlo più spesso.-
-Vero... grazie papà.- gli andai incontro e lo abbracciai.
Lui, con fare molto affettuoso, ricambiò il mio gesto.

Al tramontoWhere stories live. Discover now