Capitolo V

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Non mi interessa se è arrabbiato.

Cammino fino a casa sua e suono il campanello del palazzo.

«Chi è?» chiede Finnick.

«Sono io.» rispondo. «Apri, dobbiamo parlare!»

Non mi risponde, peró mi apre il portone.

L'ascensore è occupato, allora prendo le scale per fare piú veloce.

Quando arrivo davanti all'appartamento di Finnick batto rumorosamente il pugno contro la porta in legno.

Finn mi apre la porta, e io mi fiondo all'interno.

«Va bene.» dico. «Io avró sbagliato tante, anzi, tantissime volte. Ma sai cosa non ho mai fatto?! Non ti ho mai mentito, nè ti ho mai nascosto qualcosa! E tu? Caro amico di Elia, tu mi hai

mai nascosto qualcosa?» mi accorgo che sto gridando. Finn mi guarda con gli occhi spalancati.

«Non volevo che pensassi che io sia come lui.» dice, tenendo lo sguardo a terra.

«Ma cosa significa?! Non so se ti ricordi, ma mi vendevi la droga.» rispondo.

«Ariel, cazzo! Perché non capisci!?» Finn si avvicina a me. «Ti sembra una persona normale Elia? Ti ha chiesto di scopare per pagargli la coca! L'ha chiesto a una ragazzina di 14 anni senza farsi alcun problema! E non si farebbe nessun problema a farlo con una di 10!»

«Tu facevi cosí?» gli chiedo.

Lui non risponde.

«Finnick. Hai mai chiesto sesso in cambio di droga?»

Nessuna risposta.

«Rispondimi!» grido.

«Ero stupido.» dice. «Io stesso mi drogavo. Non sapevo come comportarmi. Lei era piccolissima, aveva avuto il primo ciclo la settimana prima. Ma a me non importava, dovevo divertirmi. Elia un giorno mi disse:"se non hanno i soldi, tu fottitele". E cosí ho preso le sue parole come oro. Ma volevo fare di piú, volevo essere un vero bastardo. Cosí le sono venuto dentro.»

Rimango in silenzio, sconvolta.

«Poi, peró,» continua. «ho incontrato una ragazza fantastica. Bella fuori e dentro. Ha i capelli rossicci, gli occhi verdi, la pelle chiara e limpida come porcellana, e qualche lentiggine. È bassina e magra. In realtá la conoscevo giá da molto, ma non mi ero mai accorto di quanto fosse bella. Non capivo cosa potesse spingere tale meraviglia nel mondo della droga, ma poi ho capito: le persone come me. Quelle che se ne fregano dei sentimenti degli altri. Ma io non volevo essere come la causa del suo malessere. Io volevo essere il suo eroe.

Ho cercato di proteggere quella ragazza con tutte le mie forze, ma ora non posso più. Ora sono vulnerabile, perchè il suo bel sorriso mi ha rapito. Non posso piú essere solo il suo "fratellone", voglio essere di piú.»

Mi prende il fianco con una mano e mi tira a sè.

«No.» dico, allontanandolo. «Mi hai giá baciata una volta, e subito dopo hai fatto come se nulla fosse.»

«Non voglio che si creino problemi nel gruppo.» dice tirandomi nuovamente verso di lui.

«Finnick, no!» urlo. «Mi hai appena detto di aver drogato e messo incinta una bambina! Non voglio stare qui con te, non ora.»

Gli occhi di Finnick diventano lucidi.

«Lo sai che non sono piú cosí .»

«No, non lo so. Non so come sei. So che sei strano. So che hai iniziato a incazzarti per qualsiasi cosa, so che mi hai baciata e poi hai fatto finta di nulla!» dico, e inizio a piangere.

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