Capitolo I

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*Driiiin*

«È mattina, cazzo! Chi avrá da rompere?» mi alzo e vado ad aprire la porta. Non mi rendo conto di essere ancora in pigiama e orribilissima per i postumi della sera prima.

Apro la porta e mi ritrovo davanti a un ragazzo alto, biondo, occhi azzurri. È fantastico.

«Ciao splendore!» mi prende in giro, ed entra.

«Finnick! Che ci fai qui a quest'ora?» chiedo, mentre mi accomodo sul mio divano di cui lui si è appropiato.

«Volevo vedere se è tutto okay, sai...ieri non eri in formissima. Poi mi hai detto che i tuoi non erano a casa e ho pensato di portarti la colazione.»

Dal suo borsello color miele estrae un sacchetto di carta bianca che profuma di croissant appena sfornati.

«Dimmi che sono alla nutella.» dico.

«Certo» risponde lui.

Finnick è il mio migliore amico, anche se inizialmente ci odiavamo. Ora si preoccupa sempre per me, e mi da attenzioni che Mour non mi da.

«Oggi che fai?» mi chiede, pulendosi le sue labbra carnose dalle briciole.

«Vado da Mour.»

«Ancora?! Quando ti deciderai a mollarlo quel coglione! Ti ha rovinata, lo sai.»

Quando fa cosí non so che rispondere. Ho 14 anni, ma non mi comporto da quattordicenne, ha ragione lui: sono rovinata.

Sto con Mour da un anno e mezzo, lui è piú grande di me di tre anni, mi ha tradita piú volte e alla prima ci sono rimasta male, cosí ho iniziato a bere, fumare, e farmi qualche striscia. All'inizio era Finnick a darmi la roba, ora no, non vuole. Ora mi fornisce un ragazzo di nome Elia, e Finnick ce l'ha a morte con lui, come tutti i nostri amici. Luke, Julie, Mike, Mat e Mirko. Mat è il fratello di Finnick, ha la mia etá, come Julie, che è la fidanzata di Luke, che ha l'etá di Finnick e Mike: quattro anni in piú di me e poi c'è Mirko, che ha l'etá di Mour.

«Non puoi passare la tua vita dietro a quel coglione, Ariel.»

Finnick mi prende la mano e sento una piccola scossa, non so come faccia, ma mi fa sentire strana.

«Finn...» dico, ma lui si gira e batte i pugni contro il muro.

«No, cazzo! Non posso piú vederti stare male per lui. Capisci?!» non faccio in tempo a rispondere che il suo telefono suona.

«Pronto?!» risponde. «Sí. No. Non credo. Va bene, ciao.»

Era freddo, sará sua mamma.

«Chi era?» chiedo.

«Mirko, mi ha chiesto se sono a casa e se torno prima di mezzogiorno.»

Mi sta mentendo. Non era Mirko, con Mirko le conversazioni non sono mai cosí corte.

«Richiedo: chi era?» lui mi fissa e si innervosisce.

«Ti ho detto che era Mirko!» sbraita.

«Ma che hai?» gli chiedo.

«Ho che non capisci! Non riesci mai a capire!» tira un altro pugno al muro.

«Ti puoi calmare?! Dimmi chi era!» la mia voce si è alzata.

«Elia!» la sua ancora di piú.

Ma ora tutto si ferma. C'è un silenzio che da fastidio, mentre i nostri occhi stanno ancora urlando.

«Devo parlare con lui.» dice, questa volta sussurrando.«deve lasciarti stare. Non posso sopportare che ti faccia del male. So come si comporta con te, e lo odio.»

Io continuo a non dire niente.

«Ariel...» mi sfiora la mano.

«Vai via Finnick, ho bisogno di stare un po' sola.» gli dico.

«Ma...»

«Per favore.»

«Okay...se hai bisogno...»

«Sí, so dove trovarti.»

Lo accompagno alla porta, lui si abbassa per darmi un bacio sulla guancia ma io apro la porta, come un chiaro invito ad andarsene.

Lui se ne va, e io prendo il telefono per chiamare Julie.

«Pronto?!» risponde subito.

«Finnick ha dato appuntameno ad Elia!» urlo nel telefono.

«Calma, pupa. Devi cercare di capirlo, lui vuole proteggerti.»

«Ho capito, ma non ho bisogno di una mamma in piú!» lei ride.

«Ascolta, oggi vieni qui?»

«No, sono con Mour.»

«Finn lo sa?»

«Sí, gliel'ho detto.»

«Quando capirai??»

«Cosa?»

«Niente, niente...ora devo andare, è arrivato Luke. Facciamo che ci vediamo domani. Non prendere impegni, mi raccomando. Ciao bellezza.»

«Va bene, a domani.»

Tiro un lungo sospiro e vado in camera mia, prendo dei jeans e una felpa larga e vado in bagno a lavarmi e vestirmi.

Quando finisco di mettermi il mascara e di piastrarmi i capelli vedo che sono giá le undici, e tra qualche minuto dovrebbe passare Mour a prendermi.

Scendo in salotto e il telefono vibra.

È lui.

Infilo di corsa le scarpe ed esco.

È all'angolo di casa, non mi piace che si fermi davanti alla porta, quasi come se me ne vergognassi. Lo so, è strano. A volte mi chiedo perchè ci sto ancora assieme.

Quando arrivo davanti a lui mi saluta con un bacio e io ricambio, quasi forzata.

«Come va?» mi chiede.

C'è da chiederlo!? Insomma, è il mio fidanzato! Dovrebbe sapere come sto, dovrebbe chiedermelo piú spesso, anche per messaggio, non solo quando ci vediamo, come se fosse una formalitá.

«Bene.» rispondo. «Tu?»

«Anch'io.» mi prende la mano. «ieri sera con Dave ci siamo scassati! Siamo andati al pub sotto casa sua, c'era una tipa straubriaca e Dave se l'è fatta!» ride.

«Oh, wow.» altra stranezza: non usciamo insieme la sera, andiamo a sballarci entrambi ma con compagnie diverse.

«Tu invece che hai fatto?» mi chiede.

«Oh, niente. Un giro con gli altri, e poi stamattina è venuto Finn a portarmi la colazione.» rispondo.

«Ah.» dice.

«Che c'è?» chiedo.

«Niente, mi sembra che passiate un po' troppo tempo insieme.»

«Sai, quando il tuo ragazzo va a baccagliare devi trovarti qualcosa da fare!»

Lui si blocca.

Mi tira verso di lui e accade tutto in un secondo.

Vedo la sua faccia contrarsi di rabbia e poi la sua mano si schianta contro la mia guancia.

Mi brucia.

BadWhere stories live. Discover now