Parte 14.

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Mando un messaggio a Becka per tranquillizzarla e non mi sorprendo di non ricevere subito risposta vista l'ora.
Sto preparando colazione mentre Blake è in doccia, e ne approfitto per esaminare tutte le cose successe poco fa.
Non so come valutare la nostra "conoscenza" in questo momento e dove essa ci porterà viste le croci che entrambi siamo costretti a portare alle nostre spalle, non so quali siano le sue ma conosco molto bene le mie.
Blake sembra così diverso dal giudizio delle persone, ripenso alle sue parole che mi consigliavano di andarmene via e un brivido di paura mi attraversa di nuovo la spina dorsale. C'è un anima tormentata in lui e l'ho capito da come parla, dai suoi gesti sempre misurati e controllati, dal modo in cui erroneamente esce dal suo muro per poi tornare subito indietro ed allontanarsi, proprio come ha fatto poco fa lasciandomi sola in camera sua.

Ero venuta in cucina per prendere un bicchiere d'acqua quando il mio stomaco ha cominciato a brontolare richiedendo cibo, non mi era sembrata una cattiva idea cucinare qualcosa da mettere sotto ai denti ma adesso non ne sono più tanto sicura.
Percepisco ancora il suo respiro su di me, il modo in cui la sua lingua reclamava la mia. Avevo sentito chiaramente il desiderio animarsi nel suo corpo eppure è bastata una semplice frase per rompere l'incantesimo di quel momento e farlo indossare la sua armatura.

Dopo il nostro bacio si è guardato intorno come se avesse lasciato sfuggire qualcosa di pericoloso, il suo sguardo si è incupito all'istante e la sicurezza che tanto ostentava fino a qualche attimo prima ha lasciato spazio alla rabbia che chiaramente lo stava sottomettendo.
Si è pentito di quel bacio e io anziché tornarmene a casa sono rimasta ad aspettarlo nel suo spazio, calpestando la mia stessa dignità per avere delle risposte.

<<Blake sei ubriaco? Che stai facendo a quest..>> Un ragazzo con indosso solo dei pantaloncini sportivi fa capolinea in cucina allarmato, ma appena il suo sguardo si posa su di me smette di parlare e mi sorride calorosamente.
<<Scusa non pensavo fossi già sveglia. Io sono Nathan il cugino di Blake>> mi fa l'occhiolino e mi stringe la mano con decisione.
<<Ciao Nathan io sono Alyssa>> sorrido imbarazzata.
Ricordo quando Blake mi aveva parlato di un suo amico ma non sapevo fossero ancor prima cugini e non posso fare a meno di notare quanto sono diversi caratterialmente. Nathan sembra essere gentile e disponibile, al contrario di Blake che invece trasmette freddezza e arroganza a primo impatto, totalmente padrone del suo corpo e consapevole di essere il desiderio proibito di molte donne. Fisicamente invece sono molto simili, Nathan è leggermente più basso, con meno tatuaggi ma più muscoloso, il taglio degli occhi è uguale ma mentre quelli di Blake si alternano dal verde smeraldo al grigio, quelli di suo cugino sono castani con delle striature più chiare.
Sono incuriosita da questo ragazzo che deve conoscere così tanto della vita di Blake da farne così centralmente parte e potrebbe sicuramente chiarire dei lati del suo carattere così insoliti.

<<Mi sono permessa di fare dei pancake, spero vi piacciano>> dico mostrando il piatto colmo da tanta prelibatezza. Il suo sguardo che mi scruta attento non mi mette in soggezione e mi domando se la differenza così evidente tra loro sia dovuto al passato diverso o se hanno condiviso la stessa vita reagendo però in maniera diversa.
<<Sì ci piacciono>> risponde Blake entrando in cucina e facendomi immobilizzare sul posto.
Indossa una semplice felpa e dei jeans neri, e anche così rimane l'uomo più bello che abbia mai incontrato. Si dirige verso il frigo per prendere un succo e con la sua camminata sicura e dominante si mette seduto su uno sgabello non staccando gli occhi dal mio corpo.

Solo ora mi ricordo di avere ancora il vestito della sera precedente che mi fascia il corpo lasciando in mostra il piccolo seno sodo e le gambe non troppo lunghe. Mi affretto a mettermi seduta sentendo le guance arrossate e prendo un po' di succo per alleviare la tensione che mi ha serrato la gola.
<<Prendo la moto se per te va bene>> dice al suo amico mentre vedo i suoi occhi seguire il movimento del mio labbro, che sto mordendo involontariamente.
<<Si certo, io vado ad aiutare gli altri a pulire la confraternita ci vediamo stasera>> Nathan che nel frattempo ha indossato una maglietta bianca ricompare sulla soglia della cucina <<spero di rivederti presto Alyssa, è stato un piacere>> alza una mano per salutarmi e se ne va.
Il rumore della porta che accompagna la sua uscita mi fa stringere lo stomaco in una morsa stretta perché ora c'è solo un diavolo arrogante oltre me in tutto l'appartamento e sembra non avere buone intenzioni nel suo sorriso malizioso.

<<Prendi questa>> Blake mi porge un'aspirina e riempie il mio bicchiere di succo. Temo quello che possa succedere tra poco, eppure non posso fare a meno di rimanere qui seduta vittima della sua presenza che non mi fa ragionare lucidamente e del mio corpo che brama il suo.
Faccio come dice e ingoio la pastiglia confusa dai suoi cambiamenti d'umore, appoggio il bicchiere vuoto con la mano tremante e ammiro i lineamenti del suo viso delicati e armonizzati tra di loro alla perfezione anche di prima mattina. Sta seguendo ogni movimento del mio corpo come per analizzarlo, si alza dalla sedia lentamente e circoscrive col suo corpo adone la penisola dove siamo seduti fino a raggiungermi per posizionarsi di fronte a me. Ora il mio naso arriva al suo petto. Mi guarda dall'alto sapendo di avere il pieno comando della situazione, con un movimento impercettibile mi divarica le gambe e si infila tra esse annullando lo spazio che ci divide.
Da questa altezza posso vedere il movimento del suo cuore, che fa vibrare la felpa ad ogni battito, ma ho paura che alzando lo sguardo i miei occhi lasceranno trapelare tutti i miei desideri più nascosti svelando il bisogno di sentirlo sulla mia pelle.

Rimango ferma e deglutisco a vuoto quando con un dito traccia le linee del mio corpo, dal fianco risale alla vita, dal mio braccio arriva fino al solco della clavicola. Mi abbandono sotto al suo tocco che mi obbliga guardarlo. Si sta leccando il labbro inferiore mentre i suoi occhi sono attraversati da un estremo bisogno carnale ma la sua postura rigida ancora una volta trasmette l'autocontrollo che non vuole abbandonare. Capisco così quanto Blake ricavi un estremo piacere nel dominare una donna sotto il suo controllo.

Si piega verso il mio collo e lecca una porzione di pelle appena sotto al lobo per poi soffiarci sopra con delicatezza, provocandomi delle scosse di piacere che si annidano proprio sul ventre.
<<Brava bimba>> mi sussurra con la voce rauca per poi tirarsi indietro.
Piagnucolo non essendo capace di contrastare i suoi attacchi lussuriosi, sentendomi frastornata e alternata troppo velocemente tra attimi di piacere e istanti di vuoto, una tortura che non sono in grado di sopportare. Sono annientata dalle sue carezze e troppo sopraffatta dal turbinio di emozioni contrastanti che alimentano, è una novità sentirmi così e non poter far niente per calmare le pulsazioni dei miei muscoli.
Interrompo il contatto tra i nostri occhi che iniziano a pizzicare ma l'indice di Blake mi riporta al suo sguardo, adesso estremamente serio ma anche confuso.
<<Senti il piacere scorrere nelle vene non è vero?>> si ferma per prendere il respiro e si avvicina alla mia bocca.

<<Abbi pazienza bimba, prima voglio portarti in un posto>> mi stampa un bacio casto ed esce dalla stanza lasciandomi ancora una volta da sola con me stessa.

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